Scrivo alla fine di una giornata parlamentare assai deprimente. Al Senato è passata la legge sul processo breve, sostenuta da una maggioranza cieca e arrogante. Per salvaguardare Berlusconi dai processi che lo vedono coinvolto si fa scempio della giustizia. Se il problema è quello di migliorare il funzionamento e l'efficienza la via intrapresa è quella opposta e tantissimi cittadini (e anche lo Stato e la sfera pubblica) si troveranno negata la possibilità di trovare una risposta alle ingiustizie e alle ferite subite. Alla Camera, più o meno nelle stesse ore, in prima commissione, il centrodestra guidato dal Ministro Brunetta ha imposto la votazione sulla nomina di Davide Giacalone a presidente del DigitPA, organismo chiave per l'informatizzazione della Pubblica Amministrazione. Alla cui direzione è prevista la nomina di personalità dalle"comprovate competenze scientifiche e manageriali nel campo dell'innovazione tecnologica". E' scritto in modo chiaro nelle norme che questo governo ha stabilito e sulle quali il Brunetta ha pontificato portandole ad esempio della loro scelta meritocratica. Ora chiunque va a vedere il sito del signor Giacalone non fa fatica a individuare quali siano le sue competenze specifiche (www.davidegiacalone.it) . In realtà viene scelto un personaggio non solo legato strettamente alla parte politica Pdl e amicone dello stesso Brunetta ma del tutto alieno dai criteri di competenza richiamati dalla legge. Però con una indennità 315 mila euro all'anno. Tutti i gruppi di opposizione hanno fatto battaglia per chiedere al governo di cambiare la candidatura ma non c'è stato modo: abbiamo perso (24 voti a favore e 20 contro). Anche qui l'arroganza della maggioranza è stata pesante, ma soprattutto è emersa in tutta la sua portata, l'enorme falsità delle parole e dei comportamenti del Ministro Brunetta. E non solo di quelli….
Ma durante la giornata sono stato inseguito da telefonate che chiedevano la mia opinione sull'articolo del Tirreno intitolato "I lettiani sfidano Fontanelli". Tutto ciò riferito alla vicenda dell'elezione del nuovo segretario comunale del Pd di Pisa e all'annuncio della candidatura di Michele Passarelli. Come ho già, brevemente, commentato sul taccuino io ho dato la mia disponibilità a prendere questo impegno in un contesto straordinario, prodotto dalle dimissioni di Landucci; delimitato nel tempo, ossia fino al congresso; e nel quadro di un ragionamento unitario (cioè non maggioritario come presuppone un percorso e una scelta di tipo congressuale). Questa disponibilità veniva dopo una consultazione interna al partito pisano che aveva dato a maggioranza questa indicazione. E io, nell'assemblea del 22 dicembre, avevo auspicato una convergenza più larga nello spirito unitario che ho ricordato. Ora nasce legittimamente, tra coloro che avevano una diversa opinione, una nuova candidatura che non fa riferimento allo sforzo unitario che è necessario in una fase straordinaria e transitoria, ma mette in campo una opzione di tipo congressuale (il "rinnovamento"). Niente da dire, se non che il "rinnovamento" si fa innanzitutto con le idee, i contenuti, le proposte per mettere il Pd al centro di un progetto di governo e di prospettiva per la città. E io sono profondamente convinto che a Pisa si deve preparare un congresso che sia in grado di dare al Pd un nuovo segretario e un gruppo dirigente più giovani, capaci di guardare avanti a partire dalle idee e non dalla rappresentanza di gruppi chiusi, correntizi, che si alimentano della negoziazione di posti o posizionamenti. Per dare al Pd un profilo più incisivo e visibile sul piano dell'iniziativa politica e del rapporto con la società. Sono convinto che le forze e le energie per fare questo ci sono, anche nell'attuale assemblea cittadina e nel consiglio comunale, così come nei circoli territoriali e tematici. Ciò di cui abbiamo bisogno per impegnare e responsabilizzare ancora di più queste energie è un vero e adeguato momento di elaborazione e di confronto sulla situazione e sul futuro della nostra città. Un momento che finora, negli incalzanti passaggi fondativi e elettorali del Pd, non c'è stato. Questo momento non può che essere il congresso, che tra l'altro è programmato subito dopo la campagna elettorale per la Regione. E' a partire da queste valutazioni che di fronte ad una richiesta ho dato la mia disponibilità. Mi sembra giusto parlarne anche in questo taccuino ora che di queste cose si discute anche sui giornali.
Infine qualcosa di più leggero ma non privo di stimoli di riflessione. Su La Stampa Massimo Gramellini ha intitolato la sua rubrica quotidiana "La repubblica di Ikea" (in allegato). Ho letto con molta curiosità. La storia ruota sul referendum promosso ad Amburgo per decidere sull'insediamento di una struttura dell'Ikea. La partecipazione è stata massiccia. L'esito ancora non si sa. Tanti cittadini si sono dichiarati contrari per il rischio di appesantimento e congestionamento del traffico e tanti commercianti invece si sono detti favorevoli perché l'Ikea è un polo di attrazione. Si potrebbe commentare che "tutto il mondo è paese", anche se cambia l'ordine dei fattori.
1 Commento
Dico la mia sulla questione della segreteria comunale. In generale penso che il Pd cittadino sia brillantemente riuscito a fare l’ennesima figuraccia nel suo rapporto con la città e con i cittadini. Scusatemi, ma mai una volta che il partito si “spaccasse” in modo sano su una questione importante per la città: il traffico e l’urbanistica piuttosto che le politiche sociali o qualcos’altro che sia diverso da una poltrona o, per essere più precisi, da una seggiolina.
Poco male comunque. In pochi in città se ne accorgeranno. Perché il “dramma” è che il Pd è perennemente assente dal dibattito cittadino. Tranne, appunto, quando si discute di seggiole.
Seggiole che, mi sto accorgendo, piacciono tantissimo ai cd volti “nuovi”. I quali, mi sembra, fanno capolino nel dibattito pubblico ogni volta che ce n’è una vacante.
Forse sarà anche la fisiologia della cd fase costituente, ma il problema vero, secondo me, in questo momento per il Pd cittadino è la sua enorme difficoltà a parlare di “cose” che la gente consideri importanti.
Proprio questo penso che, fra i nomi usciti sulla stampa (Fontanelli, Passarelli, Gallo …), quello di Paolo Fontanelli non è solo il migliore, ma anche e soprattutto l’unico realisticamente utile al partito. Non solo per le sue capacità politiche, ma perché è l’unico nome fra quelli che “girano” capace di dire qualcosa alla città. E un partito in netto deficit di credibilità e capacità di parlare ai cittadini ha straordinariamente bisogno, in questa fase, di un segretario capace di questo.
Sul ricambio generazionale richiesto a gran voce anche nella lettera di Passarelli. Chiaro che è necessario. Di solito si fa così: si prende il giovane più bravo (o considerato tale) e si mette accanto, ad imparare, all’“anziano” più bravo (o considerato tale). Quando ha imparato, ne eredita il testimone. Se, invece, si continuano a gettare nella mischia cd “volti nuovi” senza esperienza e paracadute, si continua soltanto a bruciare i futuri dirigenti.
Cmq io, da semplice iscritto, mi auguro che stasera l’assemblea voti per il bene della città e non per gli interessi di qualche fazione. Sarebbe un buon punto di partenza per una nuova fase del Pd cittadino.