Il Governo ha varato la manovra economica (DEF) confermando la logica propagandistica seguita fin dalla sua nascita. Il pensiero è esclusivamente rivolto alle prossime elezioni europee e dunque non conta niente ragionare sugli effetti che la manovra avrà sul Paese e sul suo futuro. E su quello delle giovani generazioni in particolare. Nessuno dei provvedimenti previsti punta realmente a ridurre le diseguaglianze, non c’è nessuna redistribuzione della ricchezza e nemmeno una seria lotta alla povertà. Per adesso quello che si vede concretamente, più degli effetti sulle pensioni o del reddito di cittadinanza, è il condono fiscale per gli evasori. Viene giustificato con l’esigenza di fare cassa ma, in realtà, ha un segno sociale che punta al consenso di settori non propriamente rispettosi delle regole. E non sono certamente settori che vivono in povertà. Ma non c’è da sorprendersi: la Lega sfrutta politicamente la paura e il risentimento dei ceti più colpiti dalla crisi, ma è ben salda nell’idea di rappresentare gli interessi economici delle zone più ricche del Paese, a cominciare dal Nord Est, sulla base di una difesa dell’assetto attuale del sistema neoliberista secondo cui le tasse vanno abbassate innanzitutto ai ricchi e guai a parlare di interventi sui patrimoni. Indubbiamente chi guida il Governo è Matteo Salvini, e Luigi Di Maio si adegua. E bisogna fare senza fare grandi sforzi.
Ma quello che preoccupa in misura maggiore è il sentimento di intolleranza e di discriminazione che questa maggioranza guidata dalla destra leghista sta seminando nel Paese. I casi di Lodi, con la discriminazione verso i bimbi di famiglie immigrate, e di Riace segnalano una volontà precisa di sdoganare e diffondere un senso comune razzista. Qualche giorno fa il Foglio ha pubblicato un articolo di Adriano Sofri che, prendendo le mosse da un libro di analisi sul fascismo, dava l’allarme sul rischio di una involuzione profonda. Il titolo era “L’ombra del ventennio” e indicava le assonanze con i giorni nostri. Ho appena finito di leggere il romanzo di Antonio Scurati “M. Il figlio del secolo”, che narra gli anni della conquista del potere da parte di Mussolini, al quale segue il racconto sulla “marcia su Roma” scritto da Emilio Lussu del 1931; qualche assonanza, fatte le debite differenze storiche, con il clima politico e i comportamenti attuali di alcuni personaggi, si intravede chiaramente. Se conoscere la storia serve, come si dice, a non ripetere le tragedie del passato, ne consiglio la lettura. Io proseguirò leggendo il libro appena pubblicato dal Mulino “La Lega di Salvini” che sarà presentato a Pisa martedì prossimo e che mi hanno chiesto di commentare.
Quanto a noi, alla sinistra, alle forze che sono chiamate a costruire una alternativa praticabile all’attuale situazione italiana, mi auguro che si sblocchi quanto prima la situazione di incertezza e di paralisi che sta attraversando il progetto di trasformazione della lista di Liberi e Uguali in un nuovo soggetto politico. Penso che anche le elezioni della Baviera, con la straordinaria avanzata dei Verdi, e pure l’accordo in Spagna tra i socialisti e Podemos, ci indichino l’esigenza di rilanciare quel progetto. Di questo, spero, si discuterà nel coordinamento nazionale di ArticoloUNO-Mdp convocato per venerdì a Roma.
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