Il dibattito parlamentare di questa settimana ha ruotato intorno alla questione dello ius soli. Di questo si discute da settimane. La nuova legge sulla cittadinanza è stata approvata alla Camera mesi fa e ora era pronta per andare in Aula al Senato. E da mesi la maggioranza e il mondo progressista dichiarano che si tratta di una priorità, che dare una risposta concreta agli ottocentomila ragazzi nati in Italia da genitori stranieri è non solo un fatto di civiltà, ma anche una risposta in positivo a chi fomenta l’odio, l’intolleranza, l’esclusione. Per contrastare i fondamentalismi e le radicalizzazioni di chi predica le contrapposizioni religiose e culturali. Ma ecco che proprio di fronte all’agitazione irresponsabile della destra, della Lega e degli umori di tipo razzista e xenofobo, che fanno leva sulle paure e sui problemi dell’immigrazione, enfatizzati e ingigantiti dal sistema mediatico, arriva Alfano a mettere il veto, con la ridicola motivazione che “ora non è il caso perché ci sono le elezioni”. E il PD si adagia rapidamente sul fatto che al Senato, senza Alfano, non ci sono i numeri, e non prende minimamente in considerazione l’idea di mettere tutti di fronte alla propria responsabilità con il voto di fiducia. Cosa che del resto ha fatto in altre occasioni.
Se poi consideriamo che anche sulle proposte di legge che riguardano temi come il testamento biologico e una modesta, limitata, liberalizzazione della cannabis, la posizione dei moderati del centrodestra diventa condizionante, non possiamo non vedere uno scivolamento politico sempre più centrista dell’attuale maggioranza e del partito che la guida. Questa a me sembra la tendenza di questa fase di fine legislatura e sempre più pre-elettorale. Tra l’altro anche il modo attraverso cui si porta avanti un nuovo testo di legge elettorale allude al proposito di ricercare le condizioni per una eventuale maggioranza centrista imperniata sull’intesa fra Renzi e Berlusconi. Di questo si parla apertamente nei corridoi del Parlamento. In questo clima credo che per quanto riguarda Articolo UNO-Mdp ci sia l’esigenza di mettere in campo, in particolare sulla legge di bilancio, una iniziativa forte di smarcamento da ogni discussione politicista, sulle tattiche o sugli schieramenti, e capace di indicare alcune proposte chiare di svolta e di cambiamento sul piano delle politiche economiche in grado di intercettare il diffuso malessere sociale. Questa è la condizione minima per ridare fiato ad una domanda di sinistra e, soprattutto, per riattivare un qualche processo di recupero di fiducia verso la politica e la democrazia rappresentativa. Altrimenti si ingrosseranno ancora le fila di coloro che scelgono di disertare le urne e stare a casa.
Infine mi sembra importante segnalare alla vigilia della mobilitazione di sabato, in tutta Italia, contro la violenza sulle donne che il gruppo di ArticoloUNO-Mdp alla Camera ha depositato una mozione sul tema che sarà discussa in Aula alla metà del mese. Trovate il testo nella sezione documenti.