L’ultima settimana di campagna elettorale inizia sotto zero. A Pisa non è nevicato, come dicevano le previsioni, mentre in una parte della provincia sì. Tuttavia è arrivato il freddo. Già ieri l’abbiamo sentito, però le iniziative non si sono fermate. A Firenze la manifestazione di Liberi e Uguali con i tre promotori della lista: i “ragazzi” di Grasso. La novità è stato l’impegno assunto da tutti e tre (Speranza, Fratoianni e Civati) ad andare insieme oltre le elezioni del 4 marzo, con la costruzione di un nuovo soggetto politico della sinistra. Un partito, dunque. Non un partito del capo, all’insegna del personalismo imperante, ma una forza che punta a radicarsi nei territori e vuole rappresentare le istanze dei lavoratori e dei cittadini che vogliono una società socialmente più giusta e equilibrata, secondo i principi della nostra Costituzione. Bene, mi sembra un patto importante e significativo.
Poi Roberto Speranza è venuto a Pisa e Pontedera. Due i temi al centro di questi incontri: il lavoro e la sanità pubblica. Su questo secondo problema sta crescendo la preoccupazione che, di fronte alla diminuzione dell’impegno dello Stato attraverso la riduzione della fiscalità generale, possa prendere spazio il sistema privato e affermarsi come sistema alternativo qualificato per le cure di chi se lo può permettere. In questo modo si affossa il principio del diritto alla salute come principio universalistico. Allora la cosa più urgente e investire in risorse umane e spingere sul piano della specializzazione di medici e infermieri, procedendo ad un forte piano di assunzioni.
Particolarmente importante è stato l’incontro con gli operai della TMM, al presidio che tengono in vista da più di sei mesi davanti alla loro fabbrica, chiusa all’improvviso, senza nessun avvertimento, “a tradimento” viene da dire, da un padrone che decide di mettere in liquidazione le condizioni di vita e il futuro di ottanta lavoratori e le loro famiglie. Speranza ha ascoltato le loro ragioni e ha ribadito l’impegno a sostenere la loro battaglia. Anche questa vicende parla chiaramente dei problemi dell’Italia. La prima emergenza resta quella del lavoro. Il Presidente del Consiglio Gentiloni, così come Matteo Renzi, parlano di ripresa e di occupazione che cresce. Ma nella realtà non si vede niente che indichi un rilancio dell’occupazione stabile, una prospettiva concreta di allargamenti delle basi della produzione e del lavoro. Nei giorni scorsi hanno entrambi partecipato ad appuntamenti promossi dalla Confindustria, nei quali hanno promesso di proseguire nelle politiche fatte negli ultimi anni. Politiche che hanno distribuito enormi risorse pubbliche alle imprese e nel contempo hanno cancellato i diritti e allargato a dismisura le forme della precarizzazione del lavoro. Per questo, anche solo per questo, è essenziale che dal voto del 4 marzo esca una richiesta di inversione di marcia.
Comunque in quest’ultima settimana continueremo nel lavoro e nelle iniziative di sensibilizzazione verso le proposte di Liberi e Uguali. Il programma è intenso, e non solo propagandistico. Infatti per oggi pomeriggio, alla Leopolda, abbiamo promosso un confronto sul “futuro” della Costituzione con i professori Andrea Pertici e Emanuele Rossi delle nostre università. Interessante per capire cosa ci può preparare il dopo elezioni.
In giro ci sono tanti indecisi, soprattutto a sinistra, e anche spaesati, il nostro proposito è quello dire loro che è fondamentale muoversi per ricostruire una casa della sinistra, e questa è anche la condizione per rimettere in pista l’idea di un nuovo centrosinistra basato su un programma di reale cambiamento.