Mentre la situazione politica italiana appare sempre più confusa e assai preoccupante sul piano delle prospettive economiche, soprattutto per i settori più deboli, e l’opinione pubblica “registrata” dai sondaggi sembra allegramente inconsapevole dei problemi, sul piano dei messaggi di fondo, destinati a incidere sul modo di pensare e sui comportamenti della gente, vengono seminate cose davvero pericolose per il nostro futuro, sul piano della convivenza civile e dei valori della libertà e della democrazia. Basta guardare a ciò che è avvenuto gli ultimi giorni, nel mondo e in Italia.
Le stragi negli USA, a El Paso come a Dayton, non sono forse il frutto della semina sull’odio razziale e sulla diffusione delle armi come “deterrente”, si dice, per la sicurezza? Magari accompagnato dall’idea che è giusto farsi giustizia da soli? Non sono cose, queste, che vengono propagandate anche in Italia da chi sta al Governo del Paese? Non vi sembra di sentire il suono delle parole di Salvini che cavalca ogni giorno i peggiori istinti forcaioli? L’odio etnico e il suprematismo fomentato da Trump porta inevitabilmente a quegli effetti, ad una corrosione profonda del senso di comunità e del solidarismo. In fondo anche in episodi come quello della banda dei giovani “banditi dello spray” di Modena, responsabili dei sei morti di Corinaldo, o anche quello di Savona, in cui viene lanciato da una ventina di metri di altezza un cassonetto su una spiaggia dove di solito campeggiano turisti. Un ragazzino francese è in terapia intensiva. Si tratta di un indebolimento serio di quei fattori che stanno alla base della convivenza civile. Tutto questo avrebbe bisogno di una risposta forte, a cominciare dal sistema mediatico, con una campagna chiara di denuncia dei pericoli ai quali andiamo incontro. Invece dopo qualche commento indignato o preoccupato si passa subito al racconto di una politica fatta di personalizzazioni, di propaganda e di bugie. Ogni peta di Salvini su Facebook o su Twitter diventa la notizia del giorno.
Anche sul piano della democrazia le cose non vanno molto bene. Ormai assistiamo ad uno svuotamento radicale del ruolo e della funzione del Parlamento e della democrazia rappresentativa. Di conseguenza si genera uno squilibrio istituzionale e di poteri che altera di fatto la Costituzione a favore dell’Esecutivo e a danno dei cittadini. I richiami del Capo dello Stato incidono ben poco se non vengono supportati da un movimento di opinione adeguato. Si può tranquillamente scivolare verso un sistema di tipo autoritario semplicemente ignorando e aggirando la Carta Costituzionale. Ci pensavo in questi giorni vedendo le immagini della giovane diciassettenne moscovita Olga Misik che seduta in terra leggeva la Costituzione russa ai poliziotti antisommossa. Dopo poco l’hanno portata via di peso, così com’è viene fatto sistematicamente verso coloro che manifestano critiche al Governo di Putin. Anche le manifestazioni autorizzate vengono represse con centinaia di arresti. Ora anche preventivi. Ma non è una novità: da anni il regime di Putin, che ha incorporato la continuità con quello sovietico, reprime con la forza e la violenza, e talvolta anche con l’uccisione, ogni forma di seria opposizione alla sua politica. Un regime che ha ridotto al lumicino le libertà fondamentali, a cominciare da quella di stampa. Ho letto nei giorni scorsi un bellissimo libro che racconta bene, attraverso la storia di quattro persone nate agli inizi degli anni ottanta, il disfacimento dell’Unione Sovietica e l’evoluzione della Russia e dei nazionalismi che hanno portato al regime attuale. Una lettura che merita e fa capire tante cose dal titolo “Il futuro è storia” (Sellerio) scritto da Masha Gessen, una giornalista moscovita. Oggi Putin teorizza apertamente l’idea che la democrazia, il sistema democratico, non sono la soluzione adatta a governare nel mondo attuale. E purtroppo per molti, anche da noi in Italia, questa idea è da seguire.