Stamattina alzataccia. Praticamente all'alba. Per prendere un treno alle sei con arrivo a Pisa alle nove. Il motivo era la presenza nella nostra città del pullman allestito dal gruppo parlamentare del PD allo scopo di creare momenti di incontro con le realtà locali, utili a far conoscere le iniziative legislative del gruppo ma anche a raccogliere problemi e sollecitazioni (guarda le foto dell'iniziativa nella gallery). In verità i pullman sono due: uno fa il giro del centronord e l'altro del centrosud. Ad ogni tappa, in città e regioni diverse, viene assicurata la presenza dei deputati eletti in quel territorio. A Pisa, in Piazza dei Cavalieri, c'eravamo io, Maria Grazia Gatti e Ermete Realacci. C'è stato un certo giro di persone che ci ha permesso di diffondere del materiale e di commentarlo su temi come il lavoro, la scuola, l'università: abbiamo incontrato sindaci, amministratori, il Presidente della Provincia sui problemi degli Enti Locali e il comitato "L'Argine", costituito dalle imprese colpite dall'alluvione di Natale. Nel complesso un segno di presenza sul territorio positivo, credo.
Mentre noi, autorizzati dal gruppo, eravamo a Pisa alla Camera si concludeva la fase della discussione e della votazione sugli ordini del giorno relativi al decreto sugli Enti Locali. Ma il voto finale ci sarà solo la prossima settimana in ragione dell'allungamento dei tempi determinato dalla nostra azione. La maggioranza ha dovuto prendere atto che, con la logica delle forzature, non solo si acuisce lo scontro ma si complicano anche le cose sul piano della certezza dei tempi. Soprattutto perché non sono in grado di garantire in modo permanente un'adeguata presenza in aula. In questo quadro ieri abbiamo "portato a casa" con un voto unanime un odg che impegna il governo a predisporre un provvedimento straordinario sulla finanza locale, in grado di dare una risposta positiva allo stato di profonda difficoltà che attanaglia i comuni. Il punto è quello di rivedere il patto di stabilità, alleggerendo il peso dell'azione di rientro del debito pubblico che è stata caricata eccessivamente sul comparto delle autonomie locali. Il mio intervento, in dichiarazione di voto, ha affrontato proprio questo problema. Poi, sempre ieri, in I° commissione è iniziata la discussione sul decreto salva-liste (il tono della maggioranza è quello della vignetta di ellekappa che trovate in allegato). Su questo vedremo cosa succederà la prossima settimana, anche in relazione al pronunciamento atteso del Consiglio di Stato. Tuttavia è importante la riuscita della manifestazione di sabato a Roma per la democrazia, la legalità e il lavoro: "eppur bisogna andar…."
Infine mi è stato segnalato un articolo, anzi una paginata, del Corriere fiorentino su Pisa, in cui si parla di me ("due baffetti-modello D'Alema") come "uomo di potere" del PD. Non so chi ispira la passione per questo tipo di informazione. Il tema del potere, più o meno forte, più o meno "indebolito", è stato anche al centro di una serie di articoli che commentavano la mia elezione a segretario comunale del PD. Ma francamente lo trovo assai inutile e privo di contenuti reali. La mia convinzione è che in politica contano soprattutto le idee, la capacità di ascoltare e di vedere i problemi e avanzare delle proposte, la credibilità e la trasparenza nei rapporti con le persone, il rispetto e la serietà nelle relazioni politiche e sociali; è ciò che, secondo me, "dà potere", molto di più e soprattutto molto meglio del mettere insieme gruppi o correnti o aggregati di amici. Ma sono comunque convinto che, per chi crede in un progetto democratico, sia impossibile esercitare il potere al di fuori di un soggetto collettivo e di una visione più generale. Per questo penso che gli eccessi di personalizzazione nella politica non facciano bene, anche quando sono sostenuti da una robusta struttura comunicativa. Questa può fare effetto per un po', ma poi ci vogliono i risultati e la credibilità nel rapporto con i cittadini. Ci pensavo guardando al caso del sindaco di Firenze che viene spinto dai grandi giornali a "fare notizia" differenziandosi dalle posizioni nazionali del PD, sulla base del modello "giovani per cambiare", mentre sul piano del governo concreto della sua città comincia ad avere l'affanno nel dare le risposte che tutti si aspettavano, o si auspicavano. Ecco, io credo che la politica, la buona politica, si fa non proclamandola ma cercando di realizzare concretamente cose e progetti che riguardino non l'ambizione o il potere di uno ma l'interesse di tanti. E' per questo che serve un partito. A farlo, aperto e plurale, ci stiamo provando.
1 Commento
Ebbene si: domani dobbiamo proprio rimontare sul pullman per andare alla manifestazione in Piazza del Popolo a Roma. Le affermazioni di Berlusconi di queste ore lo richiedono. L’arroganza è senza il minimo pudore. Non ha limiti, così come lo stravolgimento dei fatti. Certo in queste uscite c’è anche il segno della difficoltà del Pdl e il tentativo di risalire riscaldando gli animi. Ma non solo. C’è, in modo sempre più evidente, una concezione della democrazia e delle istituzioni che fa a pugni con la Costituzione Italiana accompagnata da una gran voglia di fare tabula rasa.
Allora è giusto alzare la voce, ma senza perdere di vista l’esigenza di salvaguardare i ruoli e gli equilibri di garanzia, come quello del Capo dello Stato, e soprattutto senza dimenticare che bisogna convincere almeno la metà più uno degli italiani. Quindi ripeto: “fischia il vento, infuria la bufera, scarpe rotte…eppur bisogna andar…” Infine una segnalazione: la rubrica di stamani di Massimo
Gramellini su La Stampa intitolata “I bambini vengono prima”. Una giusta risposta
alla Corte di Cassazione. La trovate in allegato.