Avrà inizio domani alla Camera la discussione sulla mozione urgente presentata dal gruppo del Pd – primo firmatario Dario Franceschini – sulla grave emergenza finanziaria che strangola gli enti locali.
E questo in un momento molto difficile per il Paese in cui tutti, specie i più deboli, avrebbero bisogno di maggiore protezione. Domani ripeteremo in Parlamento che è ora che governo e maggioranza la smettano di prendere in giro i Comuni e i cittadini con operazioni di propaganda.
Partiamo dall'inizio. In campagna elettorale Berlusconi annuncia che abolirà l'Ici sulla prima casa per tutti, non solo per le famiglie a reddito più basso che già l'avevano avuta dal governo Prodi. Dopo le elezioni il governo vara il provvedimento di abolizione, che priva immediatamente i Comuni di un'entrata certa e in tempi utili per la gestione dei bilanci, impegnandosi però a restituire interamente, attraverso trasferimenti statali, le somme perse. Ebbene, l'impegno è stato finora disatteso, e le risorse programmate per rimborsare i Comuni sono inferiori di almeno 400 milioni a quanto è stato loro effettivamente tagliato.
Come rimediare? Presto detto: Tremonti cambia le carte in tavola e dice che non tutti sono esenti dall'Ici e che per un certo numero di casi – equivalenti, guarda caso, a un gettito di circa 450 milioni – i Comuni devono chiedere il pagamento dell'Ici per gli anni 2008-2009. L'operazione è chiara. Il governo non sa come trovare i soldi per mantenere l'impegno preso e allora scarica di nuovo il problema su Comuni e famiglie: Berlusconi si è fatto bello e ciò che di negativo ne consegue ricadrà sulle amministrazioni locali.
Presentando domani la nostra mozione, diremo anche che le regole del patto di stabilità sono troppo rigide per gli enti territoriali e creano enormi difficoltà sia per garantire i servizi sia per realizzare opere pubbliche o interventi di manutenzione sul patrimonio pubblico come scuole, aree verdi, illuminazione, strade, marciapiedi. Gli enti locali non possono nemmeno contare sulla piena utilizzazione di risorse autonome che derivano dalla alienazione del proprio patrimonio. Inoltre, con gli attuali vincoli si allungano i tempi di pagamento a tutti i soggetti e le imprese che lavorano con gli enti pubblici. Tutto ciò penalizza le autonomie locali e la possibilità di rispondere alle esigenze dei cittadini, indebolisce la capacità di dare una risposta efficace alla crisi: i residui passivi sugli investimenti degli enti locali ammontano a più di 30 miliardi di euro e anche un leggero allentamento del patto di stabilità potrebbe mettere subito in cantiere almeno 5-6 miliardi di lavori. Che ossigeno sarebbe per il lavoro e le attività produttive. Invece finora il governo è stato sordo alle nostre richieste e ha preferito riproporre le grandi opere, come il Ponte sullo Stretto, buone per la propaganda, non per dare una spinta immediata all'economia e ai territori.
Speriamo che il confronto sulla nostra mozione sia un'occasione utile per far cambiare idee e orientamenti al governo. Già sulla proposta Franceschini di un assegno di disoccupazione per chi perde il posto di lavoro e non ha alcuna protezione, il centrodestra ha detto di no ma si è trovato in difficoltà, come conferma il fatto che il consiglio dei ministri di venerdì abbia deciso in fretta e furia di aumentare le risorse per aiutare i precari: briciole, che segnalano la debolezza delle politiche del governo. Ora su finanza locale e investimenti – fondamentali per lo sviluppo del Paese, impegno quotidiano di tantissimi amministratori di ogni orientamento politico – è bene che governo e maggioranza si misurino seriamente e con spirito costruttivo. Attendiamo risposte.
Paolo Fontanelli responsabile Enti locali del Partito Democratico