Un taccuino breve. Innanzitutto per rassicurare sull'annunciato intervento in prima commissione. C'è stato, ieri alle 14,30. Ho parlato per venticinque minuti. Dieci più del previsto. Ma ho approfittato della presenza del ministro Calderoli per fare anche un po' di polemica politica. Ai leghisti non piace molto che si mettano in rilievo le loro furbate propagandistiche: loro sono quelli del "fare" e di fronte alla denuncia di un federalismo solo proclamato a fronte di un centralismo praticato si innervosiscono. Su temi come quello degli Enti Locali è necessario far emergere le loro contraddizioni. Comunque vedremo se sul riordino del sistema delle autonomie vi sarà una reale disponibilità a migliorare il testo del disegno di legge proposto dal governo che è assai carente sul piano dell'innovazione. Ieri non l'ho scritto ieri perché nel pomeriggio eravamo impegnati nelle votazioni sul "decreto lavoro" e da una certa ora in poi la testa si era spostata a Barcellona. Poi è tornata, felice.
Per quanto riguarda i primi commenti all'ultimo blog ne condivido il merito e lo spirito. Sul porto turistico è vero che sicuramente il paesaggio cambierà. E' ovvio: trasformare un'area industriale in un porto con le barche e con edifici e servizi connessi significa cambiare. Ma l'intervento non cambierà certamente l'assetto attuale della foce, né la sponda destra, a nord, dell'Arno, né la visione del mare e delle Apuane. Anzi questo orizzonte paesaggistico, tanto apprezzato e decantato, e messo in versi da D'Annunzio, sarà recuperato ad una fruizione pubblica più ampia e praticabile perché il porto contiene percorsi pedonali pensati proprio come passeggiate in quel tratto. Quello che non si vedrà più sono i capannoni della vecchia fabbrica e quello che non ci sarà più sarà lo stato di profondo degrado ambientale, caratterizzato da un consistente inquinamento del suolo, di quell'area industriale. Perché questo è ciò che ha detto la bonifica ambientale già attuata, con un indiscutibile beneficio per le falde e per l'aria di quella zona. Non credo che per tutto questo si debba avere una qualche forma di nostalgia. Certo questa affermazione non può valere per il lavoro e i lavoratori della fabbrica che fu. Ma, appunto, che fu.
Infine concordo con Cristiana sulla motivazione che ci invita a leggere il libro di Laura Boldrini. E' purtroppo entrato nel nostro vocabolario quotidiano, come un elemento di liberazione, il termine "respingimenti". E' il prodotto delle politiche del ministro Maroni che, come ormai è evidente, confliggono pesantemente con i diritti umani e con il diritto d'asilo. E' giusto richiamare l'attenzione su questi problemi.
2 Commenti
ma perchè Scaiola, invece di dire che è vittima di una gogna mediatica, non fa vedere le prove del pagamento non in nero?
Poche righe per citare una cosa piccola che però mi abbastanza colpito: l’intelligenza con cui Federico Gelli ha assorbito la “trombatura” (in gergo politico mi sa che si chiami così). A scanso di equivoci preciso che pur essendo pisano, non ho legami di alcun tipo con Gelli: anzi, politicamente, ho votato Bersani alle primarie e resto convinto di aver fatto la scelta (adesso, mi viene il dubbio … Gelli sosteneva la mozione Franceschini, giusto?). Non so che cosa sta realmente accadendo nel c.d. “dietro le quinte”, ma se coincide con quel che accade davanti alla quinte, ossia quel che si legge sulle cronache dei giornali allora: tanto di cappello, un comportamento a mio parere esemplare nel senso letterale del termine (di colui che è d’esempio). C’è rimasto male (come è comprensibile che sia per un vicepresidente della regione “trombato” e che, figuarava in giunta regionale fino alla sera prima della proclamazione del nuovo governo toscano) ma senza dare in escandescenze e senza ritirarsi su un ipotetico Aventino. Ha aspettato qualche giorno: poi si è rimesso il suo camice ed è tornato al suo lavoro in ospedale. Lo ha fatto, mi sembra, non con la spocchia di chi dice “io almeno posso farlo perchè un lavoro lo so fare, diversamente dagli altri politici”. Ma, mi sembra, con l’intelligenza di una persona per bene: è tornato a lavorare, senza vomitare rabbia sulla dirigenza del suo partito. Ma anzi, rinnovando la sua disponibilità a lavorare per il Pd e nel Pd. Senza, almeno esternamente, battere i pugni sui tavoli.Senza, almeno esternamente, esigere poltrone in cambio. Non so se certe richieste sono state fatte internamente, ossia agli organi dirigenti del partito. Se anche fosse, lo troverei quasi normale: non è normale (anche se è perfettamente lecito … ci mancherebbe) invece, come spesso si è fatto anche a Pisa in tempi recenti, “urlarlo” sui giornali. Ecco, mi vien da dire, se tutti si fossero sempre comportati come ha fatto Gelli in quest’occasione il Pd e la politica ne avrebbero guadagnato.