La situazione politica sembra vivere sull’attesa del giudizio europeo sulla manovra economica varata dal Governo gialloverde. Una bocciatura annunciata e ampiamente ricercata. E’ evidente il senso propagandistico delle scelte di Salvini e Di Maio, tutto rivolto verso la scadenza delle elezioni europee della prossima primavera. Per allora non sarà possibile alcuna verifica sui provvedimenti annunciati e manterranno intatto il carattere della promessa, nonostante i dubbi concreti sulla loro efficacia effettiva. Mentre dall’altro lato si combatte contro una Europa che vuole impedire all’Italia di realizzare quelle misure. Quindi c’è la battaglia elettorale e c’è il nemico. In più si attizzano al massimo le preoccupazioni e le percezioni sul tema della sicurezza, alimentando un clima di intolleranza e di odio che fa comodo anch’esso in una fase elettorale. Basta pensare alla decisione di dare priorità alla legge sulla legittima difesa, che modifica una normativa già esistente e funzionante, con l’obbiettivo di favorire la diffusione delle armi. In sostanza il messaggio è quello che bisogna difendersi da soli tenendo in casa la pistola, o altro, per farsi giustizia sul posto. E ciò ignorando il fatto che più sono le armi in giro e più vengono utilizzate. Anche in caso di “grave turbamento” e non solo di aggressione armata, come dice la legge. Una scelta che di fatto aumenterà notevolmente la paura e l’insicurezza. Ma ovviamente per dare la caccia ai voti non sono mancate anche le misure per strizzare l’occhio agli evasori. E così ecco il condono. Anzi due, con quello clamorosamente clientelare sugli abusi urbanistici nell’isola di Ischia, inserito addirittura nel decreto per Genova e fortemente voluto da Di Maio in pieno stile politicante da prima repubblica. In questo contesto risulta difficile, purtroppo, individuare una opposizione di sinistra capace di prospettare un’alternativa credibile. Eppure gli ingredienti ci sarebbero, a cominciare dal diffuso malessere sociale che continua ad agitare una grande parte della società l’italiana: il lavoro sempre più precario, i redditi che perdono valore, le diseguaglianze sempre più visibili, i giovani che non vedono futuro, lo Stato e i servizi pubblici che appaiono sempre più lontani. Ecco, di questo dobbiamo tornare presto a discutere.
Ovviamente senza dimenticare di mettere a fuoco i rischi per la nostra democrazia costituzionale, connessi alla crescita dell’estrema destra al Governo. Mi riferisco alla Lega di Salvini. Ne abbiamo parlato alla presentazione del libro di Gianluca Passarelli e Dario Tuorto, edito dal Mulino, che analizza profondamente la realtà della Lega negli ultimi anni. Uno studio più che un saggio e davvero interessante.
Ma venendo ai problemi del nostro territorio un paio di valutazioni vanno fatte. La prima è che la priorità assoluta in questa fase è quella di spingere per avere le risorse e gli interventi promessi a difesa de Monti Pisani gravemente feriti dall’incendio. Prima possibile. Fa bene il Sindaco di Calci, insieme a quelli di Vicopisano, Vecchiano, e a tutti gli altri, a chiedere risposte rapide e concrete. E la coesione del territorio è un fatto importante.
La seconda riguarda ancora una volta il tema dell’aeroporto. Ne avevo scritto nei passati interventi su questo sito. In particolare nel Punto del 9 ottobre. Ho letto della discussione avvenuta in Consiglio Comunale a Pisa due giorni fa e come si paventava la “posizione intransigente” della Lega, espressa dalla commissaria regionale Susanna Ceccardi, si è appannata velocemente, per non dire contraddetta, dopo gli interventi fiorentini e romani. Qualche settimana indietro la Ceccardi, spalleggiata dai leghisti pisani aveva dichiarato che il progetto sulla nuova pista di Peretola andava ridimensionato mentre per Pisa si proponeva di realizzare una terza pista, necessaria secondo me per tutelare la città dall’impatto della crescita dei flussi di traffico. Posizione che non inventava nulla di nuovo ma riprendeva motivate e argomentate valutazioni già espresse in passato. Ma il fatto interessante era che questa presa di posizione, su Peretola in particolare, si avvicinava in qualche modo a quella del M5S. Cioè teneva insieme la maggioranza di Governo. E dunque dotata di una certa consistenza. Poi qualcuno da Roma, si dice Salvini, dopo le rimostranze dei poteri economici fiorentini, ha fatto sapere che forse non andava bene, che la posizione illustrata dalla Ceccardi era troppo audace. Allora ecco che in Consiglio Comunale la Lega vota contro ad un ordine del giorno che, guarda caso, sosteneva il ridimensionamento del progetto di Peretola e il potenziamento, con la terza pista, del Galilei. Ed ecco che si incrinano alcune certezze: finora si diceva in giro che il Comune di Pisa, dopo le recenti elezioni, è diretto in realtà dalla Ceccardi e da Ziello, e comunque da fuori Palazzo Gambacorti; ma adesso bisogna prendere atto che anche loro prendono ordini, sulle materie locali, dai lidi romani. E per una forza politica che per tanto tempo aveva fatto dell’autonomia locale il fulcro della sua iniziativa la contraddizione è più che evidente. Ma soprattutto sorprende la faciloneria e la disinvoltura con cui si annunciano o si promettono propositi che vengono smentiti con una rapidità ragguardevole. Ci diranno, anche in questo caso, che tra pochi mesi ci sono le elezioni a Firenze e quindi non c’è altro da fare. Del resto questo è il massimo di visione e di capacità progettuale per la città e il territorio che queste forze e questi amministratori possono esprimere. Almeno per ora.