Oggi è stata una giornata parlamentare, alla Camera, molto bella. Lo era già di prima mattina perché sapevamo che entro la sera la legge sulle unioni civili sarebbe stata approvata in via definiva. Le polemiche sulla scelta di mettere la fiducia, pur comprensibili, erano destinate a durare poco di fronte ad un fatto così importante e tanto atteso. E così è stato. Io comunque mi ero preparato bene all'evento di prima mattina guardando un bel servizio su Bob Marley a trentacinque anni dalla sua scomparsa, con immagini ricche dei colori e alcuni pezzi strepitosi che non sentivo da un po' di tempo. Tanto che gli impegni della mattinata sono volati, nonostante il merito non proprio appassionante dei problemi affrontati che riguardavano questioni connesse al personale e al confronto con le dodici sigle sindacali. Dunque il pomeriggio, con il voto di fiducia e poi quello finale, si è rivelato all'altezza delle attese. Nel senso che è emersa in tutta la sua importanza la valenza straordinaria della legge stavamo approvando.
La percezione di un passo avanti indiscutibile sul piano civile e democratico della realtà del nostro Paese è diventata forte e concreta. In particolare nella fase delle dichiarazioni di voto, almeno secondo la mia impressione. Le posizioni becere e retrive della Lega e della destra; quelle incerte e strumentali di Forza Italia che hanno visto comunque significative defezioni di figure come quelle della Carfagna o della Prestigiacomo e di altri; quelle faziose, contraddittorie e opportunistiche del M5S che dopo aver fatto fuoco e fiamme contro il PD si è rifugiato nell'astensione; alla fine sono state costrette, dalla forza delle cose e della civiltà, a lasciare il passo alla novità di una legge improntata all'esigenza rendere la normativa italiana più vicina e aderente alla società e ai suoi mutamenti. Certo si poteva fare di più, come prevedeva la prima proposta della Senatrice Cirinnà, ma il compromesso trovato al Senato dopo la defezione dei cinque stelle rappresenta comunque un risultato molto avanzato. E il bell'intervento del deputato PD Alessandro Zan lo ha reso chiaro ed evidente a tutti. Ci pensavo ricordando che il Comune di Pisa è stato il primo in Italia a istituire il registro per le unioni civili. Lo fece l'amministrazione guidata da Piero Floriani molti anni fa, quasi venti. Un sindaco cattolico di sinistra, iscritto allora ai DS, che manifestò coraggio e indicò una percorso che ha fatto da riferimento per tante amministrazioni. Ma quanto tempo… Ora, finalmente, ci siamo arrivati.
Da stasera possiamo dire che sul piano civile il nostro Paese è senz'altro migliore di ieri. Ed è indubbiamente un successo del PD e del Governo quello di aver tenuto ferma la barra sull'obiettivo dell'ampliamento dei diritti civili. In questo senso bisogna apprezzare senza remore la posizione del gruppo di Sel e Sinistra Italiana che dopo aver votato contro la fiducia ha invece votato compatta mente la legge.
2 Commenti
Sono d’accordo. E spero che l’Italia migliori in altri contesti ispirandosi a questa conquista di civiltà.
SCUOLA DI POLITICHE INCONTRA PISA.
OGGI ALLE 17 AL S. ANNA
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