Torno a leggere con attenzione le notizie pisane dopo tre giorni romani. Non perché mi mancavano le fonti, ma perché gli impegni in prima commissione e in diverse riunioni hanno assorbito il tempo disponibile. Comunque un tema lo avevo in testa da martedì quando avevo letto sui giornali locali i titoli dedicati ai "pisani tra i più tartassati d'Italia" dalle multe. Era la conseguenza dalle tabelle pubblicate dal Sole24ore in cui Pisa risulta essere all'8° posto tra le città italiane per il conto procapite di sanzioni. Il fatto è che quel calcolo è realizzato dividendo la somma delle sanzioni accertate per il numero dei residenti. Si tratta comunque di un tema non nuovo, così come non nuove sono le polemiche. E' evidente che per Pisa, e non solo, il dato è falsato e distorto dal fatto che le sanzioni non sono solo ai residenti del comune ma c'è una quota rilevante di infrazioni connesse anche ai flussi esterni. Ma su questo non mi trattengo: considero superficiali queste discussioni e diseducativo far diventare le sanzioni, cioè il mancato rispetto delle regole, un fatto di persecuzione fiscale. Siamo al rovesciamento dell'idea di legalità. Se una multa è arbitraria o ingiusta esistono le vie per il ricorso alla giustizia. Altrimenti…
Invece il pensiero che mi avevano sollecitato quei titoli era quello di provare a domandarsi quanto sarebbe migliore la qualità della vita di ciascuno di noi se quelle infrazioni, certificate dalle multe, non ci fossero state o non ci fossero. Quanto inquinamento dell'aria risparmiato, quanti marciapiedi resi più percorribili e più sicuri, quante arrabbiature e quanto caos urbano in meno, quanta qualità paesaggistica e di fruibilità turistica in più, e soprattutto quanto migliorerebbe il livello di ordine e di cura della città senza l'invadenza delle automobili … Ecco, anche se è difficile, proviamo a immaginare quanto sarebbe migliore la città senza quelle migliaia e migliaia di infrazioni che portano alla dote procapite. Chissà se ragionando così si può arrivare a fare qualcosa di buono per recuperare un po' di senso civico.
Poi, scorrendo le notizie, vedo con gioia la vittoria della coppa del mondo nella sciabola di Ilaria Bianco. Ilaria non è nuova a grandi imprese e rappresenta il meglio della scuola pisana di scherma. Mi è capitato di premiarla più volte e sono molto contento di vederla ancora ai vertici dello sport mondiale. Brava davvero!
Un fatto estremamente positivo, che negli anni passati non eravamo riusciti a fare, è l'accordo sulla promozione turistica sottoscritto dal nostro Comune con quello di Lucca e con la SAT. L'idea di sviluppare un progetto integrato per l'attrazione tutistica nell'area vasta della costa è positivo e importante. Solo con una visione comune e un forte lavoro di cooperazione è possibile costruire nella nostra area una "alternativa" efficace ai richiami della Toscana centrale. Ottimo quindi il lavoro del Sindaco e di Gina Giani.
A questa se ne aggiunge un'altra fresca di giornata. La Saint Gobain ha annunciato che porterà in fondo il programma di investimenti che era alla base dell'accordo con l'Amministrazione Comunale e che aveva segnato un rallentamento in ragione della crisi economica. Anzi alla fine i soldi investiti e le opere realizzate per potenziare la realtà produttiva saranno superiore a quanto preventivato. Questa è davvero una gran cosa per la città e smentisce tutte quelle cornacchie che di fronte alle difficoltà prodotte dalla crisi cercarono di mettere sotto accusa il Comune per l'accordo fatto a suo tempo.
Infine una considerazione sull'incontro promosso dalla facoltà di giurisprudenza con il Presidente della Camera Gianfranco Fini, al quale mi è dispiaciuto di non poter essere presente. E' sorprendente che un appuntamento importante e significativo per i contenuti dell'incontro, immigrazione i diritti, e per l'attualità che hanno nel dibattito politico, con un carico non irrilevante di contraddizioni per la maggioranza che governa il Paese, sia stato derubricato in "Fini contestato dagli studenti". Sono così scomparsi i temi, a partire dal riconoscimento del diritto alla cittadinanza, che possono aiutarci a fare dei passi avanti e sono invece riapparsi i fantasmi che riportano al passato. Ma in una versione assai piccola e grottesca da far vergognare l'antifascismo di qualche anno fa, quando in nome dell'antifascismo si mobilitavano migliaia di persone e si cercava sempre di portare sotto quella bandiera più persone possibili. Oggi siamo al minoritarismo, più o meno esaltato, che nega l'idea di confrontarsi con i cambiamenti, anche nelle idee. Tra l'altro nell'aula che ha ascoltato e interrogato Fini c'erano studenti in un numero superiore di tre o quattro volte quello di chi contestava. Comunque per quello che mi hanno riportato, che conferma cose che accadono anche in Parlamento, è importante la posizione di Fini sulla questione della cittadinanza e sono contento che l'abbia ribadita. Sono meno contento, anzi in netto disaccordo sul suo giudizio sulla legge Bossi-Fini, perché non ha dato risposte positive ma ha creato e sta creando situazioni di inaccettabili disagi e discriminazioni verso un grande numero di immigrati che hanno lavorato regolarmente in Italia e che si trovano senza alcuna protezione dal rischio concreto dell'espulsione. Però penso che se il Parlamento italiano riuscisse a fare una nuova legge sulla cittadinanza il cammino dell'affermazione di politiche adeguate sul piano dei diritti e dell'integrazione si farebbe un po' più facile. Di questo discuteremo anche a Pisa, giovedì insieme a Livia Turco. Trovate i dettagli dell'incontro negli appuntamenti.
6 Commenti
Già, me lo chiedo anch’io dove siano oggi le cassandre che attaccavano l’amministrazione comunale colpevole di esser scesa a compromessi col “capitale” e di aver svenduto un pezzo di città ad una multinazionale … che oggi annuncia che investirà a Pisa 93milioni di euro. E, forse, ho anche un’idea su dove potessero essere giovedì scorso: qualcuno sicuramente fra i contestatori di Gianfranco Fini. Ottima operazione anche quella. Si poteva, per una volta, portare al centro del dibattito pubblico e politico un tema serio e importante come la riforma del diritto di cittadinanza … E, invece, grazie a una manciata di torsoli che avevano bisogno del loro quarto d’ora di notorietà, tutto a ramengo. Complimentoni.
Condivido le sue valutazioni sull’episodio Fontanelli. Solo una piccola considerazione: non gli dia troppa importanza tirando in ballo -sia pure in termini critici- l’antifascismo. Se il mi nonno fosse passato di lì colla su bicicletta nera, l’avrebbe guardati un po’ e poi, scuotendo il capo e senza nemmeno levarsi lo stecchino di bocca, avrebbe detto: “Badate popò di bischeri …”.
bischeri senza dubbio, ma con una profonda vena antidemocratica, purtroppo pari alla bischeraggine
Concordo con i commenti. Aggiungo qualche considerazione sui giornali di oggi. In particolare su due cose. La prima è la manovra economica che il governo sta preparando per fronteggiare la crisi e gli impegni presi in sede europea. Finora ne sappiamo molto poco, ma è evidente che il tema sarà su chi, su quali categorie sociali, verrà scaricato il peso prevalente della manovra. E su questo piano non c’è da stare tranquilli. Le avvisaglie non sono proprio quelle di chi vuole finalmente avviare una seria politica antievasione. La seconda è il grande e motivato rumore che si è aperto sulla lista dei favori di Anemone e sugli affari della “cricca” che già avevamo visto all’opera intorno alla Protezione Civile. E’ tornata in primo piano la questione della lotta alla corruzione. Ho trovato interessanti le valutazioni di Carlo Galli e la rubrica di Michele Serra su Repubblica. Poi, sempre su Repubblica, ho letto un pezzo di di Antonio Gnoli che parla di risentimento e di Weimar che mi ha spinto a pensare alla Lega Nord. Si, perché due anni fa uscì un libro di Bonomi che analizzando l’espansione del fenomeno Lega nelle regioni settentrionali lo legava all’intreccio di sentimenti come la paura, l’egoismo sociale e il risentimento. E ripensarci con lo sfondo di Waimar e dei sui sbocchi non è rassicurante. Altro che Calderoli…… In fondo se riflettiamo sull’effetto che può fare tanta antipolitica buttata nel ventilatore, lo notava Tanfucio qualche giorno fa, troviamo che ragioni per preoccuparsi ce ne sono in quantità. Inoltre c’è una affermazione di Michael Douglas che aggrava la situazione quando dice “è sconvolgente vedere quanti giovani entrano nel mondo della finanza attratti dal sogno del denaro facile e del potere, ma penso che i quarantenni siano i peggiori, non hanno scrupoli, non conoscono il senso morale”. Se pensiamo che proprio in questi giorni appartenenti a questa generazione hanno preso in mano la guida di un Paese come la Gran Bretagna, nel solco di altri significativi rinnovamenti, Obama innanzitutto, ci viene da qualche sudorino. Ma nooo…in fondo Douglas parla solo per promuovere un film.
Beh, una difesa d’ufficio è quanto mai d’obbligo. Vedete, recentemente a riguardo della mia generazione Malvaldi nella prefazione di un libro a scritto: “sanno che la propria storia e il proprio passato li rende unici, e forse proprio in virtù degli sbagli e della sfiga adesso sono quello che sono. Riconoscono di avere un privilegio, essere unici”. Allora, andando a fondo scopriamo che le parole di Douglas rilasciate ai giornalisti sono poca cosa rispetto a quelle dette pochi giorni prima davanti ad un giudice di New York: “è colpa mia che non l ho educato bene”. Tuttavia, riconosco che siamo la prima generazione incanalata in un modello di puro menefreghismo, egoismo, squalismo ma le generazioni precedenti sono quelle che si sono innamorate di questo modello di vita e sapientemente ce l’hanno trasmesso, gli dei che oggi adoriamo sono quelli per cui i “vecchi” si sono letteralmente venduti l’anima (tradendo di fatto un ideale “puro”). Comunque, tornando alla mia generazione, non è quella che manovra le speculazioni di wall street, frequenta i salotti bene di roma e milano, si aggira per le stanze di Palazzo Vecchio o Lanfranchi giocando a fare la grande politica come se giocasse alla play station. Purtroppo, la mia generazione (l’unica in cui mi riconosco) è quella che giornalmente fa i conti con la precarietà, con il mutuo in banca, con la disoccupazione e persino con le forme più perfide di sfruttamento. In questi giorni ho capito che non possiamo parlare della Grecia, ma almeno vogliamo parlare del caso del call center di Incisa Valdarno dove orari impossibili e obiettivi irraggiungibili portavano a violenze fisiche (frustate) in caso di mancato conseguimento. Oppure vogliamo parlare dell’incremento del tasso di suicidi, della poca speranza per il domani. No assolutamente. Perché, tanto noi siamo i bamboccioni. Siamo scimmie che credono di essere uomini. Noi siamo “i relitti di un italianità decrepita uscita dalle sette, dalle logge …. Un italianità piccina, pidocchiosa, che contrappone all’autorità dispotica dei principotti una nuova autorità demagogica non meno bestiale e deprimente”. Forse, non siamo pronti alle sfide che ci attendono però sono convinto che “oggi la sfida reale per la politica è inseguire l’economia nel cammino della globalizzazione, raggiungerla e porvisi avanti per cercare di regolarne il passo e disciplinarne la forza”, e se per farlo sarò costretto ad essere scimmia giacobina la cosa non piacerà ….
oggi ho letto sulla Nazione un editoriale di Caldelli molto duro ( al solito) con la giunta ecc, ma anche molto critico con te e con alcune scelte che ti attribuisce. Non conosco nei dettagli le questioni citate, come molti pisani non addentro costantemente ai dettagli della politica locale (a volte francamente poco interessanti), e penso che per chiarezza dovresti replicare. qui e sulla nazione. un saluto
Ho recuperato l’articolo de La Nazione di cui parla Cristiana. Non mi sembra una cosa che merita considerazione: contiene un tentativo di nascondere e ribaltare un proprio imbarazzo e tanto livore contro il centrosinistra e anche contro il sottoscritto. E per farlo si scomoda pure – quale onore – Curzio Malaparte. Comunque sulla Saint Gobain l’imbarazzo è nel prendere atto che sono state smentite le previsioni di disimpegno, con il “colpevole” ruolo del Comune, fatte e scritte dal suo giornale e dai suoi “editoriali”. Si tratta di una di quelle “cornacchie” di cui ho parlato nel taccuino. Ora cerca di correre ai ripari. Sul resto i lettori possono capire assai poco anche perché il giornale non ha pubblicato nemmeno una riga del mio comunicato sulla vicenda di Canapisa (la trovate in allegato) e l’editoriale polemizza sulla base delle sue deduzioni non confrontabili e unilaterali. E’ un modo singolarmente “trasparente” di fare giornalismo … Tuttavia il tentativo è quello di accreditare una maggioranza in difficoltà al di fuori di un reale riscontro. Non è così, ma contenti loro…. Il comunicato lo potete leggere in allegato. Mentre a Henry voglio dire che capisco e condivido lo sfogo ma io non ho parlato e nemmeno Douglas di una generazione. Era evidente il riferimento, anche un po’ ironico, agli scalatori della politica con il cult dei soldi e dell’immagine.