Le dichiarazioni odierne del ministro Matteoli sull'aeroporto di Peretola sono assai singolari e improprie per un esponente politico che si è più volte richiamato all'esigenza di parlare con coerenza e di dire "pane al pane e vino al vino".
Infatti Matteoli interviene per dare una mano al centrodestra fiorentino che propone il potenziamento dell'aeroporto e la realizzazione di una nuova pista, e che si è sentito indebolito dalle parole serie e fondate sulla competenza di un esperto, Giulio De Carli, incaricato dall'Enac di attuare gli studi per il nuovo piano nazionale degli aeroporti.
De Carli sostiene che non ha senso parlare di una nuova pista ma che semmai va migliorata la qualità e l'integrazione di un sistema aeroportuale toscano già di ottimo livello.
E' la posizione che ha espresso finora anche la Regione Toscana. Ma lo stesso Matteoli in una intervista del 13 maggio dell'anno scorso dichiarava: «No alla seconda pista di Peretola e stop ai venti di guerra tra i due aeroporti toscani che li ammazzerebbe entrambi… l'unica strada è quella dell'integrazione… il vero problema è quello non della seconda pista ma di abbreviare i tempi di percorrenza tra Firenze e Pisa. Va creata una sinergia vera tra i due scali…».
Come si vede Matteoli, già ministro delle Infrastrutture, diceva cose non molto diverse da quelle di De Carli. La contraddizione è evidente e clamorosa e non credo che bastino a giustificarla le necessità propagandistiche della campagna elettorale fiorentina. Non è un buon segno un ministro che si fa tirare la giacca dalle spinte municipalistiche. A meno che Matteoli non pensi, in modo ragionevole e legittimo, che parlare di potenziamento di Peretola significhi pensare all'ampliamento della struttura del Vespucci ma non ad una nuova pista.
In questo caso la contraddizione si tramuterebbe in una posizione fatta per non scontentare la propria parte politica ma inefficace ai fini perseguiti dal centrodestra di Firenze.
Ma comunque la si giri questa polemica non è molto edificante per il futuro di Firenze e della Toscana. Come sostiene De Carli la nostra regione ha grandi potenzialità se punta ad accrescere la qualità e l'integrazione della sua offerta nei collegamenti per aumentare l'attrattività.
Al contrario se si impegnano risorse ed energie per fare doppioni o creare sovrapposizioni si otterrà un effetto opposto. Allora, forse, è il caso di pensare un po' più in grande delle competizioni municipalistiche o delle ambizioni che non escono da un orizzonte provincialistico. A destra come a sinistra.
Il sistema toscano può darsi l'obbiettivo di diventare il terzo o quarto polo aeroportuale italiano, ma solo se esce dalle logiche localistiche.
Paolo Fontanelli, Deputato Pd