Quello di oggi è stato un sabato più tranquillo, meno carico di impegni, al contrario della giornata di ieri piena di incontri e riunioni. Abbiamo fatto anche la prima riunione del coordinamento dei presidenti dei circoli territoriali e tematici del Pd pisano che deve funzionare come primo organismo dirigente insieme, ovviamente, all'assemblea comunale. La riunione è stata utile e positiva perché si è delineato il quadro di riferimento per gli impegni e le iniziative per la campagna elettorale e si è decisa la mobilitazione per il 19 e 20 febbraio nel quadro delle "1000 piazze sulla scuola, l'economia, il lavoro". L'obbiettivo è quello di mettere in piedi tanti punti di presidio e di informazione sui temi più importanti per il Paese e per gli italiani e sui quali sono assenti o sbagliate le politiche del governo. Bisogna uscire dalla trappola della discussione sulla giustizia. Fa comodo solo a "lui".
Invece nell'assemblea comunale convocata per il prossimo giovedì discuteremo di alcune importanti questioni locali, che comportano anche un confronto con le altre forze politiche. In primo luogo il problema dell'insediamento dei Consigli Territoriali di Partecipazione che sono stati deliberati dal consiglio comunale in sostituzione dei Consigli di Circoscrizione aboliti con la passata legge finanziaria. E poi per fare il punto sulla valorizzazione turistica. Su queste cose ho fatto anche un comunicato pubblico per sollecitare un confronto e rispondere ad alcune polemiche.
Quindi oggi ho avuto un po' più di tempo per mettere ordine sul mio tavolo di lavoro. E la prima cosa che fatto ho spostato i libri che ho letto negli ultimi mesi e riguardando i titoli mi è venuto da sorridere pensandoli come ipotetici capitoli della discussione attuale nel Pd: "Indignazione", "L'ombra di quel che eravamo", "Il paradiso è altrove", "Che la festa cominci", "Riportando tutto a casa", "Qui dobbiamo fare qualcosa. Si, ma cosa ?". Divertente, no? Ovviamente sul tavolo c'era anche "Basta Zercar" e "Noi" come ci sono anche volumi che parlano di politica sanitaria e di altro che dovrò leggere i prossimi giorni. C'era anche "il Tirreno" di ieri che avevo lasciato lì senza leggerlo tutto.
E ho visto Tanfucio che sostiene che anche noi (o io) siamo caduti nella rete, intendendo quella del web e fa riferimento anche a questo sito. Bene, grazie. Questo però mi porta invece a fare una riflessione sui rischi di una possibile confusione e alterazione del dibattito politico se la rete non viene utilizzata nel modo giusto. E ciò lo dico in relazione al dibattito, o meglio alla numerosa produzione di commenti, che in vario modo si sono espressi in questi giorni sulla situazione interna al Pd di Pisa. Ebbene l'uso della rete non consente a tutti di partecipare e di conoscere allo stesso modo. Non solo per quelli che non stanno sul web, ma anche per quelli che ci stanno frequentando solo Facebook o facendo parte di una mailing list. Può accadere così che si sviluppi un dibattito parziale o unilaterale. Appunto non un dibattito ma uno scambio di opinioni e di giudizi, come ritengo siano i messaggi di appoggio o di dissenso scritti per un circuito definito di persone, che in alcuni casi sono stati ripresi anche dalla stampa. Altra cosa è il confronto politico, anche aspro, all'interno del partito, nelle sedi proprie (che non vuol dire chiuse), ma in cui si discute guardandoci in faccia e tutti ascoltano le argomentazioni di tutti. Credo che questo sia il modo più giusto e produttivo di fare la discussione politica. Poi certo c'è lo scambio di opinioni che ciascuno può fare sul web, come al bar o per sms. Che, anzi, può essere importante per allargare l'informazione e l'interesse. Ma sarebbe, ripeto, un errore confonderlo con il confronto politico.
3 Commenti
Caro Paolo,
una riflessione semplice e diretta, come usa sul web.
Penso che tu stia sottovalutando il mezzo, e la cosa mi risulta particolarmente fastidiosa dal momento che e’ evidente lo sforzo che fai per mantenere questo canale di comunicazione vivo.
Sei davvero sicuro che il confronto politico oggi continui a passare unicamente dalle sedi di partito e non anche sul web.
Non voglio credere che tu lo pensi davvero.
Pero’ hai ragione, un errore grossolano c’e’, ed è l’uso che i media locali fanno del dibattito che si svolge anche sul web. Avrei tanto preferito che dicessi più semplicemente quello che tutti pensano: i giornali locali non hanno capito nulla di internet e delle nuove potenzialita’ che questo riesce ad esprimere ed aggregare se, come mi dicono, non hanno trovato di meglio che utilizzare le discussioni del blog per fare pseudo analisi della situazione del PD locale.
Un ultima cosa: su FB il dibattito forse potrà essere spesso allegramente fazioso, ma e’ un modo come un altro per ridare un po’ di colore alle nostre giornate…per questo ti aspettiamo con qualche sagace battuta sugli avvenimenti quotidiani.
a presto
antonio
anche a me Cuperlo è sembrato molto bravo, davvero molto. sul web, ma, io penso che sia uno strumento, che può essere anche molto buono. Non deve escludere il confronto diretto, ma può affiancarglisi utilmente, perchè consente di seguire la politica e di esprimersi anche a chi non può essere presente ai dibattiti o alle riunioni. e quindi ben venga.
del resto, non sarebbe certo possibile, nè auspicabile, tornare alle cellule……
Finalmente la rete ci consente di dibattere! Le sedi tradizionali, le assemblee, si svolgono secondo riti e con modalità che scoraggiano gli interventi. Non a caso intervengono sempre gli stessi e i dissensi non emergono mai. Certo, c’è un problema di “asimmetricità” sul web, ci sono circoli comunicativi che, per quanto aperti e accessibili, si costruiscono secondo logiche che non sono facilmente governabili…o almeno non lo sono ancora. Ma sono sicuramente logiche più democratiche di quelle che governano la maggio parte delle nostre riunioni (dove democratiche sta per partecipate).
Filippeschi insiste a stare lontano da facebook. E neppure tu lo usi. Secondo me sbagliate.