In attesa dei risultati del primo turno delle elezioni amministrative di Pisa approfitto dell’attesa per mettere su Facebook e nel taccuino del sito le ultime tre “puntate” di una breve cronaca sulla politica pisana relativa ai primi anni novanta, il periodo i cui avevo la responsabilità di segretario della Federazione del PCI e poi del PDS. Ho ricordato sinteticamente, anno per anno, i passaggi principali della politica cittadina attingendo oltre che alla memoria a appunti e ritagli di giornali rimasti in un cassetto.
Lo stimolo a scrivere queste note mi è venuto perché ho ascoltato o letto, più volte, ricostruzioni o narrazioni su quegli anni del tutto forzate o sbagliate. Soprattutto nella rappresentazione del principale partito della sinistra e della città come di una realtà chiusa, burocratica, impermeabile ai rapporti con la società civile. Ma non era così, anzi credo sia difficile riscontrare oggi realtà politiche di sinistra con una pratica democratica come quella di allora, assai lontana dalle logiche personalistiche e correntizie che dominano il panorama politico attuale.
Alcuni mi hanno chiesto il perché della sinteticità delle note e dell’assenza di una mia riflessione e di un giudizio più articolato su quegli anni e su quell’esperienza. Questa domanda mi pone certamente un problema sul quale dovrò ragionare, ma l’esigenza da cui sono partito non era quella di fare una sorta di ricostruzione storica, non ne sarei capace, ma quella di fare delle precisazioni utilizzando uno strumento come Facebook che di per sé richiede sinteticità. Comunque la pubblicazione di queste note sul taccuino di questo sito consente una lettura d’insieme forse più interessante e comprensibile.
Colgo l’occasione anche per pubblicizzare una iniziativa dell’editore Felici che ha organizzato per venerdì 19 maggio la presentazione di due libri che parlano di Pisa, usciti durante il periodo della pandemia con poche opportunità di discuterne. Ma il tema è indubbiamente di grande attualità.