Nonostante i grandi giornali e le tv facciano di tutto per accreditare una versione moderata del Governo guidato da Giorgia Meloni, in cui la premier si fa carico di mediare e temperare le posizioni più spinte della destra e della Lega, la realtà delle cose invece mette in risalto una seria preoccupazione per la tenuta di un accettabile clima civile e democratico nel Paese. Le reazioni alla tragedia di Cutro, con il rifiuto totale a prendere in considerazione le responsabilità dello Stato sul mancato soccorso e la mancanza di un minimo di umana solidarietà per la morte di più di settanta persone, tra cui tanti bambini, sono un’ulteriore dimostrazione di ciò con cui abbiamo a che fare.
Dei giorni scorsi possiamo ricordare l’assenza di una dichiarazione della Meloni sul pestaggio fascista verso uno studente a Firenze; il tentativo di far passare in Parlamento un emendamento della destra volto a cambiare la legge elettorale sui comuni, pensato come un piccolo golpe per cambiare le regole a proprio vantaggio in vista delle elezioni di maggio (probabilmente ritirato per un alt posto dal Capi dello Stato); l’intervento arbitrario della polizia, non richiesto dalle autorità scolastiche, per bloccare un’assemblea in una scuola superiore a Piazza Armerina in cui si dibatteva sulla liberalizzazione delle droghe leggere; atteggiamenti arroganti e un po’ intimidatori verso promotori di inchieste giornalistiche; fino al sistematico sviluppo di un clima di odio e di contrapposizione politica.
Mentre sul piano delle politiche economiche e sociali si fanno scelte che mirano a soddisfare categorie e settori economici intermedi e agiati allo scopo di salvaguardare e guadagnare consensi elettorali. Ovviamente rassicurando i centri finanziari italiani e europei che sono stati i principali sostenitori del Governo Draghi. In questo contesto politico, assai pesante se non inquietante, fa fatica a dispiegarsi una forte iniziativa dell’opposizione. Scontiamo ancora le divisioni che hanno portato alla sconfitta del 25 settembre. In Parlamento ma anche nel Paese.
Sono ancora pochi i segnali di una effettiva comprensione, a livello dell’opinione pubblica più sensibile, di ciò che è avvenuto e dei pericoli di restringimento che può correre la democrazia. Finalmente un fatto nuovo e positivo si è manifestato con la vittoria di Elly Schlein alle primarie del PD. Inatteso e realizzato attraverso una larga partecipazione, caratterizzata anche dal un certo recupero verso le aree della delusione e del disimpegno. Questo significa che è possibile, sull’onda del cambiamento, rimotivare molti elettori che si sono rifugiati nel non voto. Una scossa che ha rianimato il PD, ma che adesso deve misurarsi con la capacità di concretizzare la linea politica che Elly Schlein ha proposto, sulla giustizia sociale come su quella ambientale e i diritti. Una linea che sposta decisamente a sinistra la traiettoria politica del PD. Vedremo nei prossimi mesi con quale livello di azione e di mediazione sarà possibile raggiungere questo obbiettivo. Almeno io guardo con molto interesse e curiosità alla fase nuova che si è aperta. Intanto tra poco, a maggio, si voterà in molte amministrazioni comunali.
A Pisa sarà una battaglia difficile. E’ comunque importante che sulla candidatura di Paolo Martinelli si sia formata una coalizione di centrosinistra con un buon livello di coesione. Il Sindaco Conti e il centrodestra stanno scommettendo tutto sui lavori pubblici e sulle manutenzioni, insieme a annunci e promesse di vario genere, e con il sostegno di gran parte dei mezzi di comunicazione e con investimenti significativi. I dati dicono che c’è un consistente aumento dei mutui e quindi dell’indebitamento del Comune, ma queste sono cose che i cittadini non vedono anche se le pagheranno dopo. Ma i problemi del congestionamento urbano, del traffico e dell’inquinamento dell’aria si confermano nella vita cittadina di ogni giorno. Comunque quello che manca è un progetto per il futuro della città, per il miglioramento della qualità della vita e per la tenuta qualitativa dei grandi servizi cittadini. Dalla formazione, la ricerca, la sanità fino all’offerta culturale. È su questo piano che dobbiamo dare una mano a Martinelli. Ci sono, secondo me, molte persone orientate a sinistra che sottovalutano questa scadenza, mentre è chiaro che le amministrative saranno anche un passaggio di valutazione sul consenso del Governo della destra, locale e nazionale.
P.S. Ho deciso di scrivere a puntate sulla mia pagina facebook (e di riportali anche sul taccuino di questo sito) una serie di pezzi di cronaca politica pisana riferiti agli anni in cui sono stato segretario della Federazione pisana del PCI prima e del PDS poi. Cioè dal 1988 al 1995. Questo perché mi è capitato di leggere ricostruzioni e commenti, soprattutto sui social -ma non solo- di vicende pisane di quegli anni del tutto errati o infondati. E forse è anche utile provare a sollecitare curiosità e conoscenza per l’evoluzione della politica nel nostro territorio.