Purtroppo quello che temevamo nel taccuino di ieri sera si è avverato. Con la decisione del governo di ricorrere alla fiducia sul decreto legge recante misure urgenti anticrisi è stato predisposto il maxi-emendamento (articolo unico) sul quale si vota e da questo testo sono scomparsi gran parte dei cambiamenti che erano passati con un accordo ampio in commissione.
Tra questi anche l'articolo 5bis sul demanio marittimo. E questo avviene nell'ambito di una manovra politica assai discutibile poiché vengono inserite invece le norme di un altro decreto in scadenza che riguarda le quote latte. Ciò avviene sulla base di un ricatto della Lega Nord che vuole proteggere alcuni operatori che hanno speculato sulle quote latte, non hanno rispettato le regole europee e nemmeno le norme a suo tempo proposte dall'ex ministro Alemanno. Ora è evidente che questa scelta non solo è impropria ma produce effetti assai gravi. In primo luogo perché riduce e colpisce il ruolo del Parlamento, in cui attraverso il confronto si possono anche cambiare le leggi però poi alla fine il governo può cestinare tutto. In secondo luogo perché si stravolge la costituzione che riconosce la possibilità della decretazione d'urgenza con il limite temporale di 60 giorni per la conversione in legge. Con questa decisione si supera il limite trapiantando un decreto in un altro che è stato varato dopo. Infine si dimostra una considerazione del merito dei problemi del tutto opportunistica e strumentale. Non importa se un emendamento discusso e approvato durante il cammino parlamentare sia il frutto di una situazione di reale disagio per una categoria o di confusione nell'attuazione di una normativa contraddittoria. L'importante è non mettere in discussione l'equilibrio della maggioranza. Questa vicenda dimostra però, se ce ne fosse bisogno, l'inconsistenza e la malafede delle dichiarazioni di Berlusconi sulla mancanza di poteri del Presidente del Consiglio e del Governo nel rapporto con il Parlamento. Come si vede il Governo può tranquillamente fare ciò che vuole, anche perché ha una maggioranza numerica schiacciante sia alla Camera che al Senato. Ed è una maggioranza che "risponde a comando".
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