Arriva da Bangkok l'annuncio di un vaccino che ridurrebbe di un terzo il rischio di contrarre il virus dell'HIV: è una notizia da prima pagina. Alcuni ricercatori asiatici ed americani si sono presentati davanti alle telecamere informando di aver testato, con successo, il vaccino, sperimentandolo su di un campione di 16 mila volontari. È troppo tardi perché la notizia sia ripresa dalla carta stampata ma non sfugge all'online, rimbalzando di sito in sito. In Africa di Aids si parla e si piange, giornalmente, perché qui è di casa: dei due milioni di morti a causa del virus, nello scorso anno, i casi registrati nel continente sono di 1 milione e 700 mila, pari all'85% del totale dei decessi. I recenti dati pubblicati dall'Agenzia UNAIDS sono stati discussi a New York al Palazzo di Vetro, mentre a pochi metri proseguono i lavori dell'Assemblea Generale, qualcuno auguriamoci aprirà la porta per ascoltare il grido di UNAIDS e riportarlo in Assemblea, per certo non sarà Berlusconi. Le stime della pandemia sono sconcertanti ed invitano ad una riflessione attenta a partire proprio dalle disuguaglianze: dei 300 mila bambini che contraggono la malattia il 30% non arriva al primo anno di vita. In Africa solo una madre infetta su tre riceve le cure anti-retrovirali che prevengono il passaggio del virus ai neonati. Tonino, pioniere dei medici Cuamm in Africa, racconta lo sconforto di fronte ai primi casi che si verificavano, erano gli anni '80, la malattia si diffondeva rapidamente e la medicina barcollava nel buio. In questi anni sono stati fatti passi da gigante, nella prevenzione e nella cura, però entrare nello Nsambya Hospital di Kampala è aprire una ferita. Madri accovacciate a terra con in braccio i loro nudi bambini, occhi tristi, corpi stanchi, facce smunte che entrano ed escono dalle corsie, per loro nessuna speranza, questa la triste diagnosi della vita. C'è Patricia, una bambina di tre anni, vestitino verde sgargiante, mi saluta con la mano, la madre è in sala operatoria, ci sono complicazioni, non arriverà alla prossima settimana forse alla sera. Vorrei chiedere delle condizioni della piccola, manca il coraggio per una risposta scontata. L'Uganda è tra i Paesi con un alto tasso di decessi e diffusione dell'Aids. Una piaga difficile da sradicare se prima non si tenta di arginare la povertà e promuovere lo sviluppo.
Enrico Catassi – Kampala