La giornata parlamentare di ieri ha avuto un momento di grande tensione nel tardo pomeriggio quando in aula è passata la pregiudiziale, proposta e sostenuta dalle opposizioni, volta a bloccare il decreto legge del governo per sanare una serie di abusi edilizi in Campania. Ciò è avvenuto perché un significativo numero di deputati della maggioranza è rientrato in aula in ritardo, forse non voluto, e non ha fatto in tempo a votare. Allora se la sono presa con la Rosy Bindi che in quel momento presiedeva l'assemblea, rea di non aver aspettato i ritardatari. Ne è scaturita una discussione molto aspra, con la maggioranza che chiedeva inutilmente di ripetere la votazione, cosa che, invece, è esplicitamente impedita dal regolamento parlamentare. Dunque la serata si è conclusa in un clima di confusione che comunque non può oscurare il merito positivo di un voto che ha fermato un provvedimento indecente nato da promesse fatte nella recente campagna elettorale per le regionali.
Nel primo pomeriggio invece si è conclusa in prima commissione la fase delle votazioni sugli emendamenti al progetto di legge sul riordino delle funzioni degli Enti Locali. Forse la prossima settimana arriverà in aula. Il testo che ne emerge è assai modesto dal punto di vista riformatore e presenta limiti assai gravi. In particolare non sono passati i nostri emendamenti più innovativi, a partire dall'anagrafe degli eletti, e quelli più rilevanti in termini di cambiamento istituzionale, come la proposta di passare alle autonomie locali molte funzioni oggi svolte dallo Stato attraverso costosi uffici decentrati. Ciò sarebbe coerente con un'idea federalista e, soprattutto, porterebbe ad una semplificazione e ad una razionalizzazione di tante funzioni che hanno a che fare con la vita quotidiana dei cittadini. Invece la maggioranza più che al cambiamento pensa alla propaganda: e allora via agli specchietti per le allodole, come la trovata dell'abolizione delle Province al di sotto dei duecento mila abitanti pensata solo in un'ottica comunicativa. E i giornali, la Confindustria, le categorie economiche, i fustigatori della politica, tutti in moto a osannare e accreditare la riduzione dei costi delle istituzioni….. Ma ne riparleremo.
Un rapido commento però devo farlo sulle vicende pisane e sul blog. Stamattina leggendo i giornali locali in treno ho visto diversi interventi che rispondevano al mio articolo sulla sinistra pisana, anzi su un pezzo della sinistra pisana, pubblicato anche su questo sito. Bene. Reazioni così tempestive e risentite dimostrano che c'è qualcosa che ha colpito nel segno. Del resto, anche se il dato viene ignorato dai miei critici, che i due governi Prodi nati come alternativa a Berlusconi siano stati logorati e affossati con il contributo fondamentale della sinistra radicale è un fatto indiscutibile, una verità storica si può ormai dire. E' troppo comodo oggi far finta di non saperlo. Anzi è assai stupefacente la totale mancanza di riflessione e di analisi sulla storia e sui percorsi che hanno portato la maggioranza degli italiani, anche nei settori sociali più deboli e subordinati, a dare fiducia al governo di destra. Sicuramente anche il centrosinistra ha fatto i suoi errori. Ma forse sono più sul versante della mancanza o della timidezza riformatrice che non su quello dell'antiberlusconismo e della testimonianza conflittuale. Ripeto: correre dietro e cavalcare la frammentazione sociale e corporativa è culturalmente subalterno alla destra. E il "cobassino" Federico Giusti è un campione in materia. Se il Comune di Pisa, dati alla mano, eroga servizi sociali e all'infanzia in misura superiore rispetto alla maggioranza dei comuni forse è proprio dovuto al fatto che la maggioranza locale non ha avuto la palla al piede di Rifondazione. Quanto al commento di Giuseppe voglio dire che non si possono confondere due piani diversi. Anzi la coerenza è proprio nel tenerli distinti: quello dei rapporti istituzionali in base al quale si deve incalzare un ministro, di qualsiasi colore sia, a prendersi le sue responsabilità e a collaborare con le istituzioni locali nello spirito di una visione nazionale. E l'altro, quello del giudizio e della battaglia politica che, se vuole cambiare le cose, deve puntare a cambiare i rapporti di forza e l'opposizione deve puntare al governo del Paese. Altrimenti è solo testimonianza. Legittima certo, ma incapace di incidere e di cambiare. E' per questo, caro Giuseppe, che sento "l'ansia" di un progetto capace di farsi governo.
22 Commenti
Boh,
io sono ignorante e politicamente ingenuo, ma la memoria secondo me manca a Paolo Fontanelli. L’ultimo governo Prodi è caduto grazie a Mastella, la cosiddetta sinistra radicale si era prostrata a qualsiasi dettame di antiberlusconismo. Se devo dire la verità secondo me anche giustamente, dato che c’era un programma sottoscritto prima delle elezioni.
Sulle vicende pisane poi mi sa che Paolo Fontanelli ragioni solo pregiudizialmente, essendo consapevole soprattutto di avere un’informazione un po’ alterata dalla sua lontananza.
Non ho condiviso le modalità con cui è stato affrontato Marco Filippeschi al Centro Maccarrone, ma è un dato di fatto che il puzzo strumentale che è stato creato ad arte dopo la cosiddetta “aggressione” abbia creato un clima in città pesante e dannoso per tutti.
Mi ricorda molto il duomo in faccia a Berlusconi, ovvero un fatto stupido e controproducente che ha avuto il solo effetto di spostare il discorso. Come del resto diceva ieri Bersani a Ballarò sulle ultime sparate dell’unto dal signore sull’Aquila.
Ringrazio l’On. Fontanelli per la sua riflessione sul mio post, con cui avvia di fatto quel confronto democratico che auspicavo. Le chiederei solo di rispettare la mia intelligenza e di considerare le mie parole per quello che dicono, senza ricorrere a argomenti come quello della “testimonianza”. Gliene sarei grato. Anch’io voglio con tutte le mie forze un governo diverso da quello attuale. Il problema è che l’unica coalizione che può riuscirci, quella di centro-sinistra di cui il PD è il maggior partito (non l’unico), sembra far di tutto per mancare l’obiettivo. Davvero lei è ancora preda dell’ossessione per i comunisti? Non sono più neppure in Parlamento… Possibile che si continui a offrire una simile rappresentazione del nostro quadro politico, mentre il paese affonda in una crisi sempre più simile alle sabbie mobili? Berlusconi ha ormai contagiato anche persone del suo spessore e della sua esperienza politica?
Il problema, a me pare, sono i contenuti su cui si costruisce un’alternativa di governo. Faccio il caso dell’unico che le sento ripetere con una certa insistenza: legalità. Il nostro contesto locale ne offre un buon esempio. In questi giorni a Pisa, si è usato il principio della legalità come una clava per colpire gli indigenti, i senza casa. Davvero queste persone avrebbero “violato” la legge occupando la palazzina di via Marsala per gusto dell’illegalità? Sono criminali? O cercano solo di porre una questione politica a cui l’assessore al sociale ha fatto orecchie da mercante per mesi? Forse, se l’amministrazione comunale avesse prestato più ascolto, invece di limitarsi a trasferire dal sociale ingenti somme sulla sicurezza, chiedendo più vigili e telecamere e votando ordinanze su ordinanze insieme all’opposizione di centro-destra, le cose sarebbero diverse. Se dialogo e partecipazione valgono solo quando si è già d’accordo prima, diventano parole vuote. Questo, a mio modesto parere, è uno dei limiti dell’attuale progetto del PD. Secondo esempio: il titolo principale delle locandine dei giornali pisani di oggi non è dedicato – per fortuna, aggiungo – alla venuta di Maroni, ma alla vile storia di un usuraio, proprietario fra l’altro di decine di appartamenti in città. Pare che la storia di questo rispettabile “imprenditore” sia andata avanti per circa vent’anni. Nessuno se ne era accorto. Possibile? Sentiremo forse il PD pisano intervenire condannando l’episodio in nome della legalità e chiedendo maggiori controlli sulla condotta degli imprenditori pisani e sullo stato della proprietà immobiliare in città? Lascio a lei la risposta. Eppure non c’è base solida per la legalità senza una maggiore giustizia sociale. Ecco, io credo che uno dei motivi per cui stiamo diventando tutti incapaci di rispondere al dilagare della destra in Italia risieda in una miriade di tante piccole contraddizioni come quella che ho esposto.
Francamente trovo ipocrita e anche un po’ ridicolo definire “modalità con cui è stato affrotato Marco Filippeschi” l’aggressione che ha subito, e “controproducente” il criminale lancio del duomo; cosa avrebbero detto queste persone a parti invertite? Nè mi sembra possibile mettere in discussione l’illegalità di via Marsala; proprio perchè la questione è complessa, non può essere affrontata in questi termini, nè possono essere accettati atti illegali unilaterali.
Proprio perchè con tutte le mie forze voglio battere un governo dannoso e un premier che fa danni, penso che queste posizioni debbano esere battute.
Invece,ascoltando Bersani, ho rilevato che è molto più bravo quando parla di cose concrete e di temi economici; quando invece fa discorsi generali convince meno. chi può glielo dica…..
@ Cristiana
Scusa i miei toni, spesso impulsivi ma mai ipocriti. Non intendo assolutamente minimizzare l’accaduto, perchè un Sindaco non va affrontato con quelle modalità. Ovvero in strada, di notte e urlandogli contro. A prescindere dall’avere o meno ragione.
Ma di fatto non è stata un’aggressione. Punto. Basta vedere le immagini diffuse e ormai note a tutti quanti.
Poi neanch’io metto in discussione l’illegalità di Via Marsala, ma intendo quella vera, che si chiama SPECULAZIONE EDILIZIA.
Io non occuperei una casa, ma chi lo fa non lo fa certo per divertimento (e se ne assume le responsabilità). Chi specula però ci guadagna, comunque.
Del resto non voglio convincere nessuno che l’illegalità (come dice bene Giuseppe) non è tutta uguale. Ognuno ha le proprie idee.
Le leggi c’erano anche durante il Fascismo, e la storia ha dimostrato che erano ingiuste.
Non vorrei tornare sul caso di via Marsala. Ho già detto quello che penso. Esprimo però i miei timori per i rischi di una forte strumentalizzazione in chiave militare di una pagina che è triste per tutti, da chi non ha casa al sindaco Marco FIlippeschi. Passeggiando per Pisa, nei giorni scorsi, era netta la percezione che molte persone non capissero il perché di tanta polizia in città, né le ragioni per cui, in assolati pomeriggi di inizio estate, Palazzo Gambacorti si fosse trasformato in un fortino. Purtroppo, sono sono segni di debolezza politica che in giornate scandite da nuovi attacchi berlusconiani alla Costituzione non ci vorrebbero. Aggiungo che da pisano di sinistra ci sono rimasto parecchio male che ieri, dopo l’incontro con Maroni, il sindaco Filippeschi abbia indicato come modello a cui tendere quello di Prato (vd. intervista: http://www.youtube.com/watch?v=AWqw3-kecWk&feature=player_embedded#!), ossia l’unica città che la destra ha strappato al centro-sinistra negli ultimi tempi in Toscana. Perché? A sinistra non siamo in grado di fare qualcosa di meglio?
Vorrei però spostare il piano del discorso. Essendo l’On. Fontanelli un punto di riferimento per tutti i pisani, penso che un blog come il suo debba porsi come uno spazio di confronto aperto. Per questo invito tutti a entrare nel merito delle questioni, come ho tentato di fare nel mio post precedente, senza irrigidirsi su contrapposizioni che fanno male a ogni progetto di costruzione di un’alternativa di governo a Berlusconi e alla Lega. Se in linea di principio è vero quanto dice Cristiana, ossia che un’occupazione è illegale, è altrettanto difficile non essere d’accordo con Francesco quando dice che le leggi esistono anche durante le dittature (o più banalmente, che esistono leggi sbagliate e ingiuste). È una storia vecchia quanto il mondo (ne parlava già Sofocle nell’Antigone, ricordate?). Per questo, come scrivevo ieri, ritengo debole l’argomento “legalità” se non si accompagna, ad esempio, a una precisa posizione sulla giustizia sociale. Ecco, credo che se ci confrontiamo in modo onesto, senza reazioni d’istinto, senza parlarci addosso come in uno spot elettorale, forse i nostri commenti possono servire a risollevarci tutti, no? Parole come “ipocrita”, “ridicolo”, non le usiamo. Non servono a niente, se non a impedire il confronto sui fatti. In questo anche i taccuini dell’On. Fontanelli potrebbero darci una mano.
non c’ è dubbio che esistano leggi giuste e leggi sbagliate. Ma da noi, in regime di democrazia, il parlamento (la maggioranza democraticamente eletta, anche quella che non ci piace) può modificarle; durante l fascismo, e in ogni dittatura, non era certo così.
Non facciamo confusioni, se no legalità diventa un concetto chewingum.
Mah…
Il chewingum mi pare sia proprio la nostra democrazia, che poi è prevalentemente una telecrazia: hanno appena approvato il bavaglio.
Cara Cristiana,
anch’io distinguo tra dittatura e fascismo e ci tengo anche molto alla distinzione, ci mancherebbe! Proprio per questo, ho inserito il riferimento alla tragedia Antigone, scritta 2500 anni fa, nella culla della democrazia, da uno dei più grandi poeti di Atene, Sofocle. Vi si racconta la grande storia del confronto tra le leggi della polis e le “nomima agrapta”, le leggi non scritte. È un capitolo importante della nostra storia, sono queste le nostre radici culturali. Ancora una volta, esorto a non semplificare. Attenzione infatti, che è proprio questo uno dei terreni su cui Berlusconi e la Lega hanno vinto e su cui il centro-sinistra, noi tutti, non abbiamo saputo più dire niente. Ci perché ci rinchiudiamo di continuo nelle nostre piccole verità, o perché bacchettiamo chiunque provi a riflettere sul fatto che la società contemporanea è molto più complessa di come ce la raccontiamo. Ora mi chiedo: basta fare un viaggio in una grande capitale europea per trovarsi di fronte amministrazioni impegnate nella difficile sfida posta da un mondo in continua evoluzione, da un sistema economico in crisi e da una società che sempre più si modifica, integrando (volente o nolente) i nuovi cittadini; possibile che proprio nella nostra Toscana rossa, da decenni patria di democrazia e dei valori più alti della politica italiana, ci dimentichiamo di tutto questo? No, non ci credo. Dunque, avanti con il dialogo, ma nel rispetto delle reciproche posizioni e senza reprimende. E attenzione al linguaggio: io non mi permetterei mai di definire una sua posizione, né quella di nessun altro che prende parola in questo foro, come “concetto chewingum”.
Ci sono molte cose di cui parlare. Avevo proposto, ad esempio, il tema della legalità, facendo due esempi: gli occupanti e l’usuraio. Due storie pisane. Confrontiamoci su queste due, magari senza tirare fuori subito il sud Italia (tema al quale, dato le mie parziali origini campane sono più che sensibile, ma che qui rischia di diventare uno specchietto per le allodole).
Naturalmente c’è un lapsus involontario nella mia prima frase: la distinzione, ovvia, è tra democrazia e fascismo/dittatura.
A proposito di chewingum e di capacità di gestione del conflitto,
dato che sono ignorante, qualcuno sa spiegarmi come mai se i commercianti irrompono in Comune urlando e minacciando non parte un’interrogazione parlamentare?
http://www.pisanotizie.it/news/news_20100611_protesta_commercianti_chiusura_lungarno.html
Non fraintendetemi, ogni protesta civile è legittima e il consiglio comunale è un luogo fortunatamente pubblico dove tutti possono (anzi dovrebbero farlo più spesso) andare.
Però sento molto attuale il vetusto teorema “due pesi e due misure”.
E scusatemi se involontariamente ho urtato la sensibilità di qualcuno.
Anche alla malafede c’è un limite. L’interrogazione è stata fatta dopo l’aggressione al sindaco (quella che i rebeldi e il giornale dei rebeldi mettono in dubbio) e non all’irruzione in giunta (episodio, comunque, non proprio edificante). Altrimenti le interrogazioni sarebbero state sette mila visto saranno una ventina d’anni che, con cadenza mensile Macchia Nera e le sue varie successive denominazioni si presentano a protestare in consiglio comunale per qualcosa. Dopodichè si può discutere di tutto: ma rispettando i fatti.
A proposito di fatti: in uno dei primi post giuseppe aveva sostenuto che vi era stato un trasferimento di risorse dalle politiche sociali alla sicurezza. Se ci sono delle informazioni che io non so in merito chiedo la cortesia di renderle note. Fino a che non lo sono, mi attengo a ciò che è stato pubblciato dalla stampa locale (incluso il giornale di rebeldia): tutti hanno sempre detto che le risorse non erano state diminuite, ma anzi leggermente aumentate. I tagli al sociale, purtroppo, ci sono stati a Pisa, Livorno, Pontedera, Lucca, Firenze etc,etc … perchè sono la conseguenza del taglio deciso dal governo del fondo sociale nazionale. La critica del giornale di rebeldia, assolutamente legittima e sotto alcuni aspetti anche comprensibile, non riguarda, infatti, il trasferimento di risorse (che io “apprendo” per la prima volta da Giuseppe) ma
il fatto che, con i tagli del governo (1,6milioni di euro solo per Pisa e comuni limitrofi) potesse essere “meglio/più opportuno/più giusto (come vi pare a voi) destinare al sociale le risorse spese per sistema di videosorveglianza e nuovi vigili urbani. Ma mi sembra cosa assai diversa (e, infatti, nessuno a parte giuseppe lo ha mai detto), dal dire che il comune ha spostato risorse dal sociale alla sicurezza.
Confrontiamoci sì, ma senza mistificare i fatti.
Nota a margine 1: oltre a dire che era colpa di filippeschi, magari una mezza parolina di critica al governo per il taglio del fondo sociale nazionale, quanto meno ai miei berlusconiani occhi, avrebbe dato alla posizione del giornale rebelde una tonalità di maggiore coerenza.
Nota a margine 2: dentro il Patto per la sicurezza (su cui mi astengo, in attesa di leggerlo) sembra però vi sia una roba -il passaggio di competenze in materia di permessi di soggiorno da questura a comune- che è un tema di grandissima civiltà e che potrebbe facilitare di molto la vita dei cittadini migranti. E’ un tema che era un chiodo fisso della Turco (ok … destrorsa del Pd) più di dieci anni fa ma anche del ddl Ferrero (lui nn del Pd) dell’ultimo governo Prodi. Ora, non ho letto le carte e non lo so se è l’ennesima presa per il c… del governo, ma in ogni caso dovrebbe essere un tema che interessa eccome chi dice di battersi per i diritti dei migranti: non foss’altro per dimostrare che non è vero. Altrimenti anche la battaglia per i diritti dei migranti tende a somigliare ad una scusa per attaccare Filippeschi. Purtroppo.
@ Gregorio
Rilassati please, che mi pari decisamente starato.
Cito Paolo Fontanelli: “Bene. Reazioni così tempestive e risentite dimostrano che c’è qualcosa che ha colpito nel segno”
Caro Gregorio,
trovo sbagliato parlare di giornale “rebelde” se si riferisce, come immagino, a Pisanotizie; sarebbe come se altri chiamasse “portavoce del Comune” il Tirreno. Credo che sia un approccio che avvelena un confronto, perché riduce a dimensione ideologica e faziosa ogni argomento, un po’ secondo lo stile di Berlusconi (“chi non è d’accordo con me, è comunista”). Questo non aiuta a dialogare. Ci avverto, anzi, quella tendenza a misurarsi con gli altri secondo l’antica logica amico/nemico, che raramente porta frutti.
So bene che ci sono stati i tagli del governo. Ma il mio ragionamento su spese per sociale/sicurezza partiva semplicemente dalla constatazione (dati che ho appreso dal Tirreno) che la cifra ridotta al sociale corrisponde, grossomodo, a quella investita nell’acquisto di telecamere. Ora, personalmente, trovo che riempire una città di telecamere in tempi di crisi, con una disoccupazione giovanile al 30%, con il problema per migliaia e migliaia di famiglie di pagare l’affitto e arrivare in fondo al mese, sia uno spreco di denaro pubblico e un’operazione demagogica; di una demagogia, peraltro, già obsoleta e perdente. A tal proposito, segnalo che esiste una ricca bibliografia internazionale sull’uso della questione “sicurezza” per ottenere il consenso politico. In Europa, il primo a ricorrervi in modo sistematico è stato il presidente Sarkozy in Francia, oggi in forte crisi di consenso. In generale, gli studi più recenti sostengono che tale argomento non sia più vincente a livello europeo, non so però in Italia (una buona sintesi la puoi trovare su Le Monde Diplomatique già del settembre 2008, a cura di un ottimo studioso francese, Noé Le Blanc: http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Settembre-2008/pagina.php?cosa=0809lm26.01.html).
Altro aspetto: non vorrei che il nostro dialogo, che auspico allargato a sempre più voci, si riduca a uno sterile processo al sindaco, con quelli che giocano alla pubblica accusa e quelli alla difesa (così, finiamo per fare la replica della pagina delle lettere sul Tirreno). Marco Filippeschi è il sindaco di tutti, e come tale esprimiamo liberamente le nostre considerazioni su di lui (anche qui avverto da parte sua, Gregorio, un inquitante riflesso berlusconiano: anche a sinistra la critica non è più avvertita come la vera base del progresso civile?). Qui parliamo del nostro sindaco solo come un esempio, che magari conosciamo meglio perché ci è vicino. In realtà, il nostro dialogo è nato dalla questione Maroni e più in generale da come si può costruire un’alternativa di governo a Berlusconi (su questo sono stato chiamato direttamente in causa dall’On. Fontanelli). Su questo piano è naturale che il nodo più interessante sia come si può rafforzare il PD, come si può trasformarlo in volano di una ripresa del centro-sinistra. Da qui il confronto sulla legalità (perché si attaccano gli occupanti, ma non gli usurai?); da qui la domanda sul perché indicare come “modello” Prato (città di centro-destra); più in generale, il tentativo di capire perché il PD oggi è minoranza, perché perde nel paese (ricordo che, secondo quanto scritto domenica dall’On. Fontanelli sul Tirreno e poi sull’ultimo taccuino, una delle ragioni sarebbe da indicare nel singolare impegno per far vincere la destra da parte della sinistra ora antagonista, ora radicale, peraltro come se un centro sociale e un partito fossero la stessa cosa…). Torno a ripetere: in tempi di crisi, con Berlusconi che forza la costituzione ogni due giorni e la Lega che ringhia e morde a destra e a manca, con una manovra finanziaria che renderà ancora più deboli le fasce già deboli, il PD non può limitarsi a fare l’elenco dei suoi meriti, grandi o piccoli che siano. Occorre di più, occorre aprirsi a una società che oggi è in grande affanno. Di fronte a una sfida simile, io non credo che il punto sia cosa fa o cosa dice un sindaco di provincia. E non imputo certo a Filippeschi cose che sono ben più grandi di lui (anche se penso che potrebbe amministrare meglio e soprattutto avere un atteggiamento meno ostile verso chi non è d’accordo con lui). Ma se ai miei interrogativi lei, Gregorio, risponde solo facendo lo spot elettorale di Filippeschi, allora siamo punto e a capo, e non se ne esce. Le mie domande ambiscono a qualcosa di più che dare la semplice “pagellina” al sindaco di Pisa. La speranza sarebbe piuttosto che da Pisa, città di grandi tradizioni democratiche nelle quali tutti qui ci riconosciamo, venga un contributo reale al cambiamento e al rilancio di una politica sana, attiva, che sappia essere condivisa dai cittadini e fare sintesi delle tante posizioni, spingendo l’Italia fuori dal baratro in cui sta precipitando giorno dopo giorno.
Grazie del pensiero francesco, in realtà sono divertitamente zen.
Citazione contro citazione. Questo è il sottotitolo del gironale rebelde del 21 maggio: “Grande tensione giovedì sera, tra il sindaco e le famiglie di via Marsala, al Centro Maccarrone al termine di un dibattito. Un documento della conferenza dei capigruppo in consiglio comunale. Il deputato Fontanelli (PD) annuncia “un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno”, mentre il presidente della Regione, Rossi, parla di “attacco violento e ingiustificato da parte di un gruppo di facinorosi”
Via su … anche te c’hai provato a scimmiottare berlusconi. Ma quanto a bugie il maestro rimane irraggiunginile.
eheheh
Gregorio parla di Pisanotizie come Silvio parla di Repubblica.
Annamobbene…
D’istinto giuseppe mi verrebbe da ritorcerle contro la stessa critica che lei fa a me: possibile che se uno non è d’accordo con lei è per forza berlusconiano? Non crede che anche questo avveleni il clima e ostacoli il dialogo? E ancora: nessuno pone in questione il suo diritto di critica, ma se permette io conserverei il mio a non essere d’accordo con lei … fino a che non mi convinco del contrario.
Fra l’altro , mi perdoni, ancora una volta lei mistifica quello che ho detto. Non ho mai sostenuto che filippeschi ha fatto bene a mettere le videocamere e ad assumere i vigili urbani: come già ho scritto sulla cosa ho qualche perplessità anch’io (… pensi lei). Ho sostenuto, invece, che non vi è stato alcun trasferimento dal sociale alla sicurezza. E lei me l’ha appena confermato non portando alcuna informazione diversa da quelle che circolano in città da tempo. Pià in generale sostengo che le opinioni (a mio parere tutte legittime, eccezion fatta per l’apologia di fascismo e altre amenità del genere) dovrebbero fondarsi almeno su quei fatti che, fino a prova contraria (che le ho chiesto di fornire), possono considerarsi come veritieri. E i fatti in questione, sempre fino a prova contraria, sono: (a) non c’è stato alcun trasferimento dal sociale alla sicurezza; (b) i tagli sono stati una conseguenza della diminuzione di risorse del fondo sociale nazionale; (c) il comune ha deciso di non aumentare (in realtà un pochino lo ha fatto) le risorse per il sociale, ma di investire sulla sicurezza. Dopo di chè ci si confronta e tutte le opinioni sono legittime.
Sul Pd e sulla mia propaganda pro Pd: beninteso non era assolutamente tenuto a farlo, ma se lei fosse andato a leggersi i taccuini passati troverebbe che anche il sottoscritto ha espresso la sua opinione su quello che il Pd non è e su quello che dovrebbe essere. Insieme a qualcun altro peraltro. Perchè, a memoria, non mi pare di aver letto commenti troppo teneri su queste pagine sul partito e sui suoi leader. Però, poi ognuno ha i suoi limiti: quando vengono a mettere in evidenza le incoerenze e le manchevolezze del Pd (che sento un po’ anche mio pur non avendo nessuna tessera in tasca), che ci sono e sono evidenti, a me istintivamente viene da mettere in evidenza le incoerenze e le manchevolezze di chi lo critica. Perchè anche quello ci sono. E sono evidenti.
Sul giornale rebelde: ancora una volta, mi perdoni, mi sembra che al suo ragionamento manchi un ancoraggio ai fatti. Avrebbe ragione se vi fosse qualche dipendente dipendente del Comune che fa parte della redazione de Il Tirreno, ma io non ne conosco (se lei li conosce, me lo faccia sapere). Viceversa conosco membri della redazione di Pisa Notizie che sono anche attivisti molto impegnati di Rebeldia. Ecco, quindi, che secondo me la definizione di giornale rebelde sta in piedi. Peraltro è assolutamente legittimo, e pure utile, che Rebeldia abbia il suo mezzo di comunicazione. Però chiamiamo le cose con il loro nome. Tutto qui.
Francesco, sarà anche … ma te però un parli di nulla. Annamopeggio. Comunque mi autoescludo dalla polemicuzza per (a mio parere ovviamente) assenza di sostanza.
Concordo con Gregorio sulla motivazione da lui addotta per autoescludersi.
E cito Fulvio Abbate: “Il PD è solo musica leggera per ceti medi”
Niente di male per carità…
Tranquillo franci, mi autoescludo dal niente che proponi da due ore a questa parte. Sul resto rimango pigramente connesso.
E con questo chiudo (giusto per dare un po’ di sostanza a Gregorio che l’ha chiesta esplicitamente).
Parliamo di conflitto interesse fra redazioni/redattori?
– Il comune di Pisa ha un ufficio stampa il cui “capo” ha avuto addirittura bisogno di una delibera di giunta per essere riassunto (a inizio legislatura Filippeschi). Non ha bisogno di dipendenti comunali che fungano da redattori, perché di fatto ciò che passa dal Comune viene pubblicato sul Tirreno così, paro paro – che bisogno c’è di redattori??
– La provincia di Pisa ha un addetto stampa che è anche redattore del Tirreno
– La società della salute ha un addetto stampa che scrive anche sulla Nazione, ed è addetto stampa anche della Caritas
– L’università ha un’addetto stampa che è anche collaboratore del Tirreno
– Raimondo Pistoia ha rapporti col Comune? Concreti direi di no, ma spesso l’ho notato a sedere sulla sedia del Sindaco in Sala delle baleari (magari giocava…)
Ma poi Pisanotizie esiste davvero? Perché sulla rassegna stampa comunale o su Pisainformaflash (quello sì organo ufficiale) questa testata è totalmente assente. Come hanno imparato bene la lezione Orwelliana!!
Come vedi quando argomenti, rispondo. Intanto vedo che concordi sul fatto che Pisa Notizie è il giornale di Rebeldia. Non so perchè ti agiti in questo modo perchè in sè io non ci trovo nulla di scandoloso e non vi trovo nemmeno un conflitto d’interessi: per me è giusto che un movimento come Rebeldia si doti dei suoi strumenti d’informazione.
Quanto all’ufficio stampa del sindaco, non conosco come te i dettagli del Palazzo, ma deduco che la persona in questione non ti stia particolarmente simpatica. Perchè in sè, almeno da come la racconti nemmeno lì vedo scandali o conflitti d’interesse: se anche fosse come te dici, a quel che mi risulta è quel che succede in qualunque amministrazione. Anche Formigoni in Lombardia e Vendola in Puglia hanno un loro staff, assunto da loro, il cui mandato è vincolato alla durata di quello del sindaco/presidente della regione/presidente provincia. E in cui c’è qualcuno che si occupa della comunicazione. E per assumerli hanno fatto una delibera (mica li possono fare lavorare al nero … almeno su questo, spero, sarai d’accordo). Ti dà fastidio che il comune abbia il suo giornalino? Mi pare che ce l’abbiano diverse amministrazioni comunali.
Non so neppure perchè tu ce l’abbia tanto con Il Tirreno. Io vedo che pubblicano le cose del comune, ma non mi sembra che “Rebeldia” sia censurata. La lettera firmata dagli accademici io l’ho letta su quel giornale, la manifestazione davanti al rettorato e quelle sotto il comune anche. Hanno pubblicato il taccuino di Fontanelli, ma anche una paginata intera di lettere critiche (inclusa quella che, aveva allegato Giuseppe). Dici che questo è regime? Allora della Birmania cosa mi dici?
Alla faccia,
via stacco che non ho più voglia.
Sei un po’ troppo berlusconiano per i miei gusti ma mi stai anche simpatico.
Magari un giorno ci si vede e se ne parla.
Stai in gamba!