Ieri due appuntamenti romani. Il primo un seminario sulle riforme istituzionali promosso da Luciano Violante con la partecipazione di una ventina di costituzionalisti. Il confronto serviva a mettere a punto una proposta di rilancio dei valori costituzionali per contrastare gli attacchi di Berlusconi, ma anche le insidie che vengono da una difesa immobile delle inefficienze del sistema democratico. Ho seguito i lavori commentandoli con Cuperlo. C'è una buona base di partenza. Vedremo… Poi, nel tardo pomeriggio, è iniziata il dibattito generale in aula sul disegno di legge per il riordino degli Enti Locali in attuazione dell'articolo 118 della Costituzione. A me hanno dato la parola alle 20.35, quando era appena iniziata la partita dell'Italia. Dopo di me erano programmati altri cinque interventi. Io ho parlato per quindici minuti (quelli previsti) e ho motivato il giudizio negativo del Pd per l'approccio minimalista, scarsamente riformatore e poco autonomistico delle norme proposte. In più con l'evidente contraddizione di una manovra economica, che sta camminando in parallelo, fortemente penalizzante per i Comuni e le Regioni. Infine ho spiegato alcuni emendamenti che riproponiamo dopo la bocciatura in commissione, tra i quali l'istituzione dell'Anagrafe degli Eletti. Da domani inizieremo a discutere nel merito degli emendamenti. Purtroppo finora non sembrano esserci defezioni nella maggioranza. Speriamo.
Invece cresce il clima sulla manovra economica che è in discussione al Senato e poi passerà alla Camera. Le uscite di questi giorni del Presidente del Consiglio e dei ministri Tremonti e Sacconi hanno dato il segno della posta in gioco e la prima pagina de l'Unità di stamani né dà una rappresentazione (la trovate in allegato). Convincente mi è parso l'articolo di Massimo Giannini su Repubblica-Affari e Finanza di stamani (sempre in allegato). Intanto il Pd ha varato un documento con le sue proposte che sarà al centro della manifestazione di sabato prossimo a Roma (lo trovate sabato prossimo). L'idea è che bisogna contrastare decisamente la manovra accompagnando la contestazione con proposte alternative. Sulla situazione di Pomigliano ho trovato anch'io, come Domenico, interessante il pezzo di Luciano Gallino, sempre su Repubblica. L'analisi è cruda e preoccupante. La via d'uscita un gran problema.
Venendo al blog. Ho letto stasera il lungo elenco degli interventi. Meno male che discutete fra voi perché a starvi dietro sarebbe un problema. Non come quello di Pomigliano, però…. Se vi domandate perché ho guardato i commenti solo stasera e non sabato o domenica posso dirvi che sono rimasto bloccato dalla città militarizzata. In questo fine settimana la città era deserta, nessuno in giro e blocchi polizieschi in più punti. E in quel clima bisognava fare lo slalom per non farsi riprendere dalle telecamere, perché, chissà, se ti vedevano che magari ridevi o stavi con qualcuno quali conseguenze. Allora ho camminato lungo i muri e ho trovato la compagnia solo di qualche spacciatore, che delle telecamere si fa una beffa, e qualcuno che faceva toilette dietro i cassonetti. E per tornare a casa, davanti al pc, ce n'è voluta. Chissà quanta polizia ci vorrà per la luminara….
Ma tornando alle cose serie: dei CIE, così come sono pensati e impostati, penso male. La formula para carceraria è sbagliata e inumana. Credo che si dovrebbe fare qualcosa di diverso, finalizzato all'integrazione e all'inserimento nel mondo del lavoro. Un percorso di identificazione e di regolarizzazione fondato sull'apprendimento della lingua, delle regole fondamentali e di un minimo di formazione professionale. Però Sergio mi dovrebbe spiegare perché dei 14 presidenti di regione oggi ne abbiamo la metà: se le cose cambiano, tanto più se in peggio, bisogna farci i conti. Comunque di Pisa parleremo più approfonditamente i prossimi giorni. Intanto voglio commentare solo due cose. La prima riguarda le domande che mi sono state fatte sugli usurai e sull'invasione dei commercianti in consiglio comunale. Sono contro gli usurai che non hanno alcuna giustificazione e sono felice quando vengono presi, denunciati e repressi. Allo stesso modo sono contrario a chi affitta al nero alle famiglie o agli studenti, e più volte ho sollecitato la Guardia di Finanza a fare di più per individuarli. Ma sarebbero di meno se, soprattutto tra gli studenti, trovassero meno disponibilità ad affittare al nero. Come si vede la difesa della legalità si pone anche con sfaccettature diverse ma non regge se si interpreta a seconda delle convenienze. Perché non bisogna far finta di non sapere che l'emergenza casa posta da alcune delle famiglie occupanti di via Marsala, quando diventa un problema del Comune, deve fare i conti con l'emergenza di decine e decine di famiglie bisognose che sono nelle graduatorie regolari e che aspettano un alloggio da tempo con pieno diritto. Il Comune di Pisa ha fatto molto per la casa in più di un decennio. Ma nonostante ciò le risorse non sono sufficienti a far fronte alla domanda. Comunque gli alloggi consegnati non sono pochi, così come rilevante è il numero delle assegnazioni, tramite regolare graduatoria, a immigrati o rom residenti, scontando anche situazioni di difficoltà nei rapporti con i condomini. Ritengo quindi forzate e ingenerose certe polemiche. Infine sui commercianti penso che la loro posizione sia sbagliata perché i loro problemi vengono dalla crisi e dal calo dei consumi e non certo dalla chiusura notturna dei lungarni. E se occupano uno spazio pubblico non autorizzato devono essere sgomberati anche loro. Ripeto: le regole valgono per tutti e il buon senso può solo aiutare al loro sostanziale rispetto.
39 Commenti
On Fontanelli,
peccato che nel weekend si sia fatto prendere dalla paura che gli apparati di sicurezza finiscono spesso per indurre. Se invece di camminare lungo i muri, tra spacciatori e imbrattatori, avesse preso coraggio e fosse giunto fino al ponte di Mezzo, sabato pomeriggio avrebbe potuto notare una bella iniziativa: i ragazzi di Rebeldía hanno allestito una barca offrendo un giro gratuito sull’Arno ai cittadini, fra spettacoli e zucchero filato. Incuriosito, sono salito anch’io sulla battello, circondato da tante mamme con bambini (per chi non c’è stato: http://www.youtube.com/watch?v=SuXT8m4osvk&feature=player_embedded). Le dirò, ho trovato un’atmosfera accogliente e festosa. Niente a che vedere con le tinte fosche con cui lei ha dipinto quella sinistra radicale che vorrebbe far vincere la destra a Pisa… Evidentemente, si tratta di due cose ben distinte. Capisco che questi di Rebeldía siano su posizioni diverse dall’amministrazione pisana, ma mi pare che facciano tante belle cose per Pisa. Un bel segnale di impegno, non solo giovanile, in un’età di pesante ripiegamento su se stessi. Mi hanno detto, però, che nonostante incontri su incontri, iniziative pubbliche, appelli firmati da centinaia di autorevoli professori universitari, non si sta trovando una via d’uscita per la nuova sede necessaria per lasciare spazio alla “Sesta Porta”. Il Comune aveva offerto via Saragat, ma pare sia impraticabile perché troppo costosa e vicina ai binari. I ragazzi di Rebeldía mi sembrano però ben disposti, animati da uno spirito costruttivo. Propongo allora un’idea. Ho visto che nella sua risposta a Santoni ha lanciato un messaggio di impegno comune delle istituzioni cittadine per trovare nuovi spazi per l’associazionismo in città. Immagino che per la preziosità delle attività che vi si svolgono ogni giorno, un cartello come quello di Rebeldía, che accoglie anche grandi realtà come Emergency, Un ponte per…, o la LIPU, sia al primo posto. Non ricoprendo incarichi istituzionali a Pisa (se non nel partito), lei sarebbe forse la persona più indicata a fare da mediatore fra i vari soggetti. Perché non si impegna in prima persona su questo terreno? Su quale soluzione si potrebbe puntare?
Mi piace il nuovo approccio ironico di Paolo Fontanelli, e sono contento di sentirgli rispondere che i commercianti sono in torto.
Anche se mi piace provocare (spesso anche con toni eccessivi) non mi interessa criticare Filippeschi su tutto, e credo che la chiusura dei lungarni sia stato un provvedimento intelligente. Ovviamente concordo con l’On. Fontanelli sul fatto che i problemi dei commercianti siano causati dalla crisi.
Mi piace anche il tono ironico con cui parla della città militarizzata, peccato che sabato non sia passato sul battello del Progetto Rebeldia, magari avrebbe interagito con il rettore ed il Sindaco nello spettacolino ideato e magistralmente da ControTV. Anche se non lo approvava sono certo che gli sarebbe piaciuto. Se ho ben inteso il tono ironico di un passaggio del taccuino…
Sì, Francesco continui pure a essere ironico e provocatore. La mia proposta però era seria. Dopo essere salito sul battello di Rebeldía e aver toccato con mano un mondo spesso descritto in modo distorto da giornali e comunicati politici, penso che un intervento in prima persona dell’On. Fontanelli per risolvere in modo condiviso e soddisfacente per tutti la questione della sopravvivenza del cartello di queste tante associazioni sarebbe la risposta più efficace e concreta a quella sinistra che vorrebbe far vincere la destra.
Azz…non mi ero accorto del nuovo post ho contunuato nell’altro.
Segnalo questo articolo dell’unità perchè è in netto contrasto con quello di Giannini. Credo che sia giunto il momento della politica con la P maiuscola. La crisi sicuramente comporta un riallinemaento dei rapporti fra capitale e lavoro (un tempo si srebbe sintetizzato così) ma i costi di transizione non possono ricadere sugli operi e sulle famiglie. Tradotto bisogna rivedere il Welfare State con i relativi ammortizzatori sociali compreso il reddito di ultima istanza ( per intenderci quel modello che noi sintetizziamo come modello Scandinavo che va dalla culla alla tomba”).
Questo governo è Camaleontico e di fatto è la continuazionne dell’anarcoloiberismo della destra Americana che ci ha portato alla crisi attuale.
Antitrust: «Bene la riforma dell’art. 41. Ora servono le liberalizzazioni»
http://www.unita.it/news/italia/100034/antitrust_bene_la_riforma_dellart_ora_servono_le_liberalizzazioni
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Non è carino fare commenti in rassegna stampa, ma credo che sia giunto il momento della politica.
Chiedo scusa, ma in fondo al commento n.4 è rimasto un refuso che avevo scritto sul blog dell’On. Cuperlo dove ogni tanto segnalo un pò di Rassegna Stampa.
@ Giuseppe
non ce l’abbia con me,
forse non ci riconosciamo, ma è probabile che sabato ci siamo anche incontrati sul battello. Via, sennò si continua nel battibecco e mi scuso se l’ho accusata di aver rubato i 3 panini di Mario.
In ogni caso la sua proposta all’On. Fontanelli sarebbe anche una bella cosa, mi pare un po’ complesso visto che è proprio Paolo Fontanelli che vuole spazzare via il Progetto Rebeldia.
Chiaramente mi auguro di sbagliare, e sarei felicissimo di essere contraddetto e smentito dai fatti.
No, Francesco, non ce l’ho con lei, ma ci tengo a rimarcare la distanza nei toni e nelle posizioni che lei esprime sull’On. Fontanelli e su questo blog. Personalmente non le condivido. Lei scrive che l’On. Fontanelli sarebbe colui che “vuole spazzare via il Progetto Rebeldia”. Mi riesce difficile credere che un politico della sua levatura possa riconoscersi in una posizione tanto rozza. L’On. Fontanelli lo ha scritto più volte: la Sesta Porta è una priorità. Questo non significa però che in nome di essa egli voglia cancellare Rebeldía. Sono certo che non sia così, anche perché ho memoria di parole positive espresse sul cartello delle 30 associazioni dall’On. Fontanelli in passato. Rilancio la mia proposta: si faccia portatore di una soluzione condivisa, che sia all’altezza della pluralità e dell’apertura verso le esperienze democratiche che da sempre caratterizza Pisa.
comunicato di Rebeldia:
“Calato il silenzio sulla trattativa. Il Progetto Rebeldìa risollecita un
incontro con le istituzioni
E’ trascorsa una settimana dalla Conferenza dei servizi a cui abbiamo
partecipato per individuare una soluzione definitiva per tutte le attività
delle nostre associazioni, e da parte delle istituzioni ora c’è solo il
silenzio.
Abbiamo inviato nella giornata di oggi una lettera di sollecito perchè sia
convocato il tavolo tecnico, visto che ancora una volta gli impegni presi
dall’assessore Ciccone al termine della conferenza dei servizi di
convocarlo mercoledì o giovedì della scorsa settimana sono nuovamente stati
elusi.
Al contempo la nostra richiesta di fare un sopralluogo all’Ex-Gea per
poter valutare lo stato dell’immobile e trovare soluzioni praticabili in
tempi brevi continua ad essere ignorata dai primi giugno, senza che nessun
ente si prenda la responsabilità di negare anche un semplice sopralluogo.
Come si concilia questo comportamento delle istituzioni con la tanto
sbandierata urgenza di iniziare i lavori della Sesta Porta e con la lettera
della Sviluppo Pisa inviata alle nostre associazioni di lasciare l’immobile
entro il 28 giugno?
Qui crediamo che si stia trattando con le carte truccate. Questo silenzio
ci preoccupa e non vorremmo che di fatto significasse una chiusura
unilaterale della trattativa pensando di risolvere altrimenti la faccenda,
vista la forte tendenza oggi da parte dei vertici del PD ad affrontare e
far ricadere le questioni sociali in problemi di ordine pubblico.
Ancora una volta il Progetto Rebeldìa rifiuta questa logica e sollecita le
istituzioni al confronto, così come fa da tre anni e mezzo a questa parte.
Ma non è così da parte degli altri soggetti coinvolti. La decisione della
stessa Sviluppo Pisa di chiedere un’anticipazione dell’udienza di sfratto
crediamo che sia un ulteriore tassello che impedisce di trovare una
soluzione. Non crediamo che trasferire la questione su un piano giudiziario
possa aiutare nessuna delle parti coinvolte, né tanto meno accorciare i
tempi per degli atti che non costituirebbero una soluzione del problema ma
solo un suo aggravio. Chiediamo quindi al Sindaco, al Presidente della
Provincia, al Rettore dell’Università di Pisa un intervento affinchè la
Sviluppo Pisa, una società a totale proprietà pubblica, non intraprenda
ulteriori azioni legali, accelerando un iter destinato solo a non tutelare
nessuna della parti in causa, e ad impegnarsi per una immediata
convocazione del tavolo.
C’è una città che non vuole le ruspe a Rebeldìa e che sta lavorando perchè
questo non avvenga. Da parte nostra non rinunceremo a difendere tutto ciò
che abbiamo costruito in questi anni, sempre pronti al confronto ma non a
sottostare a nessun ultimatum, minaccia o ricatto”.
Progetto Rebeldia
Se ben intendo il comunicato che è stato trascritto, le mie parole erano solo vane speranze. Possibile? Faccio molta fatica a credere che un partito fondato sulla partecipazione come il PD possa liquidare – di questi tempi per di più – un’esperienza che a me pare ricca come quella del Rebeldía risolvendo il problema della sua sede nell’aula di un tribunale. Perché il Comune chiude la trattativa? Non mi pare nello stile di una coalizione politica democratica come quella che esprime l’attuale maggioranza. È davvero così, On. Fontanelli? Se quel che si legge in questo comunicato fosse vero, Pisa rischia oggi una grave perdita. E poi, dove si vanno a mettere queste 30 associazioni? A me sembra che svolgano un lavoro importante. Mica possono sparire così nel nulla? Forse sono un ingenuo ottimista, ma resto convinto che un suo intervento in prima persona possa aprire la via a una soluzione di alto valore e condivisa da tutta la città. Anche per dare un segnale ai giovani che ci si può impegnare nel sociale e che ci sono altri valori oltre a inseguire il sogno di fare la velina o il calciatore.
On. Fontanelli,
sarò diretto ed esplicito.
Fa davvero così paura che il Progetto Rebeldia si stabilizzi?
Così tanta paura da far saltare un opera da 30 milioni di euro?
Perchè, al di là delle chiacchiere stupide di alcuni soggetti, il trasferimento di Rebeldia all’ex-Gea è una questione di spiccioli e di politica pura. Trincerarsi maldestramente dietro un rifiuto del Rettore è irresponsabile e politicamente masochista per il PD.
Dico che Paolo Fontanelli vuol spazzare via Rebeldia per un motivo molto semplice: finchè Rebeldia è ricattabile (vedi sfratto, vicini che non dormono, ecc…) i ciarlatani possono trovare un appiglio per strumentalizzare la questione e fare propaganda in stile berlusconiano e populista.
Se Rebeldia invece si stabilizza poi cosa succede?
Un soggetto che oltre a dare a tutta la città socialità, cultura, servizi e partecipazione è forse troppo democratico e plurale per il PD. Una spina del fianco da eliminare.
Ma questo può giustificare il far saltare la Sesta Porta? E buttare al vento milioni di soldi pubblici?
Anche perchè questo succederà se non ci sarà una soluzione.
Rebeldia vale molto di più di una scomposta speculazione mascherata da illuminata opera pubblica.
Buongiorno, è la prima volta che scrivo, da quel che leggo in questa botta e risposta mi sembra di capire, che la questione Rebeldia sia molto lontana da una soluzione….questo mi amareggia molto, sono sicura che tanta parte del PD vuole e chiede un confronto aperto con le associazioni e sostiene la soluzione ex Gea, mi è capitato spesso di parlare con persone che militano nel partito e pensano che la soluzione ci possa essere.
Credo che di questo sicuramente il partito saprà tenere conto, e sapranno lavorare ad una posizione unica che abbia fatto sintesi delle differenti vedute che ci sono nel PD stesso, confido molto in questo.
non penso Rebeldia possa fare paura, come dice francesco, ma credo anzi che movimenti e luoghi come questi debbano essere visti dal PD in modo positivo. Stiamo scherzando? si sta parlando di Emergency, Un Ponte per…., LIPU, Fratelli dell’Uomo, ONG nazionali, che non possono dare “fastidio” al PD, ma devono essere alleate in una costruzione dal basso di una società nuova!
un’altra cosa che ho letto in altri post, ma veramente queste che citavo sopra, e altre associazioni che fanno parte del cartello, possono essere tacciate ed etichettate con una etichetta politica (antagonista, sinistra radicale, etcetc)?
Sono associazioni che da decenni lavorano in modo apartitico e aconfessionale, poi certo, lavorare nel sociale di per se è fare politica, ma non si può ridurre questo ad una definizione!
Da cittadina, mi augurerei e vorrei che la linea del partito che governa la nostra città fosse chiarita in pubblico, perchè non se ne discute tutti assieme?
Ad esempio, mi rivolgo all’On. Fontanelli, credo ci sia la forza politica necessaria per chiedere con forza al rettore di concedere l’ex gea, chi frequenta l’università sa che quello è un posto sottoutilizzato, e che nessuna proposta concreta di riqualificazione, o di vendita ha mai conosciuto un passaggio ufficiale in Senato, in CdA o in qualche altra commissione!
Ecco, per me Rebeldia sarebbe un’esperienza da preservare. Però domando: i “pensieri” che esprime Francesco sono quelli che prevalgono nell’area rebelde? Perchè, nel caso, io divento immediatamente a favore dello sgombero, senza se e senza ma.
Vede Giuseppe, bisognerebbe saper distinguere fra una velina (che sia del Comune o di Rebeldia, poco importa) e una notizia: io non lo so se la trattativa è interrotta, so che questo è ciò che sostiene Rebeldia.
Ancora: siete proprio certi che, in una città come Pisa, l’Università sia un mero esecutore della volontà del Pd? Ahimè, nonostante il berlusconismo che mi attribuiscono Giuseppe e Francesco, “devo ammettere” che non funziona così: non basta “un editto” del Pd di Pisa per far cambiare idea all’Università di Pisa … Per fortuna.
E poi non ho ancora capito una cosa: Rebeldia è disponibile a partecipare ad un regolare bando pubblico per l’assegnazione di uno spazio per l’aggregazione giovanile oppure ha necessità di una soluzione ad hoc? Mi piacerebbe saperlo e, vi assicuro che lo domando senza alcun intento polemico (ovviamente limitatamente a quest’ultima domanda. Semplicemente non lo so.
Inoltre: i rebeldi, sedicenti protagonisti della partecipazionedalbasso, non potevano magari fare un paio di assemblee con la gente di via Battelli e dintorni e spiegargli che Rebeldia è una cosa buona e che anche loro ne avrebbero tratto vantaggio? Se, invece, di cercare il consenso dell’intellighenzia pisana, gli attivisti avessero cercato quello dei cittadini del quartiere in cui vogliono trasferirsi credo che la causa di Rebeldia ne avrebbe tratto esclusivamente vantaggio. Invece, nei giorni scorsi, è uscita una lettera di alcuni cittadini della zona preoccupati per la vivibilità del quartiere minacciata proprio da Rebeldia.
Infine Giuseppe: stai tranquillo che Emergency, Legambiente, Lipu, Africa Insieme una sede ce l’avevo prima di Rebeldia e ce l’avranno anche dopo. Il motivo per cui, nonostante il mio berlusconismo, penso che Rebeldia sia un’esperienza da preservare non è che questa è la “casa d’accoglienza” di alcune associazioni pisane, ma il fatto che queste associazioni, mettendosi insieme, hanno aumentato la capacità di offrire servizi e aggregazione alla città(lo ammetto anch’io Francesco). Poi anche Rebeldia a volte ci riesce, a volte no. A volte riesce a farsi capire dalla città e altre molto meno. Come tutti, anche Rebeldia ha di questi problemi.
Per questa ragione, e nonostante i miei diversi dissensi, rimango berlusconianamente a favore di Rebeldia a Pisa per almeno i prossimi venti anni.
Scusate, ma prendo spunto da Gregorio, io so che Rebeldia ha presentato un sacco di proposte al comune, e non sono state accettate, doveva fare riunioni in tutti i luoghi prima di sapere se ci poteva andare?
credo che l’appello ai docenti potesse invece “aiutare” l’amministrazione a fare pressione sull’Università, l’amministrazione doveva cogliere questo segnale e dire, “rettore hai anche la lista Sinistra per che preme, i docenti, forza sblocchiamo la situazione!”
Era per queste mosse fatte da Rebeldia che ero tranquilla che la situazione si stesse sbloccando….il fatto di aer allargato il consenso su una soluzione, credevo fosse stata la chiave per arrivare alla conclusione, ma mi rendo ora conto che non è stato così, credo sia una occasione enorme sprecata!
Per quel che riguarda i metodi della partecipazione: io ho conosciuto Rebeldia in occasione di un progetto loro in cui facevano compilare questionari sul quartiere stazione, per capire le esigenze dei cittadini….la partecipazione è un percorso lungo, e certo serve tempo e una costruzione di rapporti e relazioni basate sull’ascolto, è abbastanza inutile iniziare un qualcosa che non si può portare avanti, da persona che si occupa di questi processi, credo sarebbe controproducente, fare un’assemblea cittadina in un luogo, su una cosa di cui non si è sicuri.
Rebeldia credo sappia costruire questi percorsi, e la cosa sensata sarà procedere some hanno fatto per il quartiere stazione….
come si pretende di costriure partecipazione con incontri spot, non ha senso!Quella è informazione, non partecipazione, iniziamo ad imparare ad usare i termini, prima di accusare qualcuno di non farlo….
Caro Gregorio,
a parte che mi spiace che lei si continui a dare del “berlusconiano” a causa mia (che non gliel’ho mai dato), mi fa piacere vedere che siamo d’accordo. Io esprimevo solo una preoccupazione a partire da un comunicato, ma quanto scrive è giusto: bisogna saper distinguere tra una velina e una notizia. Io forse sono rimasto suggestionato dai fatti che mi sono stati riferiti da alcuni di Rebeldia sul battello di sabato. In ogni caso, mi auguro insieme a lei che il Comune e tutte le altre autorità coinvolte nella trattativa (su questo, faccio mie le parole dell’intervento dell’On. Fontanelli sul Tirreno di lunedì) si sforzino per trovare presto una soluzione rapida e all’altezza di Pisa e del valore delle 30 associazioni. Sul bando poi non so, andrebbe chiesto a loro. Io però immagino che non ci siano pregiudizi al riguardo.
Suvvia Gregorio non sia capzioso,
non parliamo di bandi a sproposito. Se il Comune vuol fare la Sesta Porta il bando non si può fare per meri problemi temporali e legali.
Rebeldia è disponibilissima a partecipare ad un bando, ma solo dopo che sarà chiaro l’oggetto del bando.
Al momento il Comune non ha nessun posto da mettere a bando, a parte la Leopolda ma non mi pare abbia intenzioni di rispettare la legalità nel caso della Leopolda.
L’ipotesi Via Saragat è in alto mare, a quanto ne so non è ancora stato trovato un accordo con RFI.
Comunque, il processo per lo sfratto è fissato il 29 settembre (a meno che il giudice non anticipi su pressioni si Sviluppo Pisa), e per quella data purtroppo la Sesta Porta sarà già saltata, non certo per colpa di Rebeldia.
Il resto lo scopriremo solo vivendo…
Io so che Rebeldia ha fatto alcune proposte al Comune su aree di proprietà non comunale chiedendo al Comune che facesse “pressioni” perchè i legittimi proprietari accettassero la presenza di Rebeldia. Magari solleverò ulteriori polemiche, ma la logica è molto simile a quella di “PrendoCasa”: occupo casa di Giuseppe (faccio per dire) e poi chiedo al Comune di trattare con Giuseppe. Le opzioni sono tre: (a) il Comune non tratta; (b) il Comune tratta e ottiene qualcosa; (c) il Comune tratta, ma Giuseppe lo manda a quel Paese e si rivolge alla magistratura.
Ora nel caso di “PrendoCasa” io voto per l’opzione (a); nel caso di “Rebeldia”, che ai miei occhi è cosa ben diversa da “PrendoCasa” (anche se i rebeldi ultimamente non hanno fatto tantissimo per differenziarsi), io sarei per (b) … ma purtroppo, anche (c) è un’opzione possibile.Per quanto ne so, non mi risulta che il Comune abbia alcun potere coercitivo nei confronti dell’Università o delle Ferrovie: in altri termini non credo che il Comune possa obbligare Università e Ferrovie ad accogliere Rebeldia.
So anche, lo dico per completezza d’informazione, che pure il Comune ha fatto delle proposte e che Rebeldia le ha rifiutate. Il “nodo” è fare una proposta che abbia, reciprocamente, buona probabilità di non essere rifiutata o di essere presa in considerazione: perchè, solo per farti un esempio Laura, io sono favorevole a Rebeldia a Pisa … ma se decidono di metterlo in casa mia allora divento contrario (magari in quella di Giuseppe o Francesco, forse, sarebbe diverso … Può essere una proposta? E’ una battuta eh?).
Una rappresentazione in cui ci sono i “buoni” (Rebeldia) da una parte e i “cattivi” (Comune) dall’altra, oltre ad essere falsa e a non dar conto di quella complessità tanto cara a giuseppe, per me non aiuterà a trovare casa a Rebeldia: errori ne sono stati fatti tanti, da tutte le parti. Ecco, il progresso civile è sicuramente un prodotto del diritto di critica. Ma anche dell’autocritica.
Ti giuro Francesco, non volevo essere capzioso. E grazie del chiarimento: era davvero una cosa che non mi era chiara.
Ok scusami Gregorio,
non sei capzioso sei solo disinformato.
Rebeldia non ha rifiutato nessuna proposta del Comune. Il Comune ha fatto 3 proposte, di cui 2 immediatamente ritirate dopo che Rebeldia ha chiesto chiarimenti.
La terza è Via Saragat, ancora da definire.
Rebeldia ha fatto 12 proposte, di cui almeno 8 il Comune non ha neanche voluto approfondire.
Mi pare che non ci sia partita, capisco però che molti in Comune privilegino l’informazione distorta e il caos.
Caro Gregorio,
spero proprio che per Rebeldía passi la linea (b), perché la linea (c) sarebbe una sconfitta storica per la politica pisana, incapace di valorizzare l’associazionismo in città. Del resto, non si tratta di “potere coercitivo”, ma di azione politica e su questo sono d’accordo con Laura: il Comune poteva fare di più. Se è d’accordo, potremmo rivolgere entrambi un appello all’On. Fontanelli perché, come politico super partes, si prodighi in tal senso.
Le sarei grato, invece, se mi spiegasse in che cosa Rebeldía ultimamente non ha fatto tantissimo per differenziarsi da “Prendo Casa”. È una domanda sincera. Io ne so poco, ma la differenza mi pare abissale. A non dire che trovo pericoloso l’atteggiamento mentale per cui si chiede a qualcuno che non ha fatto niente di dissociarsi da qualcuno che ha fatto qualcosa. Prima di attendersi un comportamento del genere, chi ha una simile esigenza dovrebbe dimostrare perché chi non ha fatto niente potrebbe apparire simile, o vicino, a chi ha fatto qualcosa. Questa volta Berlusconi non c’entra: piuttosto, potrebbe andare a prendere uno dei tanto vituperati “libri” e rileggersi come funzionavano, nella Mosca del 1937, i grandi processi pubblici mossi senza alcuna traccia di colpa di un imputato a cui si chiedeva poi la confessione degli errori e la dissociazione dai “nemici del popolo”.
Torno a Pisa: che cosa si può rispondere a Francesco circa l’assegnazione per bando della Leopolda? Anch’io trovo quella struttura un po’ mal gestita…
Finisco su Rebeldía: dopo il suo ultimo post ho sentito un caro amico di Emergency Pisa che mi dice che prima di Rebeldía loro non avevano alcuna sede e che dovevano riunirsi a turno nelle rispettive case. Lo dico solo perché, quando si ostenta sicurezza che le associazioni di Rebeldía (che a quanto mi risulta intendono anche restare fisicamente in uno stesso luogo) troveranno comunque sede, anche dopo un’eventuale sgombero, non bisogna avere la memoria corta…
Lavoro, un fronte comune contro la strage dei diritti di Paolo Flores d’Arcais, il Fatto Quotidiano, 16 giugno 2010.
http://temi.repubblica.it/micromega-online/lavoro-un-fronte-comune-contro-la-strage-dei-diritti/
Bersani: «Voglio che il Pd sia il partito della Costituzione»
http://www.unita.it/news/italia/100060/bersani_voglio_che_il_pd_sia_il_partito_della_costituzione
Intervengo per rispondere sulla vicenda di Rebeldia, chiamato in causa da
più commenti. Allora è bene ricordare un pò di storia. L’attuale collocazione di
Rebeldia in via Battisti fu il risultato di una mia proposta, da Sindaco, per
evitare una situazione di possibili tensioni quando l’Università diede il via ai
lavori per il recupero dello spazio davanti a ingegneria, allora utilizzato da
Rebeldia. Come Comune proponemmo quella soluzione nell’area di via Battisti, che era stata acquistata dall’azienda di trasporti, come una soluzione temporanea, in attesa del progetto di realizzazione della Sesta Porta. Progetto essenziale per rafforzareil trasporto pubblico e per riqualificare lo spazio delle mura medievali. Questo perchè riconoscemmo già allora il valore positivo dell’esperienza di Rebeldia e nonostante le obiezioni di chi diceva che non potevamo favorire in modo unilaterale un raggruppamento di associazioni private si decise di trovare uno sbocco di emergenza motivato anche dalla necessità di evitare contrapposizioni negative in città. Non c’era allora e non c’è oggi quindi nessuna volontà di “spazzare via” Rebeldia, come mi imputa Giuseppe. Comunque l’accordo che fu a suo tempo sottoscritto con Rebeldia diceva chiaramente che la soluzione era a tempo. Alla scadenza del periodo concordato, e anche più in là, il Comune non si sottrasse all’impegno di ricercare un’altra collocazione anche se questo doveva riguardare pure l’Università e la Provincia. E in prima battuta proponemmo l’area e la sede del magazzino del Comune in via S.Iacopo. Uno spazio grande e adeguato anche per i concerti, visto che non ci sono molte abitazioni vicine. Al Comune sarebbe costato un bel pò di problemi ma..si poteva fare. Però quella collocazione fu considerata inadatta perchè fuori città e soprattutto perchè si allontanava troppo dalla zona della stazione, dove si erano sviluppate iniziative di rapporto con i migranti che
frequentano la zona. Allora, sempre il Comune, si propose uno spazio in via Bovio che è nella disponibilità dell’Amministrazione comunale e viene utilizzato dal gioco del ponte. Spazio che confina con la palestra di proprietà della Provincia e che poteva essere pensato in un contesto di riqualificazione dell’area, che tra l’altro ne avrebbe bisogno. Anche quella soluzione fu osteggiata. Anche Rebeldia certo ha fatto delle proposte ma che avevano il difetto di intervenire su aree considerate indisponibili perchè interessate ad altre attività e comunque non nella disponibilità del Comune. Poi con la nuova Giunta è venuta avanti l’ipotesi di via Saragat, contrattata con le ferrovie (che sono sempre una entità di proprietà pubblica). Da quanto mi risulta questa ipotesi è concreta e pienamente percorribile, e il tavolo di confronto non è chiuso. Ecco mentre si sta cercando di perfezionare questa soluzione, prevedendo anche il coinvolgimento di Rebeldia che è stata invitata alle riunioni, viene messa in campo un’altra ipotesi; che è quella di via Emanuele Filiberto, di proprietà dell’università. Ora, io non ho niente in contrario, anzi. Tuttavia l’Università sostiene che lo spazio è in gran parte utilizzato per attività
didattiche o altro e non credo che il Comune, nè tantomeno un parlamentare, possa imporre una scelta che spetta al Rettore e agli organi di governo universitari. Ma non vorrei che questa idea sia stata buttata lì per tentare di annullare e cancellare quella di via Saragat, che invece è concreta e possibile. Se fosse così sarebbe grave, perchè avrebbe il significato di far prevalere la ricerca dello scontro al di là delle soluzioni tese a garantire la continuità di presenza e d’iniziativa delle associazioni raccolte nel progetto Rebeldia. Tra l’altro una situazione di contrapposizione e di scontro farebbe saltare definitivamente la possibilità di un rapporto collaborativo che, pur tra frenate e accellerazioni, finora c’è stato. Quindi il mio appello è a non mettere da parte via Saragat e semmai ad approfondire le problematiche connesse a questa soluzione. Se poi si aprono nuove possibilità con l’università o con la Provincia, che sarebbero comunque auspicabili, ben vengano. Ma i tempi stringono perchè il rallentamento o il rinvio del progetto Sesta Porta avrebbe costi economici immediati e pesantissimi per il Comune e per i cittadini pisani. E non solo, perchè il tema del potenziamento del trasporto urbano è fondamentale per ridurre l’impatto del traffico privato.
Sono contento dell’intervento di Paolo Fontanelli.
Mi permetto di fare alcune precisazioni che sono utili alla prosecuzione del confronto.
1) La proposta di Via San Jacopo non è stata rifiutata da Rebeldia perchè fuori mano e non alla stazione, bensì a causa di una legge dello stato che prevede che in prossimità del depuratore non si svolgano attività. Quel posto è vuoto proprio perchè si può usare solo come magazzino
2) L’ipotesi di Via Saragat non è mai stata scartata, anzi. Nel dicembre del 2008 sembrava un’ottima opzione. Peccato che poi Maria Paola Ciccone abbia rovinato tutto con percorsi costruiti male e proseguiti peggio. Chiaramente se diventa una proposta seria e credibile (non solo per Rebeldia ma per tutta la città) se ne può sempre parlare.
3) Ad oggi l’ipotesi di Via Emanuele Filiberto è semplicemente più veloce di Via Saragat. Perchè costa meno, è di proprietà pubblica ed è pronta. Chiunque frequenti l’Università (docenti, estudenti e impiegati) sa che è sottoutilizzata e non ci sono progetti a breve. Chiaramente chi amministra l’Università ragiona in modo diverso, ma è propio qui che deve intervenire la politica. Perchè L’ex-Gea è una soluzione immediata e sensata, basta che ci sia una volontà politica da parte dell’Università di dare una mano alla città.
Non si tratta di boicottare Rebeldia o la Sesta Porta, si tratta di creare un ponte fra la città e l’Università. E questa cosa non la può fare Rebeldia, è la politica che deve dare risposte a tutto tondo.
Ringrazio l’Onorevole Fontanelli per la risposta.
noto con dispiacere che il mio ultimo commento è stato rimosso, come mai?
gradirei fosse nuovamente visibile…
Premetto non sapevo bene la ragione dello spostamento di Rebeldia nell’area di Via Battisti, ma se la cosa si è svolta così come l’On dice, beh mi dico io, come mai l’Università quando ha avuto bisogno di liberare una suia area ha subito trovato una sponda nel comune e ora che gli si chiederebbe di fare il contrario si ritira?
ma possibile che l’Università si comporti come uina seconda città con regole autonome che non deve renbdere di conto all’amministrazione comunale di nulla?
Io dico semplicemente che il fatto di sapere che l’area ex gea non è utilizzata, che non ci sono progetti futuri sopra che un pezzo di docenti, e la maggior lista studentesca appoggiano la soluzione, lo stesso vale per i partiti come SEL e Rifondazione e per un area del PD, non basta a mettere in chiaro una volta per tutte che la proposta ha una valenza positiva?
da quel che posso sapere io Rebeldia cerca fortemente una soluzione, da come li ho visti in quest’anni tutto mi sembrano tranne che persone chiuse al dialogo e desiderose di scontri….le ultime iniziative pubbliche lo dimostrano.
Chiedo all’Onorevole di non scendere su questo piano, credo sia uno sbaglio, e chiedo a Rebeldiadi continuare ad agire come ha fatto fino ad ora, con il sorriso e tanta voglia di fare.
io sono veramente convinta che alla base della volontà del PD e di Rebeldia ci sia quella di una proficua collaborazione, la città ha bisogno di questo!
io credo che vadano preservate sia Rebeldia che la Sesta porta, Pisa perderebbe troppo nel veder saltare o l’una o l’altra, soprattutto in termini di democrazia e dialogo.
On. Fontanelli, la ringrazio per aver aperto questo primo spazio di discussione pubblica su Rebeldia. Sono certo che il suo sarà un autorevole contributo ad una soluzione condivisa, di cui la città per prima ha bisogno. Ci terrei tuttavia ad una sua rettifica circa quanto lei mi ascrive: in nessuno dei miei post, infatti, le ho mai attribuito la volontà di “spazzare via Rebeldia”.
Grazie
Sorpresa: è tornato Carlo Marx di Loretta Napoleoni
http://www.unita.it/news/loretta_napoleoni/100075/sorpresa_tornato_carlo_marx
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Altro che mercato sociale: «Si nega il compromesso» Parla il sociologo Luciano Gallino
http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/argomenti/numero/20100615/pagina/04/pezzo/280423/
Chiedo scusa a Laura e anche ad Henry: sono stato io a cancellarli inavvertitamente nel tentativo di cancellare la prima pubblicazione del commento di Paolo Fontanelli che, non so per quale ragione, compariva in una versione illeggibile. Chiedo gentilmente a Laura e ad Henry di ripubblicarli (o quanto meno di ripubblicarne il senso) perchè … non sono in grado di recuperarli.
Mi scuso ancora dell’errore.
Francesco Paletti (gestore sito)
Scusa Giuseppe ma avevo confuso con il Francesco del 15.06 ore 13.16. A Francesco voglio dire che il magazzino di via SanIacopo non è vuoto,a meno che improvvisamente il Comune non sia riuscito a fare miracoli. Ma soprattutto in quella struttura è montato e utilizzato per le prove il carrello del gioco del ponte. Così almeno era fino a due anni fa, sul dopo non sono informato. Però era già utilizzato sia prima che dopo la decisione di Rebeldia di rifiutare quella soluzione. E’ l’idea della incompatibilità con la vicinanza del depuratore che è venuta dopo e non so se è veramente fondata. Vorrei vedere le carte.
intervengo solo per rispondere a una domanda su Pomigliano che mi era stata rivlta da Giuseppe e che non avevo visto : io giudico la decisione della Fiom un grave errore; penso che si dovrebbe tentare di migliorare il possibile l’accordo, ma la firma separata è esiziale.
Su Rebeldia, si sta chiarendo che c’è un reale interessamento per risolvere la questonre; personalmente non ho apprezzato ( e ho firmato contro) la posizione del Rettore
On. Fontanelli,
so che a San Iacopo c’è il carrello del gioco del ponte.
Per approfondire la questione e fare un ripasso si può andare a leggere i documenti che sono qua:
http://www.inventati.org/rebeldia/spazi-sociali/dossier-trattativa.html
Non è aggiornato ad oggi, ma c’è una cronistoria della trattativa fino quasi all’estate scorsa.
In particolare alla pag. 30 del seguente link si trova la legge sulle attività nei pressi dei depuratori:
http://www.inventati.org/rebeldia/spazi-sociali/upload/dossier_trattativa.pdf
Per completezza è bene ricordare che Rebeldia è venuta a conoscenza dell’esistenza di tale legge a seguito della dichiarazione di alcune persone che in precedenza lavoravano in tale immobile, ma poi la ASL impose al Comune di trasformarlo a magazzino perchè lì non era possibile svolgere alcuna attività con afflusso continuativo di persone.
Aggiungo una considerazione sull’altra proposta del Comune, quella di Via Bovio.
Anche quella non è stata rifiutata, ma sono emersi alcuni problemi. Il primo è che ad un certo punto la Provincia ha ritirato la disponibilità a concedere le palestre. Poi, analizzando le previsioni urbanistiche abbiamo realizzato che là c’erano altre prospettive e quindi saremmo stati punto e a capo nel giro di poco.
Ma poi i residenti di Via Bovio sono di serie B?!
In quel caso l’insonorizzazione delle attività sarebbe stato veramente complesso, a differenza dell’ex-Asnu e di Via Battisti, dove con poche migliaia di euro (associate ad una prospettiva di ammortizzare il costo su qualche anno di stabilità) il sonno dei vicini sarebbe tutelato.
Su Via Saragat il problema di impatto acustico sarebbe analogo a Via Bovio. Con molte differenze, ma con simile effetto sul diritto al riposo delle persone residenti. Infatti se in Via Bovio c’è una maggiore concentrazione di case rispetto a Via Saragat, è vero che in Via Saragat l’ipotesi attuale sarebbe costruire una tendostruttura, che ovviamente insonorizza molto meno di un muro.
Guido Viale – L’alternativa a Marchionne
http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2010/mese/06/articolo/2926/
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Tania Groppi: «L’intesa di Pomigliano mina la Costituzione»
http://www.unita.it/news/economia/100063/tania_groppi_lintesa_di_pomigliano_mina_la_costituzione
Ringrazio l’On. Fontanelli per la rettifica.
Su Rebeldía: naturalmente, non conosco in dettaglio le cose sulle differenti sedi possibili. E tuttavia, mi pare che il clima di dialogo sia indispensabile in questo momento. In tal senso, ho trovato le parole dell’On. Fontanelli assennate, mentre in altri casi i comunicati del Comune mi erano sembrati più perentori. In ogni caso, bene che si sappia distinguere tra Rebeldía e chi starebbe “lavorando per far vincere la destra” (lettura che, come ho già avuto modo di dire, non condivido). Si cerchi ora di esplorare la possibilità di rendere una valida soluzione da mettere a bando la palazzina di Via Saragat. Nel frattempo, però, dato che i rilievi mossi da Francesco e da Rebeldía nei suoi comunicati mi paiono tutt’altro che insensati (soprattutto l’insicurezza di un locale a pochi metri dai binari), perché lei, On. Fontanelli, approfittando del fatto che non riveste ruoli istituzionali a Pisa, non lancia un appello all’Università per la riapertura della trattativa sullo spazio dell’ex Gea/Asnu? In fondo, come giustamente osserva Cristiana, che ha addirittura firmato l’appello per Rebeldía, il comportamento del rettorato non è stato apprezzabile. Io aggiungerei che è a dir poco ambiguo, dal momento che l’Università ha difeso il falso in comunicati pubblici. Ecco, io credo che una sua lettera sui giornali, improntata al buon senso e alla correttezza e al rispetto dei rapporti tra enti, potrebbe contribuire notevolmente a rafforzare l’ipotesi dell’ex Gea/Asnu che, a quanto pare, è quella meno onerosa per le casse pubbliche, cioè per noi cittadini.
Su Pomigliano: capisco l’approccio di Cristiana, ma confesso che anch’io trovo le condizioni della Fiat inaccettabili. Il diritto di sciopero non è negoziabile, a mio giudizio, e come ha osservato giustamente Cremaschi, il contratto nazionale offre già tutti gli strumenti per garantire lo stesso risultato, ossia un’alta produttività e la lotta all’assenteismo. Perché allora non limitarsi a farlo rispettare, anziché imporre una tale forzatura rispetto alla Costituzione e alla legalità (quella che fa rima con giustizia sociale)? Spero che anche nel PD maturi questa presa di coscienza, perché oggi leggevo su Repubblica un intervista a Colaninno jr. che criticava la Fiom e ho provato un po’ di pena a pensare che su una questione di questa portata la voce del PD debba essere rappresentata da un imprenditore (e lo dico con il massimo rispetto), o da personaggi di dubbia collocazione come Pietro Ichino.
L’ultimo commento di Francesco mi fa venire in mente Penelope. Solo che qui a fare e disfare la tela non è una sola persona. E sulle proteste dei cittadini per il rumore, al di là della serie in cui si intentende metterle, bisogna constatare che finora sull’ipotesi via Saragat non ci sono state proteste preventive. Almeno non le ho lette. Mentre ci sono già, sui giornali di questi giorni, per via Emanuele Filiberto. Ma non è qui il pnto principale, che sta invece nella costruzione di una soluzione ampiamente condivisa e percorribile che permette di affrontare anche gli eventuali malumori o disagi che possono nascere.
Dovevo un paio di risposte a Giuseppe: su Emergency, io ricordo di aver partecipato ad un paio di dibattiti nella sede di Emergency. Ma ammettiamo pure che prima non ce l’avesse: Emergency è la Ong italiana più efficace nella raccolta fondi (e un’altra delle più brave è “Un Ponte per …”). Mica si vorrà sostenere che se a Pisa non ha una sede è colpa del Comune? In altre città, i vertici dell’associazione una casa l’hanno troata senza pretendere che gli enti pubblici gliene trovassero una gratis. Peraltro, a quanto mi risulta, non mi pare che nemmeno a Pisa abbiano mai avanzato direttamente tale richiesta. Lo aggiungo, non in termini critici, ma ad ulteriore merito dell’assocazione di Gino Strada.
Quando “Rebeldia” avrebbe sostenuto “PrendoCasa”: è una vecchia discussione con Francesco che lei mi costringe a ritirare fuori. Quando alcuni suoi attivisti hanno preso parte a manifestazioni di solidarietà in via Marsale e soprattutto in Largo Ciro Menotti senza nel contempo aver mai pronunciato una parola, almeno pubblicamente, per prendere le distanze dalle modalità, a mio parere violente e fasciste, con cui “PrendoCasa” ha portato avanti la sua “battaglia”. Che “PrendoCasa” e “Rebeldia” siano due cose completamente diverse ai miei occhi è evidentissimo, agli occhi della città molto meno. E l’atteggiamento che ho segnalato non aiuta a fare chiarezza. Non discuto assolutamente la libertà di “Rebeldia” di sostenere quello che vuole, metto in discussione l’opportunità (politica? strategica?) di aver sostenuto quella battaglia senza aver mai preso le distanze dalle modalità con cui veniva condotta: in occasione dell’aggressione al sindaco, ad esempio, una parola pubblica di “solidarietà al grande nemico Filippeschi” o, quantomeno di non condivisione della scelta di aggredire il sindaco da parte dei fratelli di sciarpa di “PrendoCasa” sarebbe stata, secondo me, una scelta non solo doverosa, ma anche intelligente.
Sui rifiuti (nel senso di dinieghi) di Rebeldia: se Rebeldia non ha mai rifiutato le proposte del Comune, come mai la stessa Rebeldia ha rivendicato pubblicamente di non aver partecipato ad un bando pubblico per l’area di via Saragat? Qui mi tocca fare, mio malgrado (pensa te Francesco …) una critica all’amministrazione comunale: sarà un filino imbarazzante (ma solo se qualcuno lo farà notare) fare un secondo bando pubblico “su misura per Rebeldia” dopo che è già andato deserto il primo …
Vado per punti:
Su Emergency: anch’io so che fino a che non sono entrati nel Progetto Rebeldia il Comune gli sempre ha rifiutato una sede, ma in questo caso è meglio che ne parli qualcuno dell’associazione dato che io non faccio parte di Emergency.
Sul vecchio bando di Via Saragat: l’Amministrazione (o meglio la Ciccone) è voluta andare avanti a testa bassa nel mettere a bando un posto inadeguato. Rebeldia non ha partecipato perchè quel posto così com’è non è adatto. Del resto è stata la città a bocciare quel bando, dato che non ha partecipato nessuno.
Su Penelope: la Ciccone con le sue mosse irresponsabili è riuscita nell’impresa di deresponsabilizzare Provincia, Università e DSU, accentrando nella sua persona quello che invece doveva essere un lavoro di sinergia fra più enti. Ora è chiaro che l’Università se ne sbatte di dare un contributo (anche perchè se Rebeldia va in Via Saragat i 15.000 euro/anno li toglie ai fondi studenteschi). Insomma, grazie al genio che ha sostituito il Cerri con la Ciccone forse ora salta la Sesta Porta.
Su Prendocasa: il ragionamento di Gregorio è infantile e politicamente fallimentare. Ripeto, se vedo un’interrogazione parlamentare contro i commercianti (ben più violenti, strumentali e pericolosi degli antagonisti) magari poi si può riprendere il discorso.
Sul rapporto coi vicini: non c’è nessun dubbio che sia una problematica da affrontare in anticipo, anzichè fare come in Via Battisti, dove l’assessore Cerri disse testualmente: “Chi se ne frega dei vicini”, quando Rebeldia chiese al Comune un carrello elevatore per abbassare i costi per insonorizzare il capannone.
Giuseppe mi spiega perchè Pietro Ichino sarebbe “un personaggio di dubbia collocazione?”
lei definisce così quelli che pensano con la propria testa e non si allineano, magari rischiando in proprio non poco?
Cara Cristiana,
non volevo mancare di rispetto a nessuno, solo che spesso fatico a capire come una persona con le posizioni di Ichino (del tutto leggitime) possa stare in uno schieramento di centro-sinistra: quando dice, come in questi giorni, che un “sindacato moderno” deve considerare “negoziabile” il diritto di sciopero, io mi chiedo in che cosa si differenzi da Sacconi.
Quando i commercianti bloccheranno il sindaco nel cuore della notte e non ci saranno interrogazioni parlamentari, allora diventerò adulto e sarò d’accordo con francesco. Ma poichè questo non è ancora successo, allora rimango bambino e penso che è stato un grave errore non aver preso pubblicamente le distanze quanto meno dall’aggressione al sindaco. Spero, solo sia dovuto ad una sottovalutazione e non ad una scelta ponderata (… a proposito Francesco, a noi dell’asilo ci fai sapere se è stata una scelta ponderata?)
Ciò detto, lunga vita a “Rebeldia” che, ribadisco, per me resta una “cosa buona e utile” nonostante spesso abbia la tendenza tafazziana a presentarsi alla città in modo diverso da ciò che è come dimostrano, purtroppo, anche le proteste di via Battelli: ho ritirato fuori questa storia solo perchè sollecitato dall’acuta domanda di Giuseppe.
Ok Gregorio, ne parliamo domattina all’asilo. Tanto anch’io ci passo spesso a rigenerarmi.
I discorsi seri non fanno per me. Mi stanca poi ripetere cose che in Comune sanno bene da anni.
Voglio solo che tu sappia che io non c’entro niente con Rebeldia (intendendo con Rebeldia uno dei 31 soggetti che fanno parte del cartello), al contrario sono molto attaccato all’intero Progetto Rebeldia e soprattutto allo spazio fisico Rebeldia (dovunque sia).
Ti ribadisco poi che personalmente ho preso le distanze da subito dalla modalità di relazione col Sindaco Filippeschi al Centro Maccarrone. E non vorrei tornarci sopra.
Ritengo per altro che Rebeldia non debba prendere nessuna distanza, dato che quella sera non era presente. Secondo me è stata vergognosa la gestione del Comune dell’occupazione di Via Marsala. E da questo come cittadino prendo ancora di più le distanze.