Il confronto tra il Presidente Museveni ed il monarca del Buganda (antico regno dell'Uganda) è, al momento, cessato. La situazione che rischiava di deteriorarsi, celermente e drammaticamente, in una guerra civile sembrerebbe rientrare alla normalità.
Il pronto intervento di mediazione da parte dei rappresentanti religiosi ha avuto i suoi frutti. Nel weekend appena trascorso la diplomazia ecclesiastica ha messo in campo tutta la sua influenza per calmare gli animi ed evitare un nuovo spargimento di sangue. In particolar modo, il Vescovo di Kampala, Monsignor Kizito Lwanga, ha saputo convincere entrambi i leader a fare un passo indietro ed iniziare una trattativa costruttiva. La contestata visita del re Kabaca nella città di Kayunga è stata cancellata, come chiedeva ed auspicava il governo. Allo stesso tempo, le forze militari che presidiavano il palazzo reale sono state rimosse.
I segni dei brutali incidenti sono, tuttavia, ben visibili: negli slum decine le auto incendiate, vetrine in frantumi e centinaia di arresti. Il ritorno alla calma ha permesso la riapertura dei negozi e la ripresa delle attività. La città rimane invasa dai militari. Mezzi anti-sommossa e camionette presidiano le vie principali in un clima di apparente tranquillità. Non è ben chiaro chi sia o se vi sia stato un vincitore, è evidente che il monarca gode di una maggiore popolarità e carisma tra la popolazione ugandese, sia nelle classi più povere che nella borghesia cittadina. Mentre, da parte sua il Presidente Museveni può contare sulla fedeltà dell'esercito e della polizia. Lo scontro è rimandato? L'incidente risolto? Forse. Oggi, a Kampala è una bellissima e soleggiata giornata di pace.