Stamattina è stata presentata l'iniziativa dell'Opera Pimaziale e del comune sul recupero degli affreschi del Camposanto Monumentale. Sta procedendo il programma di restauro e di ricollocazione degli affreschi gravemente danneggiati dalla bomba incendiaria del 1944. Si tratta di un evento culturale di grandissimo rilievo e di livello internazionale. Ne ha parlato magistralmente Lina Bolzoni. Si tratta anche una straordinaria occasione per la città e il Sindaco Filippeschi ne ha illustrato tutti i possibili effetti positivi. Certamente è una opportunità che Pisa non può perdere e che anzi deve preparare e comunicare con un respiro culturale adeguato. Nell'occasione si è parlato anche del biglietto unico per l'ingresso ai musei: si registrano positivi passi avanti. Ma io insisto anche sulla mia proposta di consentire ai pisani la possibilità, in forma programmata e organizzata, di accedere gratuitamente al sistema museale cittadino. Questo al fine di "fidelizzare" la comunità al nostro patrimonio culturale. Oppure di prevedere una giornata al mese con gli ingressi gratuiti per tutti, come si fa in molte città europee e americane. Ciò non rappresenterebbe un gran danno dal punto di vista economico ma farebbe un gran bene alla fruizione e alla promozione dell'arte, della cultura e della città.
Per quanto riguarda invece il nostro dialogo sul blog ho letto gli ultimi commenti e sento solo di dover mettere in guardia da un eccesso di pessimismo sul Pd. L'intento delle mie osservazioni critiche non era quello. Però capisco che un po' di perplessità siano più che giustificate. Comunque l'obbiettivo di fondo, Puglia o non Puglia, è quello di cercare di riconquistare nelle prossime elezioni quante più Regioni è possibile. Con i risultati delle ultime elezioni europee e con le stesse alleanze, ne salveremmo quattro sulle undici attualmente governate dal centrosinistra. Con le intese finora costruite con l'Udc ne possiamo riconfermare almeno altre tre. E si può cercare di fare qualcos'altro. Certo sono calcoli importanti, ma tuttavia resta centrale il tema della credibilità politica e programmatica senza la quale i conti possono anche non tornare.
Infine sulla considerazione fatta da Cristiana sulla battuta della Serracchiani: condivido. Anzi la giudico poco felice e anche paradossalmente "catastrofica" se pensiamo agli effetti politici che l'episodio ha prodotto sull'opinione pubblica. In ultimo voglio esprimere il mio pieno accordo con l'iniziativa presa da Enrico Letta sul caso Cucchi e vi chiedo di leggerla e di sostenerla.
Mentre scrivo, seguo davanti alla tv con molta apprensione l'evoluzione della situazione a Rosarno di cui ha scritto anche Enrico Catassi. Trovate il suo articolo nel sito.
5 Commenti
come si fa a firmare la lettera di Letta? Forse si potrebbe fare un gruppo su Facebook, oppure una petizione on line.
sui musei, io sono per un giorno gratis e sconti a studenti e residenti
Anche se gli attuali rapporti di forza suggeriscono la ricerca di alleanze più ampie, non possiamo non esprimere un’impressione quantomeno carica di perplessità sulla politica dei due forni condotta dall’UDC. Accettare che un partito che si attesta tra il 4 e il 6 per cento dei consensi condizioni vittorie e sconfitte degli schieramenti in base alle convenienze del momento o all’offerta più interessante in termini di gestione del potere, significa tornare indietro di 15 anni, rischiando di mettere seriamente in discussione l’idea stessa di bipolarismo. Dopo la crisi della cosiddetta prima repubblica il sistema politico scelse una strada inedita per il nostro paese (scontata per le altre democrazie europee e non solo): due schieramenti che si confrontano con programmi e leadership definite e si alternano alla guida del governo. Certamente il profilo plebiscitario del centrodestra e la strutturale conflittualità del centrosinistra ci allontanano dall’obiettivo di trasformare l’Italia in un “paese normale”, accrescendo i motivi di riflessione sulle anomalie dell’attuale quadro politico, dalla mancanza di una normativa sul conflitto di interessi alle implicazioni negative della legge elettorale nazionale attualmente in vigore. In ogni caso lo schema PD – UDC non sembra corrispondere a quello PDS – PPI, che all’indomani della prima vittoria di Berlusconi nel ’94, spinse questi partiti a costruire un alleanza stabile, che ha poi portato dopo svariati passaggi alla formazione stessa del PD. Permangono differenze sostanziali, di strategia politica, visione e valori di riferimento. Insomma, l’unico modo per sostenere un’alleanza, anche se provvisoria e a macchia di leopardo, con l’UDC è forse legato alla sempre più stringente necessità di riuscire a superare le nostre difficoltà progettuali e organizzative, che al momento rischiano di offrire un’immagine sostanzialmente subalterna ai disegni altrui. A questo proposito preoccupa l’incertezza con cui gli organismi territoriali delle regioni in cui partiamo sfavoriti hanno gestito il percorso di avvicinamento alle elezioni del prossimo mese di marzo. In Lazio, Campania, Puglia, Calabria il PD sta ancora discutendo se fare o no le primarie, senza naturalmente aver scelto candidati, programmi e alleanze. Speriamo almeno che abbia ragione l’On. Cuperlo quando si augura che le discussioni in corso siano espressioni di personalità che si sentono davvero parte di un partito e non partiti separati che si litigano la sorte di una confederazione.
Solo due parole, data anche l’ora tarda, per esprimere la mia piena condivisione rispetto all’intervento di Martino. Concordo con la sua analisi rispetto all’attuale situazione del partito ed alla necessità davvero urgente di uscire dalle pastoie che stanno impedendo l’elaborazione di un progetto e, riterrei di aggiungere, di un programma.
Paola
finalmente due cose di sinistra ( e soprattutto serie) su Rosarno : l’ Osservatore romano: “Italiani ancora razzisti”
Napolitano: “Oscurati legalità e solidarietà”
menomale
Scusate se irrompo, ma è in corso un acceso dibattito sull’attribuzione della segreteria cittadina del PD e vorrei dire la mia come semplice militante, nonché smuovere un po’ le coscienze. La situazione è nota a tutti. In questi giorni stanno rimbalzando nomi e critiche varie su come questa faccenda è stata condotta.
Sulle varie e possibili candidature sono stati avanzati giudizi, favorevoli e contrari. Niente di strano, pura dialettica politica. Viene da chiedersi casomai, con che qualità viene espressa questa dialettica. Mi sembra riduttivo ad esempio ricollocare, come si sta facendo, il dibattito su un punto di vista strettamente anagrafico. Ma soprattutto penso sia veramente riduttivo il fatto di non percepire la situazione che sta attraversando il partito a livello comunale. E’ ovvio, deve esistere il dibattito, deve esistere il dissenso, ma questo deve essere critico e costruttivo per una soluzione infine condivisa. Ciò mi pare proprio non stia avvenendo. La comprensione di questo particolare momento è fondamentale per esprimere un giudizio su chi deve essere il prossimo segretario cittadino. La storia ci parla oggi di un PD in affanno, sterile, con un indirizzo nazionale e locale poco chiaro. Una nuova segreteria nazionale, sta compiendo notevoli sforzi per intraprendere una linea decisa. Lo stesso sta accadendo a Pisa, ma qui una segreteria deve ancora formarsi. La fase costituente non è finita se la intendiamo come fase di formazione del partito e oggi noi militanti dobbiamo costruirlo insieme ai nostri dirigenti, mattone per mattone. Immagino dunque un segretario cittadino al di sopra di alcune logiche che hanno preso piede nel PD pisano, identificate in focolai di dissenso disgregante più che in correnti o aree e che purtroppo non forniscono un contributo fattivo al dibattito.
Il ruolo di “reggente”, sino al prossimo congresso, richiede una profonda conoscenza del partito e del territorio. Soprattutto deve essere un segretario che sappia stare, come si dice, “tra le persone” e questo si avvera solo se si ha una profonda conoscenza dell’ambiente politico e umano che ci circonda. Il rinnovamento si fa con basi politiche solide, qualunque sia il dato anagrafico. Di sicuro non con una persona semplicemente nuova o esclusivamente giovane.
Sia chiaro, non possiamo più permetterci la situazione così come attualmente la conosciamo. Oggi abbiamo bisogno di chiarezza e ottimismo. Questo lo possiamo raggiungere creando una linea politica serena, che la maggioranza delle persone vuole. Perché è di questo che il PD ha bisogno, di serenità, di armonia. Anche e soprattutto a Pisa.
Sono convinto che dovremmo cogliere al volo la disponibilità data da Paolo Fontanelli. A mio avviso è la persona più indicata per raggiungere questi obbiettivi.