Domani si festeggia la Liberazione d'Italia dal fascismo e dall'occupazione nazista, una liberazione avenuta per mano degli Alleati e dei partigiani: La Resistenza italiana, quindi, gettò le basi per il riscatto del Paese e per la nascita della Repubblica tanto è vero che le forze politiche e gli uomini che condussero la Resistenza furono l'anima e la mente della nuova Costituzione italiana. Tutto questo è ciò che si festeggia ogni 25 aprile. Lo festeggiano tutti gli italiani, da allora, anche se c'è chi sostiene che non è così, che quella non è stata la festa di tutti gli italiani.
Ma dire questo vuol dire falsificare il senso di quella data, tentare di far passare l'idea che in quella guerra di liberazione non c'erano torti e ragioni. Certo chi era dalla parte del torto non ha digerito la sconfitta e, quindi, non l'ha festeggiata. Ma è un problema suo, non degli italiani. Anche nel caso in cui qualcuno pensasse oggi di prendersi qualche rivincita: perché, comunque, non cambierebbe la storia.
Tuttavia è opportuno stare in guardia e ha fatto bene Il Presidente Napolitano a parlare della difesa dei valori e dell'impianto della democratico che sono alla base della nostra Costituzione. Non è stato un discorso neutro, buono per tutti, come ipocritamente affermano alcuni rappresentanti del centrodestra. E' un intervento politico che, come ha commentato Stefano Folli sul Sole 24ore (in allegato), suona da monito per Berlusconi: a chi non l'ha letto consiglio caldamente di farlo (testo integrale intervento Giorgio Napolitano).
Oggi, però, non posso non commentare brevemente alcune posizioni sella vicenda Saint Gobain. Le mie le conoscete, ne ho già scritto e insieme a Maria Grazia Gatti abbiamo presentato anche una interrogazione parlamentare. Quello che stupisce invece è la miopia delle posizioni del centrodestra e della sinistra radicale che in queste ore di preoccupazione per i lavoratori e per la città non trovano di meglio che deviare l'attenzione sulle possibili ritorsioni verso la Saint Gobain. Tra l'altro proponendo cose improbabili come il ritiro delle licenze urbanistiche e edilizie sull'area ovest della fabbrica: dimenticano, infatti, che quell'area non è più di proprietà dell'azienda. Facendo in questo modo negano i problemi legati alla crisi economica e produttiva e attribuiscono le attuali difficoltà all'accordo tra Comune e Azienda, ma soprattutto indeboliscono gli argomenti e gli strumenti a disposizione dei sindacati e del comune per fare pressioni al fine di mantenere e confermare gli impegni presi sugli investimenti e, in particolare, sulla costruzione del nuovo forno Float. Che dire poi dei Cobas secondo i quali l'Azienda vorrebbe chiudere una realtà industriale che crea profitti per investire in finanza dove tutti, oggi, rischiano o perdono guadagni e profitti ? Suvvia, siamo seri…….
Nessun Commento