Questi primi giorni di settembre hanno già archiviato l'uso del tempo che ciascuno di noi adotta durante le vacanze. Almeno per me è così: si pensa e ci si muove con più lentezza, con meno frenesia, si dedica più tempo alla lettura e, essendo meno pressati dagli impegni quotidiani, si è portati a riflettere un po' di più. Queste considerazioni portano con sé un leggero rimpianto, sapendo, però, che tra non molto riavremo le stesse possibilità. Allora si rialimenta un'attesa positiva. Nel mese di agosto ho letto molti libri, gialli e romanzi soprattutto. Tra questi due lavori scritti da pisani che ho letto molto volentieri. Il primo è un racconto pubblicato da Felici editore intitolato "Avanti con coraggio" ,con autore anonimo (Il Pardo) ma non tanto, che parla di depressione e di psichiatria con un messaggio intelligente e positivo. Il secondo è il romanzo scritto da Renzo Castelli intitolato "Nihil" e uscito delle edizioni ETS. L'ho letto tutto d'un fiato e mi è piaciuto anche se alla fine ti lascia addosso un senso di tristezza proprio per le vicende che mettono in primo piano la fragilità o l'illusione di sentimenti che riteniamo fondamentali per la nostra vita, come l'amore e l'amicizia. Comunque è assai interessante lo stimolo alla riflessione e alla memoria storica che emerge da questa lettura. Li consiglio mentre mi metto all'opera per fare qualcosa di utile e di positivo in rapporto alla mia funzione di deputato.
E la prima cosa che sto preparando è una interrogazione parlamentare sulla storia della tutela ai donatori di rene che avrete letto sui giornali di questi giorni. A Pisa il professor Boggi e la equipe hanno realizzato un trapianto di rene su un bambino, Tommaso, affetto da insufficienza renale e il donatore è il babbo, Pier Enrico, che per sottoporsi a questo atto di amore e di affetto ha dovuto licenziarsi dal lavoro. Questo perché ancora non è stato emanato il regolamento attuativo di una legge del 1967 che norma il trapianto del rene tra persone viventi. Tutto ciò è assurdo, incomprensibile. Tanto più che la questione era già emersa negli anni passati. Non so se anche allora la questione sia stata sollevata in parlamento. Tuttavia non credo che si possa stare zitti e passivi di fronte ad una simile incongruenza che è stupida e ingiustificabile da ogni punto di vista. Per questo alla ripresa dell'attività parlamentare mi farò carico di una iniziativa in proposito.
Infine sulla situazione politica Andrea si chiedeva nel commento sul blog "quanto questo Paese dovrà o accetterà di essere preso giro da questo governo ?". Chissà. Certo che anche le vicende di queste settimane accentuano il peso di questa domanda. Però i nostri governanti non hanno nessun pudore, a cominciare dal Presidente del Consiglio. Stamani sui giornali campeggia Tremonti che attacca le banche come se fosse un uomo dell'opposizione e non il ministro che ha dato alle banche i soldi, tanti, per fronteggiare la crisi. La rigidità del credito è oggi uno dei problemi essenziali da risolvere per salvare molte imprese, soprattutto piccole. E questo punto va denunciato. Ma il governo non può limitarsi alla semplice constatazione, dopo che per mesi ha rifiutato di lavorare a proposte adeguate per salvaguardare il sistema produttivo italiano, come chiedevano il Pd e le opposizioni. E sarebbe opportuno che anche le associazioni di categoria facessero qualcosa di più per costringere il governo a fare qualcosa di davvero utile per le imprese e il lavoro e non solo di predicare che "il peggio è già passato".
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