Le notizie di queste ultime ore consigliano una attenta riflessione in una campagna elettorale in cui, per dirla con una citazione rilanciata da Francesco Guccini, “tante bocche parlano e pochi cervelli pensano”. Il primo episodio, verso cui proviamo un forte dolore insieme ad un senso di impotenza, è la tragica morte sul lavoro di Alessandro Colombini, saldatore, caduto da una impalcatura di 14 metri alla Seven Stars sul canale dei Navicelli. È l’ennesima. L’Italia colleziona il pessimo record delle morti sul lavoro. Non è accettabile in un Paese civile. Di come sono andate le cose non sappiamo molto, tuttavia il timore che nelle misure di sicurezza qualcosa non fosse a posto c’è e chiede risposte chiare. Sarà la magistratura ad accertare i fatti e le responsabilità, ma ci auguriamo che ciò avvenga presto e senza lasciare ombre sulla vicenda. Il tema della sicurezza sul lavoro cammina insieme a quello dei diritti e della dignità del lavoro, e quando si svalutano e si riducono i diritti tutto diventa più difficile, e anche la precarietà cronica e diffusa diventa una scelta per difendere la competitività delle imprese. Così non va. Bisogna restituire al lavoro tutto il suo valore, che quello di garantire redditi e dignità alle persone.
Il secondo problema che voglio evidenziare è quello della sicurezza rispetto ai fenomeni delinquenziali. Tema che viene spesso utilizzato in modo strumentale per alimentare paure e attizzare odio di tipo sociale e razzista. E allora si strilla alla necessità di stabilire la legittima difesa, con le armi, come fa Salvini, fino ad arrivare all’idea del farsi giustizia da soli, come ha fatto il fascioleghista Traini a Macerata. Una campagna all’insegna di un allarmismo bugiardo e ingannevole, che semina un veleno assai pericoloso e difficile da assorbire. In Italia la legittima difesa è già prevista dalle nostre leggi, come dimostra l’archiviazione decisa dalla magistratura pisana per Daniele Ferretti, il gioielliere che sparò, sotto la minaccia di una pistola, ad un bandito nel suo negozio. Si difese, e l’indagine ha chiarito la vicenda. Dire, come fa la Lega, che non basta, che tutti si devono armare e poter reagire senza scrupoli di sorta, significa proporre il Far West. E una ulteriore riprova viene dalla Florida in queste ore. Da Parkland, considerata una delle più sicure città americane, dove la mania e la libertà al possesso e all’uso delle armi ha prodotto una nuova strage di ragazzi in una scuola. E non ci vuole molto a vedere che negli Stati Uniti, dove la diffusione delle armi per uso personale è molto estesa, il livello della violenza e della criminalità è tra i più alti del mondo. Quello che sotto i fumi della campagna elettorale propone Salvini all’Italia è un processo di degradazione morale e civile, destinato a rendere ancora più difficile e preoccupante la convivenza democratica del Paese. Bisogna respingerlo senza tentennamenti.
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