Scrivo questo taccuino di ritorno da una iniziativa promossa dal PD di Ancona sulla riforma delle autonomie locali. Nell'occasione abbiamo presentato il disegno di legge depositato dal nostro gruppo alla Camera dei Deputati e si è discusso anche anche della grave situazione di difficoltà in cui si trovano molti comuni nella gestione dei bilanci. La preoccupazione dei sindaci, come si può capire, è rivolta soprattutto alla possibilità di salvaguardare i servizi ai cittadini. La crisi sta già producendo una pressione sulle amministrazioni locali in termini di richieste di aiuto e di protezione sociale per le famiglie che si ritrovano in difficoltà ( vi propongo la lettura di un articolo di Pietro Calabrese sul Magazine del Corriere della Sera dal titolo "Metti una sera alla Caritas"). Questa riflessione riporta anche ai temi che abbiamo affrontato ieri sera con Laura Pennacchi sulla attualità morale, politica e economica dello stato sociale. Un anno fa si diceva, da parte dei sostenitori del liberismo, che l'Europa doveva abbandonare il modello sociale europeo perché non reggeva più e doveva sposare la causa del sistema americano. Oggi, dopo l'esplosione della crisi, si rimprovera Obama perché vuole portare negli Stati Uniti il modello sociale europeo. E' un segno dei tempi, o meglio della crisi. Tuttavia il libro di Laura Pennacchi è molto articolato, complesso e documentato e contiene spunti importani per rilanciare l'esigenza non solo di difendere ma anche di innovare in modo significativo lo stato sociale che conosciamo.
In viaggio mi vengono altre due considerazioni. Una dalla lettura dei giornali. Trovo a dir poco approssimativo e subalterno il modo con cui la stampa ha informato sull'accordo sottoscritto fra le Regioni e il Governo sul cosiddetto Piano casa. Il documento firmato contiene indirizzi e contenuti radicalmente diversi e opposti a quelli sbandierati da Berlusconi una settimana prima.. Dire che ha fatto marcia indietro è il minimo…Eppure nessun giornale ha fatto una analisi dei documenti e non c'è stata nessuna seria informazione sui contenuti. Sembra che abbia vinto Berlusconi. Che dire? Alcuni giorni fa sono stati comunicati i dati delle informazioni in tv sulla politica. Dal primo al 26 marzo su un totale di 162 minuti e 46 secondi il 76,9 per cento sono stati dedicati al governo e alla maggioranza e il 14,5 all'opposizione, di cui l'11,8 al PD. In proposito leggete "l'amaca" di Michele Serra allegata. Ma ci sarà certamente qualcuno anche a sinistra che dirà che non è il caso di parlare di regime ma semmai della incapacità del PD di farsi sentire con quel fantastico 11,8%. Infine sul referendum. Credo che sia una cosa molto giusta quella di insistere nella denuncia sul mancato election day. Sia per ragioni di spreco di risorse pubbliche che per ragioni di trasparenza nelle scelte politiche dei cittadini. E' grave nascondere una legittima scelta di astensione in un contesto che punta alla mancanza di quorum per eccesso di appuntamenti elettorali. Comunque la scadenza c'è e allora bisogna prepararsi. Io resto dell'idea che la legge elettorale in vigore per l'elezione del Parlamento sia pessima e vada cambiata. Il referendum è una occasione per incominciare a farlo. Voi che pensate ?
P.S. Ho visto al telegiornale le immagini della manifestazione della CGIL e ho sentito che è stata definita da alcuni esponenti della destra "una scampagnata". Non c'è che dire: tra i nostri governanti si va facendo strada una seria consapevolezza della crisi….soprattutto fra quelli alti in ruolo.
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