Leggo i risultati elettorali e i commenti in treno. Stamani riprendono i lavori della Camera: prima in commissione e poi in aula. Ci sarà quindi l'opportunità di sentire le opinioni dei parlamentari delle diverse realtà regionali. La mia prima impressione sul voto toscano e pisano l'ho consegnata alla dichiarazione inviata ai giornali ieri sera e riportata sul sito. Ma è evidente che ci sarà bisogno di un approfondimento sulla base di una analisi più dettagliata del voto locale. Ribadisco solo la grande soddisfazione per il risultato di Enrico Rossi e manifesto invece l'insoddisfazione per aver eletto a Pisa solo due consiglieri del Pd: resta fuori Fabiana Angiolini e ciò crea un serio dispiacere perché priva il Pd pisano di una presenza utile e avviene in un quadro assai limitato di donne elette in consiglio regionale. Si tratta di un esito che impegna ancora di più Rossi nella composizione paritaria, di genere, della nuova giunta regionale.
Sul piano nazionale invece una prima considerazione possiamo farla a partire dall'esito nelle 13 regioni chiamate al voto. Cadute le speranze del testa a testa un Piemonte e nel Lazio, il dato finale lascia l'amaro in bocca. E' vero che con i risultati delle europee il centrosinistra avrebbe confermato, si e no, quattro regioni su tredici, e averne riprese sette è comunque un passo avanti, perché il confronto con il 2005 è improponibile. Tuttavia, soprattutto la perdita del Piemonte è un fatto pesante, per l'importanza di questa regione nel nord del Paese e per il significato politico che assume a livello nazionale. Per me, infatti, l'asticella del giudizio sul risultato elettorale stava soprattutto lì. Se avessimo aggiunto alle sette regioni riconquistate il Piemonte avrei fatto un bel brindisi. Purtroppo non è andata così e non sono molto contento. Comunque il Pd c'è ed è in campo, anche se non mancano spunti di riflessione da fare che confermano quanto abbiamo discusso nel congresso: il problema centrale resta quello di definire un profilo più chiaro e visibile sul piano della proposta riformista e più radicato nel territorio. Un partito più "popolare", più capace di stare fra i cittadini. Certo, il voto crea nonostante tutto, un situazione nuova. La vittoria della Lega a spese del Pdl è, insieme, un fatto che produce preoccupazione ma anche nuove contraddizioni. Vedremo.
Ma nel complesso possiamo dire che con questo voto, e con la coincidenza che per tre anni non ci saranno più importanti consultazioni elettorali, cadono gli alibi per tutti. Per Berlusconi e per la Lega che dovranno dimostrare di saper governare e affrontare la crisi, per le forze del centrosinistra, e il Pd in particolare, che dovranno recuperare credibilità sul piano di una alternativa possibile e praticabile. In questo senso una prova fondamentale è sul terreno del recupero di fiducia verso la grande area dell'astensione che è cresciuta nel voto alle regionali. Per ora mi fermo qui. Tornerò sui dettagli del voto pisano non appena avrò avuto modo di vedere i numeri circoscrizione per circoscrizione, ma ogni suggerimento o stimolo ad approfondire aspetti specifici è benvenuto. Proprio ora mi arriva la notizia che abbiamo riconquistato il comune di Castellina dopo un anno di amministrazione guidata dalla lista civica. E' un buon segno, speriamo, anche guardando alla Val di Cecina.
3 Commenti
Caro Paolo, diciamolo: dopo una notte di speranze e angosce, non è andata bene; è vero che se confrontiamo….. eccc. ma questo è un po’ un arrampicarsi sugli specchi. Abbiamo perso il Lazio e il Piemonte,e nel sud ha vinto, giustamente, Vendola, che però è arrivato alla candidatura contro il volere del Pd; è stato, giustamente, stracciato Loiero,e ha sbancato la lega, che ha fatto la politica del porta a porta e ha intercettato umori e bisogni.
Eppure la destra non brilla in Europa, e da noi c’è pure la crisi, e Berlusconi fa assolutamente quello che vuole, leggi leggine per sè e per le sue liste, chiude i talk show, offende le donne… Ma al massimo delude, e NON PERDE.
Non so se sia un carattere italico che lui interpreta. Forse. Tendo a pensare che i voti di protesta si siano diretti sulla Lega, che l’astensionismo abbia penalizzato noi e la destra nello stesso modo perchè molta sinistra era assai delusa; che la frantumazione e il grillismo (con cui siamo talora troppo deboli) faccia disastri. Che le scelte morbide di Bersani non paghino.
Aggiungo una cosa, molto mia: io che mi scandalizzo ferocemente e insorgo quando il premier fa battute volgari contro le donne, non mi sento di passare come satira la volgarissima “metafora” di Luttazzi, che non mi ha fatto ridere e ha fatto molti danni.
La Toscana, grande Rossi, un po’ ci consola; e il Pd in generale è di nuovo in campo.
Ma bisogna ricominciare, parliamone
Dice Cristiana: “Le scelte morbide di Bersani non pagano”. Di sicuro a livello nazionale non siamo andati bene e, se in politica funziona come nel calcio, è vero che è (quasi) sempre colpa dell’allenatore. Però, boh … confesso un po’ di smarrimento: non siamo andati Bene per colpa di Veltroni e lo abbiamo cambiato. E’ arrivato Franceschini, mon siamo andati bene nemmeno con lui e lo abbiamo cambiato. Non siamo andati bene con Bersani … E … siamo sicuri che con un altro segretario sarebbe cambiato/cambierebbe qualcosa? Detto in altri termini, siamo sicuri che il problema sia solo e soltanto di leadership?
Certo, però, la leadership conta. Per me Pisa è il caso più evidente. Leggo sui quotidiani locali di stamani che il “Pd tiene”. E ovviamente sono d’accordo. Lungi da me qualunque ruffianeria: ma secondo me Filippeschi e Fontanelli in quel “Pd tiene” c’entrano abbastanza. Lungi da me qualunque intento ruffiano: penso semplicemente che prima le scelte di questa amministrazione (piuss, nuove circoscrizioni, anche un po’ di rigore in più nell’impegno per il rispetto della legalità), i richiami del sindaco ad un Pd più presente in città e poi la segreteria comunale di Fontanelli qualche risultato lo abbiano prodotto: almeno dall’esterno sembra che il Pd cittadino si occupi molto meno di posti da assegnare e di più dei problemi della città. Non c’è mai la controprova, e quindi forse dico una bischerata, ma penso che senza questi due passaggi la tenuta di cui parlato ogni i quotidiani, non ci sarebbe stata.
E allora? Non lo so. C’è bisogno di un progetto, sento dire. Ma i progetti, spesso, necessitano di tempi lunghi. Soprattutto quando c’è da navigare controcorrente. A livello nazionale non è andata bene, sono d’accordo. E la leadership conta. Ma ho paura che ridurre tutto ad una questione di leadership ci faccia fare pochi passi avanti.
Se vi sembra un commento confuso, è perchè lo so. In questo momento ho molte idee, ma tutte confuse … Sarà per questo che voto Pd? (Questa è una battuta eh? Non prendetela troppo sul serio)
P.S.
Nessun intento polemico con Cristiana. Ho preso solo a pretesto quella sua frase perchè, parlando con amici, in diversi mi hanno posto la questione della leadership. E ho provato, con scarsi risultati, a ragionarci sopra.