Manca un mese alle elezioni comunali a Pisa. In questi giorni vengono raccolte le firme necessarie per la presentazione delle liste e siamo entrati formalmente nella campagna elettorale. Una campagna che per quanto riguarda il Sindaco Conti e la sua maggioranza è iniziata da tempo, con una massiccia azione di propaganda che ha invaso gli spazi degli organi d’informazione pisani, anche attraverso l’uso di notevoli risorse pubbliche. Una campagna coerente con un modo di amministrare tutto proteso al presente, con il messaggio del fare, del promettere e dell’annunciare, ma assai scarso di idee per il futuro della città. Tra l’altro impostata con propositi chiaramente contraddittori: da un lato si parla di mobilità gentile, di città ciclabile, di miglioramento degli spazi pedonali, e dall’altro si pianificano nuovi parcheggi in città con il risultato di incrementare il traffico e il congestionamento urbano. Si dicono paladini del commercio ma i negozi che chiudono aumentano a vista d’occhio, e nonostante di alcuni fenomeni monopolistici la qualità dell’offerta commerciale della città lascia assai a desiderare. Per in parlare di una serie di iniziative che hanno il sapore delle fiere di provincia più che di un progetto adeguato ad una città che punta sull’offerta per un turismo di qualità, connesso agli straordinari beni culturali di Pisa.
Eppure da molti cittadini sentiamo un giudizio positivo sull’operato del Sindaco e della Giunta, quasi sempre motivati con riferimenti ai lavori di manutenzione della città o alla realizzazione di interventi programmati da tempo. “Qualcosa hanno fatto”, si dice, e dubbiamente c’è del vero, anche se sul piano della trasparenza amministrativa le carenze sono più che evidenti. Ma ciò che manca totalmente nella riflessione collettiva è una visione e un progetto per il futuro, e se questo è un limite della destra che governa il Comune è anche un limite dell’opposizione che in questi anni non ha saputo proporre un terreno di confronto più alto, in grado di coinvolgere la città. La sola azione di denuncia, pur necessaria e talvolta meritevole, non basta o non è bastata a costruire una alternativa credibile. In questo contesto è maturata la proposta della candidatura di Paolo Martinelli che ha trovato il consenso delle forze del ampio progressista: il PD in primo luogo, ma anche Sinistra Civica Ecologista, Sinistra Italiana, Verdi, Possibile, i riformisti e infine del M5S.
Si tratta di una importante novità. Non in molti comuni si va realizzando una alleanza così larga, che corrisponde anche all’esigenza di costruire una coalizione alternativa e competitiva alla destra che governa il Paese. È giusto sottolineare comunque che intorno alla candidatura di Martinelli si è sviluppato un ricco confronto programmatico che ha portato alla definizione di un quadro di indirizzi e di proposte chiaramente ispirate ad un profondo cambiamento della città, fondato sul proposito di mettere al centro il tema del miglioramento della qualità della vita, per chi ci vive e chi ci lavora. Anche la scelta delle componenti di sinistra di confluire in una lista unica, Sinistra Unita per Pisa, rappresenta una novità positiva, che vuole segnalare l’esigenza di superare le mille frammentazioni che rendono debole l’offerta politica e elettorale della sinistra, a livello locale come a livello nazionale. E alla fine ne è uscita una buona lista, con candidature qualificate e rappresentative di idee di rinnovamento per la nostra città.
La sfida delle elezioni comunali di metà maggio sarà il primo banco di prova per il Governo guidato da Giorgia Meloni. Le scelte fatte in questi primi mesi alludono alla possibilità di una operazione di “trasformazione” della destra in partito dei conservatori, basato sulla sostanziale continuità delle politiche care ai grandi poteri economici e finanziari dell’Italia e su una dinamica che contiene insieme l’accondiscendenza verso l’Unione Europea da un lato e a inseguire spinte nazionaliste e poco europee dall’altro. Tuttavia si tratta di una destra che non rinuncia al tentativo di favorire un revisionismo storico e culturale chiaramente in contrasto con i valori costituzionali e che, soprattutto, coltiva il progetto di un cambiamento del sistema parlamentare e di governo in senso presidenzialistico. Indubbiamente la situazione che abbiamo dinanzi presenta non pochi elementi di preoccupazione.
I rapporti di forza in Parlamento sono molto squilibrati a vantaggio delle destra e l’opposizione fatica a trovare un terreno comune di battaglia. Certamente su questo piano non ci sarà il cosiddetto Terzo Polo, ma sarebbe auspicabile arrivare invece al più presto ad una intesa fra PD e M5S. L’elezione di Elly Schlein a segretaria del PD ha generato speranze e entusiasmi inattesi. I primi passi indicano la volontà di attivare un’azione di opposizione ferma e incisiva, ma in una certa portata la possibilità di portarla vanti e di svilupparla, anche sui temi più difficili come la politica estera, è collegata ad un processo di consolidamento della sua segreteria. Potremo verificare nei prossimi mesi se questa fase di rilancio dell’opposizione troverà spazio e consensi, ma è certo che intanto un primo passaggio sarà quello delle elezioni amministrative parziali del 14 e 15 maggio, e Pisa c’è dentro. Per questo dobbiamo fare tutto il possibile per dare una mano.
P.S. Continua la pubblicazione sul taccuino di questo sito delle piccolo cronache politiche degli anni in cui ero segretario della Federazione pisana del PCI-PDS che scrivo sulla mia pagina di Facebook. Non so quanti la leggono ma ricevo diversi incoraggiamenti. Forse è perché talvolta un po’ di nostalgia sopravviene per chi ha una certa età, ma allo stesso tempo avverto la richiesta di tenere viva la memoria su vicende e passaggi che hanno segnato l’impegno di tante persone e che talvolta si tenta di rimuovere.