Stamani nel Collegio dei Questori abbiamo fatto il punto sul bilancio della Camera. Abbiamo visto il consuntivo del 2016 e lo stato dell’assestamento per il 2017. L’azione che stiamo portando avanti sul contenimento dei costi e della spesa sta dando buoni risultati. Anche quest’anno saremo in grado di restituire una cifra consistente al bilancio dello Stato. I risparmi conseguiti ci permettono di arrivare ad 80 milioni, sempre partendo da una diminuzione consolidata della dotazione annuale di 50 milioni. Quindi il totale delle azioni portate avanti sul piano del risparmio per il 2017 si attesta su 130 milioni. Non è poco su un bilancio che ruota attorno al miliardo. Questi risultati li abbiamo esposti alla Presidente della Camera Laura Boldrini e saranno oggetto di valutazione nella riunione dell’Ufficio di Presidenza della prossima settimana.
Ma sia nel Collegio che poi nell’UdP, convocato per le 13.30, abbiamo discusso anche degli episodi di grave violazione del regolamento della scorsa settimana, quando molti deputati del M5S bloccarono i lavori d’Aula in diretta tv e dopo tentarono una azione di intimidazione e di aggressione verso la riunione dell’organismo di governo della Camera presieduto dalla Presidente. Come da regolamento e sulla base degli accertamenti e dell’istruttoria fatta dai Questori, sono state erogate le sanzioni di interdizione dai lavori parlamentari per i deputati responsabili di quei gravi episodi. Ovviamente il M5S, che nel merito dei fatti non ha fatto alcuna contestazione e il suo rappresentante si è astenuto sul provvedimento disciplinare, nel pomeriggio ha protestato inscenando il teatrino del vittimismo. Tuttavia sul piano politico, e questo l’ho detto anche nel mio intervento in UdP, è assai preoccupante, per quanto riguarda il M5S, che sia nel merito delle questioni che pongono come prioritarie che nel metodo arrogante e prepotente con cui le sostengono, che non si rendano conto di portare carburante ad un sentimento preminentemente anti parlamentare. Da quel modo di fare politica non nasce una domanda di rinnovamento, di trasparenza e di pulizia delle istituzioni, ma si afferma una linea di rifiuto del parlamentarismo e una domanda di autoritarismo. Altro che difesa della Costituzione!
Sul piano dei temi politici della giornata la cosa più strana è l’ipotesi non smentita di un tentativo di Renzi volto a cercare un accordo con il M5S sulla legge elettorale. Si tratterebbe di una intesa al ribasso, basata sul proposito di intervenire sulle norme attuali, così come sono uscite dalla Consulta, solo per fare un adeguamento fra quelle della Camera e quelle del Senato. In sostanza per portare il premio del 40% e i capilista bloccati anche al Senato e per omogeneizzare le soglie di sbarramento, che ora sono al 3% alla Camera e all’8 al Senato. Spero che non sia vero, ma i commenti fanno pensare. Mentre, se si vuole ricostruire un minimo di fiducia fra la politica e i cittadini, la prima cosa da fare sarebbe proprio quella di eliminare i capilista bloccati (che portano ad un Parlamento composto per 80% di nominati dai capi partito) e fare collegi uninominali di dimensioni accettabili territorialmente, in cui gli elettori possono giudicare e scegliere i propri rappresentanti. Inoltre con i collegi di grandi dimensioni previsti adesso con l’Italicum, la battaglia per gli spazi disponibili sulle preferenze sarebbe molto costosa e tale da incentivare firme improprie di finanziamento. Esattamente il contrario della trasparenza e della moralizzazione tanto evocata. Di questi temi discuteremo nell’iniziativa del 10 aprile.
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