Leggo sui giornali di oggi che nel mese di settembre il Tg1 e il Tg2 hanno dato il 55% del tempo dedicato alle notizie politiche al Governo e l'11% alla maggioranza. Le opposizioni hanno usufruito dell'11%. Mentre il TG3 ha dato il 38,8% al Governo, l'11,1% alla maggioranza e il 31,7% alle opposizioni. E questo più o meno accade anche gli altri mesi. Non c'è che dire: il pluralismo è garantito! Tuttavia l'uomo più bugiardo – e maleducato- d'Italia si lamenta. Ma perché paghiamo il canone? Non sarebbe meglio togliere il tetto alla raccolta di pubblicità della Rai e realizzare una vera concorrenza commerciale con Mediaset? Comunque il Premier non solo è bugiardo ma porta una sfiga pazzesca all'Italia (terremoti, esplosioni, alluvioni e frane. E forse ha messo lo zampino anche sulla crisi). Eppure è proprio sulle disgrazie che si adopera per farsi il massimo di propaganda. E visto che le cose non gli vanno tanto bene come nel caso del Lodo chissà cosa ci dobbiamo aspettare. Ma al di là delle battute le reazioni di Berlusconi hanno superato davvero la soglia dell'accettabile. Nel caso dell'attacco al Presidente Napolitano così come in quello delle offese alla Rosy Bindi. Non credo che si tratti di scivoloni involontari, anche se disvelatori del vero "pensiero" dell'uomo. C'è un disegno, una linea comunicativa, uno sviluppo di quel populismo all'italiana allergico alle regole e anche alla Costituzione. Allora bisogna stare in campana! E non bisogna inseguire quelle pulsioni che vengono anche dal campo del centrosinistra e che contrappongono populismo a populismo. Il caso di Di Pietro è emblematico. I suoi attacchi a Napolitano contengono l'idea di una forzatura delle funzioni e delle regole che è sbagliata. La Costituzione va difesa innanzitutto rispettandone pienamente le funzioni, i meccanismi e gli equilibri istituzionali. Dire che il pronunciamento della Consulta equivale alla richiesta di una crisi di governo fa il gioco di Berlusconi. Invece le vicende di questi giorni hanno semmai fatto riemergere che il problema di fondo è quello di costruire un'alternativa credibile alla destra, capace di conquistare il consenso della maggioranza degli italiani. E qui vengono fuori le difficoltà a ridisegnare un nuovo centrosinistra che abbia ben chiaro questo progetto, e non quello di farsi concorrenza l'uno contro l'altro, al solo scopo di guadagnare un po' di voti. Certo in primo luogo ci sono le responsabilità del Pd, la fatica e i limiti che abbiamo avuto in questi mesi a rilanciare il nostro ruolo nel Paese. E', a mio parere, il tema principale del congresso e penso che se non riparte il Pd nessuna vera alternativa è possibile. Per questo, pur in un percorso congressuale che non mi convince, la scadenza delle primarie del 25 ottobre è fondamentale. Se ci sarà una grande partecipazione vorrà dire che ci sono ancora grandi energie e concrete speranze che si battono per costruire una reale alternativa. Allora la prima cosa è lavorare per la partecipazione. Non so se le tante manifestazioni di disagio e di critica che molti elettori hanno esternato nel caso della votazione sullo scudo fiscale, come quelle citate da Francesca, verranno recuperate. Spero di si. Ma bisogna parlarne senza l'emotività sollevata da una notizia data in modo squilibrato. Le assenze sono state un fatto grave, indubbiamente. E qui c'è una responsabilità anche della guida del gruppo che ha favorito una sottovalutazione di questo passaggio. Poi ci sono alcuni parlamentari che avevano veri problemi di salute. Ma non era assente nessun "big" del partito e i numeri sono quelli citati da Paola. Abbiamo votato in tutta la mattinata per almeno 40 volte e, tranne che sulla prima, siamo andati sempre sotto. Il distacco tra maggioranza e opposizione era stabilizzato. E io penso, in virtù di ciò che accade ripetutamente, che se fossimo stati venti di più anche loro sarebbero stati venti di più; perché questa vicenda non può cancellare il fatto che il centrodestra alla Camera ha cento parlamentari più di noi. Detto ciò condivido pienamente l'affermazione che chi fa il parlamentare deve farlo e la prima responsabilità è quella della presenza alle votazioni. Chiudo questo taccuino citando una affermazione di Remo Bodei, contenuta in un articolo de Il Sole 24 ore che indagava sugli interrogativi del Pd, che merita una riflessione. Dice Bodei : "Il Pd deve rilanciare la politica come professione. Rilanciare l'idea della sua aspra bellezza. Dei suoi ideali e degli interessi: senza gli uni c'è corporativismo, senza gli altri c'è l'astrazione". Mi sembra una buona cosa detta in tempi in cui prevale il senso comune che "la politica e i politici fanno schifo", soprattutto i "professionisti della politica" come ha detto Berlusconi, che come è ben noto non sopporta il "teatrino della politica". Eppure anche nel dibattito nel Pd c'è chi non rifugge da certe tentazioni.
1 Commento
Si diceva una volta che la verita` e` rivoluzionaria. Ho avuto dalla nostra deputata M.Grazia Gatti prima al telefono e poi per mail la descrizione dettagliata di quello che e` successo il giorno dello scudo fiscale e che anche tu confermi. Ed ho provveduto ad informare tutti quelli che ho potuto informare. Non trascuriamo questa opera di informazione puntuale, ci serve per confutare tutte le bugie che trovano ahime’ grande spazio sui giornali, persino sull’Unita`. Mi ha un poco sbigottito questo gioco che Maria Grazia diceva, di contare i presenti e richiamare al momento del voto le truppe della maggioranza giusto quel tanto che serve, cosa assai facile, visti i numeri e visto che la massa dei sottosegretari e` largamente formata da parlamentari. La mia idea di Parlamento e` offesa da questo sbrigativo modo di procedere. Ma si sa che il nostro amato premier ha in uggia questo Parlamento, e lo trova solo una perdita di tempo per il suo cosiddetto governo del fare.
Mi piace quello che dice Bodei. Un modo di metterlo in pratica e` anche quello di ridiscutere il finanziamento. Ad esempio il fatto di dire che la tessera e` di almeno 15 euro induce a pensare che quella e` la quota giusta. Siamo proprio sicuri?