Ieri sera ho seguito Ballarò dopo un pomeriggio passato in aula a votare su provvedimenti e mozioni che hanno avuto, in gran parte, un esito positivo e unanime. Tra questi anche la ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale.
Durante la seduta c'è stato anche un momento significativo di riflessione sulla assoluzione definitiva, dopo 18 anni dall'arresto e di lungo procedimento processuale, di Calogero Mannino. Sono tempi insostenibili e ingiustificabili. Oltre al fatto che in questi casi è impossibile recuperare gli effetti prodotti dall'errore giudiziario. In tal senso tutti i gruppi politici hanno sottolineato l'esigenza di rendere più rapido ed efficiente il funzionamento della giustizia. L'unica differenza emersa è stata tra chi ha sottolineato che Mannino si è difeso nel processo in tutti questi anni, anche con fatica e sofferenza come lui ha detto, e chi si è, invece, fermato alla denuncia della lunghezza dei tempi facendone un tutt'uno con il compito e il ruolo del processo. Anche in televisione gli uomini della PdL ne hanno parlato omettendo sempre di dire che Mannino non si è mai sottratto ai dibattimenti processuali, così come peraltro ha fatto lo stesso "divo" Giulio Andreotti. Tuttavia la considerazione che emerge ogni giorno di più in Italia è che siamo un Paese inchiodato a parlare tutti i giorni dei problemi della giustizia di un signore. Non dei cittadini italiani, ma di una sola persona. Badate bene, è proprio quella persona, con tutto il suo apparato di produzione del consenso, che fa di tutto perché si parli solo di quello e lo si attacchi solo per quello. Per questo bisogna trovare una via per uscirne, ovviamente senza leggi "ad personam".
Comunque alla fine di Ballarò, dove si eè discusso per tutta la durata della trasmissione, in modo invero un po' confuso dei problemi italiani, sono passate le immagini della tragedia di Haiti. Immagini più che spaventose, per la portata distruttiva dell'evento in termini di vite umane e per le reazioni e gli istinti che ha messo in moto. Di fronte alle foto dei feroci linciaggi qualcuno ha scritto che, dalle crepe aperte dal terremoto, sono usciti gli spettri che vediamo nei film dell'orrore. Ecco, quelle immagini mi hanno dato una sensazione di grande tristezza, che non annulla certo la voglia di fare qualcosa per quella gente ma che pone in una dimensione diversa anche il dibattito sui nostri problemi. Almeno qualche domanda sulla scala delle priorità umane dovremmo metterla all'ordine del giorno.
Poi, nel Tg della notte, ho visto il servizio sul primo anno di Presidenza di Obama. Già nelle pagine dei giornali vi erano commenti e analisi su questo primo compleanno. E' evidente lo scarto fra le speranze e le attese che avevano salutato la sua elezione e i risultati. E non mancano delusioni o sollecitazioni di delusione. Di certo molti entusiasmi di un anno fa debbono essere ripensati. Ma tuttavia penso che recuperare un po' di realismo sulla complessità dei problemi e delle soluzioni non sia poi così male, senza abbandonare la speranza che Obama riesca comunque a rappresentare un progetto di cambiamento. Infine oggi alla ripresa dei lavori parlamentari cercherò, come ho fatto ieri, di sapere qualcosa di più preciso sulle intenzioni del governo per quanto riguarda l'alluvione di Natale. La visita del Ministro Matteoli ha portato attenzione ma non soldi. E impegni che hanno bisogno di una conferma fatta di provvedimenti concreti. Siamo tutt'ora in attesa. Nel frattempo come gruppo del Pd abbiamo presentato emendamenti al decreto legge in discussione al Senato sui temi della Protezione Civile inserendo le richieste per riportare a normalità le zone colpite dall'alluvione in Toscana, Emilia e Liguria mentre alla Camera abbiamo chiesto al Governo di riferire sull'evento calamitoso. Per domani è prevista la comunicazione del Governo. Speriamo che questa sia la volta buona per sapere cosa si intende fare e sarà comunque un momento utile per verificare se c'è una comune valutazione sui danni prodotti dall'alluvione per cui è stato dichiarato lo stato di calamità naturale il 13 gennaio scorso.
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