Le notizie principali di questi ultimi giorni e ore dell’anno si indirizzano su tre punti. Il primo, quello più politico, sta nell’operazione sostenuta da diverse parti del sistema mediatico, e dai rispettivi padroni (pardon: proprietari…), di cercare di far passare l’idea che il serafico Paolo Gentiloni si sta affrancando da Matteo Renzi, ormai considerato in caduta di credibilità. Questa operazione sarebbe propedeutica a rilanciare il PD, oggi in difficoltà di consensi da quanto viene fuori dai sondaggi, attraverso un processo di revisione dell’immagine renziana assunta dal partito. Per alcuni anche lo stesso Renzi, presa visione delle difficoltà, si starebbe orientando per una campagna elettorale molto diversa da quelle precedenti, mettendo cioè il freno sulla sua innata propensione alla personalizzazione assoluta del suo ruolo politico. Chissà, vedremo. Tuttavia non credo che il problema di fondo, la sostanza delle prossime elezioni politiche, sia nella impostazione mediatica e comunicativa. Certo, forse, peserà come e più di altre volte. Tra l’altro l’informazione televisiva pubblica, mi riferisco ai tg della Rai, di tutti e tre le reti, non è mai stata così univoca e asservita come adesso al potere politico. Fa rimpiangere non poco il pluralismo partitocratico della prima Repubblica. Ma comunque la battaglia politica e elettorale dovrà fare i conti con la realtà delle cose. E questa ci dice, e sono le altre notizie importanti di questi giorni, che la situazione dell’Italia non è affatto buona. La fotografa l’Istat con l’Annuario statistico del 2017. Un Paese di anziani, con più poveri e meno studenti, e con un’occupazione sempre più precaria e con un numero di imprese in diminuzione. Altri dati ci parlano dell’aumento delle diseguaglianze e dei ricchi che diventano sempre più ricchi, con la forbice degli squilibri sociali che si allarga, nonostante i segnali di ripresa economica. Anzi c’è il sospetto che se non cambia profondamente il segno delle politiche economiche seguite fin qui la ripresa in atto accentuerà ancora proprio quel divario sociale e la sua insostenibilità. Per questo certe affermazioni all’insegna dell’ottimismo fatte in questi giorni appaiono almeno affrettate. Poi è arrivato l’annuncio degli aumenti che scatteranno all’inizio del nuovo anno su luce, gas e autostrade. Ho letto che non saranno rincari da poco. E questi colpiranno allo stesso modo tutte le famiglie, a prescindere dal loro reddito. Cioè avranno un impatto maggiore sui più deboli e i più poveri.
Ecco, questo è il vero tema delle elezioni, più della governabilità. Perché se anche dal voto esce una maggioranza numerica solida ma le politiche che si fanno sono le stesse, e non si affronta il problema delle diseguaglianze, il Paese non va lontano e il malessere sociale, il rancore diffuso raccontato dal Censis, non si attenuerà. Per questo la prima necessità è quella di rimettere insieme un progetto di cambiamento che riprenda e rinnovi i valori della sinistra e i principi della nostra Costituzione. Senza questo progetto, senza una forza che ne interpreti in modo incisivo e coerente i contenuti in Parlamento, questo cambiamento, questa svolta, non ci sarà. Sta tutto qui il senso della sfida elettorale promossa da “Liberi e Uguali”. E sta qui anche l’augurio principale per l’anno nuovo. CON I MIGLIORI AUGURI DI UN BUON 2018 !
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