A proposito di democrazia e ruolo del Parlamento. Come sapete la Camera doveva discutere in aula del Ddl sulla sicurezza in questi giorni. Il dibattito doveva cominciare martedì. Noi ci eravamo preparati presentando gli emendamenti, pronti a illustrarli e a discuterli in aula, dopo che in commissione ben poco spazio era stato dato al confronto e nessun ascolto si era manifestato, da parte della maggioranza, verso gli argomenti e le preoccupazioni esposti dalle tante associazioni coinvolte nelle audizioni. Però il centrodestra, in difficoltà anche per le dichiarazioni di Fini sulle incostituzionalità delle norme come quella sui presidi-spie, cioè sull'obbligo di denuncia degli alunni e dei genitori non in possesso di un regolare permesso di soggiorno, non è stato in grado di iniziare la discussione come previsto. Poi stamani, mercoledì, la richiesta di rinvio votata a maggioranza dopo che è stata respinta la nostra eccezione di costituzionalità. Tutto questo con il chiaro intento di trovare un punto di compromesso nella maggioranza e di arrivare al voto di fiducia senza rischiare la bocciatuta delle norme sulle ronde e sui Cie come due settimane fa. E così sarà. Martedì voteremo sulla fiducia e tutto il lavoro sugli emendamenti e il poco spazio di confronto rimasto sono già finiti nel cestino.
Questo è avvenuto mentre in piazza Montecitorio si svolgevano due eventi significativi. Il primo: la manifestazione promossa dai sindacati di polizia contro il disegno di legge e in particolare contro la reintroduzione delle ronde. Il secondo: l'iniziativa volta a sollecitare una campagna nazionale contro il razzismo promossa da Acli, Alto commissiariato Onu per i rifugiati, Amnesty International, Antigone, Arci, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Gruppo Abele, Federazione Chiese Evangeliche, Save the Children e tante altre associazioni, in cui è intervenuto il segretario del Pd Dario Franceschini.
Dalle tante analisi, motivazioni e denunce emerse nel dibattito è uscita ancora più forte la preoccupazione per una normativa come quella del Ddl che identifica in toto il fenomeno dell'immigrazione con la criminalità, fino all'introduzione appunto del reato di immigrazione clandestina e molto penalizzante verso i minori. Però, però…..alla fine di una giornata così (scrivo queste righe la notte di mercoledì) la sensazione è quella di una certa impotenza di fronte ad una maggioranza tanto forte quanto chiusa e ottusa. Indubbiamente per cambiare le cose la strada è assai lunga. Ma non ci dobbiamo scoraggiare.
1 Commento
Il potere legislativo non è più prerogativa del Parlamento, l’organo istituzionale al quale spetta questa funzione. La Carta costituzionale è inequivocabile al riguardo: La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Questo è uno dei principi fondamentali. Ed il popolo la espleta eleggendo i propri rappresentanti in seno alla Camera ed al Senato perché esercitino il potere legislativo.
Non dimentichiamo che la nostra Costituzione, come altre Costituzioni moderne, recependo la teoria della separazione dei poteri del Montesquieu, ha previsto la ripartizione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, in quanto l’indipendenza di ciascun potere dagli altri ed il controllo di ciascun potere verso gli altri costituiscono la migliore garanzia per la libertà e la difesa dei diritti dei cittadini. Nel nostro Paese assistiamo invece ad un crescendo inquietante di emanazione di decreti-legge che vengono approvati con voto di fiducia, in modo da impedire il dibattito in Parlamento che così é ridotto a ratificare i provvedimenti presentati dal Governo senza possibilità di discussione alcuna. Tanto per fare qualche esempio ricordo i decreti-legge sui rifiuti, sul lavoro, sulla scuola, sulla sicurezza; penso alle leggi di bilancio approvate fulmineamente con modalità di blitz. Vorrei ricordare che questo Parlamento, per altro, è stato eletto con la legge elettorale che, eliminando il voto di preferenza, priva il cittadino della possibilità di scegliere la persona che ritiene più adatta a rappresentarlo. Senza voto di preferenza, vengono eletti automaticamente, nell’ordine in cui sono posti, i candidati che i partiti hanno deciso di inserire. Nel caso di un partito in cui c’è democrazia interna, la lista dovrebbe essere il risultato di un confronto e di una decisione condivisa. Contrariamente, se il partito fa capo ad una solo individuo che si impone a tutti, possiamo affermare che i parlamentari della maggioranza non sono stati eletti, bensì nominati da quell’individuo.
Se consideriamo poi l’altro potere, quello giudiziario, vediamo che esso subisce da tempo pesanti attacchi da parte del governo che ha l’obiettivo di sottometterlo al proprio dominio.
Insomma il Parlamento è svuotato della sua funzione, il governo ha di fatto avocato a sé il potere di legiferare, sommandolo a quello esecutivo di cui ha la titolarità e non parliamo della situazione in cui versa il cosiddetto quarto potere. Il quadro che si delinea, si ritiene da più parti, richiama quello del “ventennio”; si osserva però che esiste un organo dello Stato, la Corte Costituzionale, a cui sono affidate funzioni di tutela della Costituzione attraverso il controllo della conformità formale e sostanziale alle disposizioni della stessa relativamente agli atti del Parlamento e governo e quindi anche la possibilità di dichiarare l’illegittimità costituzionale dei decreti-legge adottati in evidente carenza dei presupposti stabiliti per legge (casi straordinari di necessità e urgenza). Ma io non vorrei che questa fosse l’unica ancora di salvezza. Credo che la cultura della democrazia si sia persa e quindi occorra ritrovarla e rilanciarla, promuovendo forme concrete e diffuse di partecipazione, come suggerisce il Capo dello Stato; occorre combattere comportamenti di distacco, di sfiducia, di disinteresse ed avvicinare e riaccostare i cittadini alle istituzioni democratiche del Paese. Anche se so che non è facile.
Paola