Stamattina, in treno, leggendo i quotidiani mi chiedevo con che faccia tosta il ministro Scajola poteva continuare a resistere al dovere delle dimissioni. Dalle informazioni già disponibili emergeva con chiarezza l'insostenibilità delle argomentazioni da lui portate per spiegare l'acquisto di un appartamento davanti al Colosseo per meno di metà del reale valore di mercato. E poi le testimonianze delle sorelle venditrici, dell'intermediario e del portatore degli assegni al nero sono così evidenti e sincroniche…. Anche senza le "prove" a discolpa giustamente evocate da Cristiana. Comunque ad alleggerire l'indignazione hanno contribuito le rubriche di Michele Serra e di Sebastiano Messina su Repubblica e quella di Gramellini su La Stampa (li trovate in allegato). Quella di Gramellini sulla polemica scatenata dai leghisti in merito alle celebrazioni dell'Unità d'Italia mi ha fatto tornare in mente alcuni passaggi del discorso di Piero Calamandrei che abbiamo ascoltato in Sala delle Baleari il 25 aprile. Calamandrei, spiegando magnificamente la Costituzione agli studenti milanesi diceva che lì, in quel testo, c'è Mazzini, c'è Cavour, c'è Garibaldi. Poi ho pensato che anche nella attualissima discussione sulla attuazione del Titolo V , in ordine al federalismo fiscale e al riordino delle autonomie locali, così tanto voluta dal partito di Bossi, si deve comunque fare i conti con l'articolo 5 della Costituzione che recita: "La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dalla Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principì ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento". Ecco perché le sortite della Lega non vanno prese sottogamba: più che dall'ignoranza sono dettate dalla insofferenza verso la nostra carta costituzionale. L'egoismo sociale e territoriale fa premio su tutto!
Invece dalla lettura dei giornali locali, che in questi ultimi giorni, hanno messo in prima evidenza il tema delle elezioni per la carica di Rettore dell'Università e del Direttore della Scuola Normale Superiore, ho ricavato una riflessione che forse merita di essere approfondita. Non tanto sulle proposte in campo quanto sui processi di ricambio delle classi dirigenti. Ebbene a me sembra evidente, se guardiamo agli ultimi 20 anni, che c'è stato più ricambio nei livelli istituzionali (Comune, Provincia, Regione, Università, Scuola Normale Superiore, Santa Anna, Aziende sanitarie) che non in quelli sociali. Indubbiamente ciò è dovuto alle regole che impongono limiti ai mandati. Tuttavia è evidente che questo può anche spiegare il minore dinamismo dimostrato dalla categorie economiche e sociali nella nostra realtà cittadina, in confronto a quello delle istituzioni. Certo le istituzioni, come apparati e strutture, hanno le loro magagne, i loro limiti e spesso la lentezza nell'affrontare i problemi, anche qui da noi. Però sul piano delle idee e della spinta che spesso derivano dal ricambio sicuramente hanno dato di più. Mentre l'immobilismo delle dirigenze porta frequentemente anche all'immobilismo sociale. Non so se questa impressione è giusta e pienamente fondata, ma merita almeno un interrogativo. Che ne dite?
Comunque appena arrivato alla Camera ho dato un'occhiata alle agenzie e ho letto delle dimissioni di Scajola. Meno male! Poi ho letto dell'ex assessore della Regione Lombardia, Prosperini, che ha patteggiato 3 anni e 5 mesi di pena per reato di corruzione, turbativa d'asta e truffa. Poi mi è tornato in mente l'assessore del Comune di Milano che poche settimane fa è stato preso sul fatto della riscossione di una tangente. Tutti del Pdl: che non è un partito ma un popolo della libertà, come dice Berlusconi. Però parlare di "questione morale" non va bene, non è più di moda, è "sconveniente", "fa troppo Berlinguer". Bene, nessuno è puro e superiore. Anzi, sono convinto che bisogna diffidare di quelli che vantano superiorità morali. Però il senso dell'onestà e del rispetto del bene pubblico bisogna difenderlo e rilanciarlo. Per quanto riguarda noi del PD bisogna tenere alta la guardia perché il correntismo, così come il personalismo, possono portare a brutte sorprese. Per questo sono d'accordo con l'idea di inserire nello statuto l'obbligo della tracciabilità dei finanziamenti, per le campagne elettorali e per le primarie. In molte delle elezioni primarie fatte per la scelta dei sindaci o dei presidenti delle Regioni si è registrato un certo scarto fra la spesa prevista per regolamento e quella che effettivamente si poteva dedurre dal dispendio di mezzi e di strumenti di propaganda. Spero che questa innovazione della tracciabilità trovi spazio nelle modifiche statutarie annunciate. Poi, sempre leggendo le agenzie, ho visto una dichiarazione di Matteo Renzi che "smentisce l'ipotesi di una sua candidatura a premier per il centrosinistra nel 2013". Accipicchia che modestia! Lo aveva già detto rispondendo ad una domanda della Lilli Gruber: "perché adesso devo fare il sindaco di Firenze". Ma io mi chiedo: lo sta facendo il sindaco di Firenze ? e con quale capacità e esito? Abbiamo detto per tutta la campagna congressuale : il merito, il merito, il merito. Vale anche per i politici. Incominciamo da qui, dalla prova concreta che viene dall'esercizio delle responsabilità che i cittadini ti affidano. Che non sono solo le preferenze…….
1 Commento
Magari a qualcuno farebbe piacere discutere di quanto sta succedendo in Grecia, è un onda che sta montando e che ci riguarda o no?
Mentre, per quanto non avremmo mai voluto leggere su alcuni siti rimando a questi versi: “E si ci diranno che è un gran traditore chi difende la gente di un altro colore, noi che abbiamo visto gente con la pelle chiara fare cose di cui ci dovremmo vergognare, noi risponderemo noi risponderemo no no no no (L. Tenco 1967)”