Con i funerali di stato l'Italia ha salutato i sei militari uccisi nell'attentato di Kabul. In questi giorni era doveroso manifestare cordoglio e rispetto per loro e le loro famiglie, anche se non sono mancati i tentativi di utilizzare l'emozione del momento per fini propagandistici. Ora è necessaria una seria riflessione sulla nostra presenza nelle missioni internazionali a partire dalla necessità di superare il doppio binario nell'azione degli USA e della NATO. E' evidente, infatti, che in Afghanistan stiamo pagando i gravi e cercati sbagli di Bush con l'invasione dell'Iraq. Dobbiamo comunque fare ogni sforzo, anche nell'ambito del ripensamento formulato da Obama, per non perdere di vista l'obbiettivo fondamentale di riannodare i fili della pace e combattere terrorismo e fanatismo. Lì come in Palestina. La via maestra al riguardo non può che essere quella di rispettare e dare dignità a quei popoli che subiscono pesantemente le logiche del terrore, della violenza e delle ritorsioni. Ci vorrebbe un'autorità internazionale davvero autorevole e riconosciuta, che purtroppo ancora non esiste. Abbiamo invece, noi italiani, un Governo che anche su queste cose riesce a creare il massimo di confusione e di perdita di credibilità internazionale del nostro Paese.
Sul piano interno poi non ne parliamo. Basta pensare che nei due giorni passati le notizie principali hanno riguardato l'arresto di Tarantini, il "procuratore" di Berlusconi, per spaccio di notevoli quantità di droga, e le esternazioni pubbliche del ministro Brunetta che ha augurato di "morire ammazzati" a tutti quelli -di sinistra ovviamente- che sono contro il centrodestra. Che dire di fronte ad un Governo frequentato da spacciatori e psicopatici?
Passiamo ad altro. Nei giorni scorsi si sono tenuti nella nostra provincia più della metà dei congressi dei circoli del Pd. I risultati danno Bersani in netto vantaggio su Franceschini con un distacco che supera i 20 punti percentuali (56 % contro 32%). Marino fa un buon risultato tra il 10 e il 12%. Tra i candidati alla segreteria regionale il distacco fra Manciulli e Fragai è ancora più forte: il che rende ovviamente più debole in Toscana lo schieramento di Franceschini. E in tal senso è del tutto incomprensibile e controproducente il tentativo dei sostenitori di Gelli (leggi articolo sul Tirreno di sabato, cronaca di Pisa) di inserire nella vicenda congressuale la "corsa" per la prossima Presidenza della Regione. Che dire ? Contenti loro………
2 Commenti
Purtroppo alcuni degli interventi militari degli ultimi 7-8 anni sono stati frutto della totale e scriteriata dottrina Bush jr., consistente in una politica estera probabilmente fatta al bar (è risaputa la passione alcolica del finalmente ex presidente USA) con qualche amico (delle lobby). Tutti i presidenti americani hanno avuto luci e ombre, chi più chi meno, ma in ognuno di loro (addirittura anche in Nixon) si può trovare dei lati positivi in alcune loro politiche. Con Bush jr. non c’è bisogno di dare un giudizio tramite una fine analisi politica, basta dire che è stato un disastro… Purtroppo tutti i suoi limiti di presidente della nazione più importante al mondo (per ovvi e risaputi fattori), si stanno facendo sentire anche ad oggi, con patate bollenti, e non solo sul piano internazionale, lasciate nelle mani del predecessore Obama. E l’Italia? Aaahh… l’Italia… Faccio un esempio credo abbastanza chiaro. Un giorno mi ritrovo in una discussione di politica internazionale con ragazzi di varia estrazione politica. Erano tutti anti Bush. Uno esordì sostenendo che l’Italia era il solito cagnolino degli USA e che siamo stati sempre dei buffoni in politica internazionale. Io lo corressi rispondendo che ci fu un periodo (nella seconda repubblica) nel quale l’Italia, pur in rapporto alle sue dimensioni nell’ambito del balance of power internazionale, poteva godere di una dignitosa voce in capitolo e di una certa considerazione da parte di paesi molto più potenti di lei. Abbiamo ottenuto questo, se possiamo dirlo in una analisi molto spicciola, grazie a politici che pur guidando il dicastero esteri di un paese del patto atlantico, riuscirono a tenere buoni rapporti (dunque prevalentemente di pace), anche con paesi tradizionalmente nemici dell’occidente. Lui mi rispose allora che eravamo dei “tegami” (testuali parole), ma io gli feci notare che il punto non era tanto quello (che poteva avere anche un fondo di verità), quanto casomai la sostanziale autonomia che permetteva al paese di avere una credibilità internazionale persa con i governi Berlusconi (specie il secondo). Nei cinque anni del Berlusconi bis, a parte la breve fase di Ruggero agli esteri, direi che è stato tutto una barzelletta in quanto “grandi amici” (parole del leader) degli Stati Uniti di Bush jr. Un recupero c’è stato con D’Alema. L’operazione in Libano sotto l’egida ONU infatti ha ridato credibilità internazionale. E’ stata l’unica gestita seriamente negli ultimi dieci anni almeno e infatti si vocifera che il governo la voglia togliere. Credo che in un paese serio siano almeno tre (ma in realtà sono molti di più) i ministeri cardine che devono essere gestiti con grandi capacità e sono: economia, giustizia ed esteri. Ecco, ditemi voi quali di questi in Italia sono gestiti bene… Andrea
Colgo l’occasione per complimentarmi con i compagni del coordinamento della mozione Marino, molti dei quali a partire da Simone Siliani e Gino sono veri amici e per i quali nutro rispetto, simpatia e profonda riconoscenza per gli insegnamenti ricevuti, in bocca al lupo. Mentre, a dir del vero negli altri coordinamenti qualche personcina che mi provoca qualche scombussolamento gastro intestinale c’è e come…Comunque, sono convinto che il manifesto di Bersani rappresenti la strada che la sinistra (riformista) italiana deve intraprendere per rinascere. Bersani è in grado di saper meglio decifrare e declinare la società. Non mi riconosco in Franceschini e nel suo comitato perché reputo un grave errore teorico confondere (sigh), senza distinguo come se si trattasse della stessa cosa, modelli e valori. Infine, sono per Bersani perché sono culturalmente dalemiano, farabutto e veterocomunista. È innegabile quanto scritto da Andrea. Guardiamo i fatti. L’Italia in Afghanistan è impegnata su due “fronti”, verifichiamo e valutiamo gli effetti e soprattutto i “costi” delle due operazioni, senza fare inutile demagogia o ancora peggio sciacallaggio di maniera … ci siamo capiti. E se discussione ci sarà, nelle dovute sedi, ritengo che non sia possibile tralasciare dal dibattito le politiche di cooperazione allo sviluppo e solidarietà. Lanciamo un appello: Stop ai tagli per la cooperazione, rispettiamo gli impegni presi internazionalmente. A tal proposito, ma che fine ha fatto la legge delega sulla cooperazione proposta a suo tempo dal ministro coi baffi, condivisa ed apprezzata? È possibile un intervento in parlamento per riprendere quel percorso e sputtanare (neologismo berlusconiano) il centro destra?