Scrivo questo taccuino alla vigilia di martedì 24 marzo, giorno in cui riprendono le votazioni sulla parte finale del disegno di legge sul federalismo fiscale. Gli emendamenti approvati finora sono molti e il testo è cambiato in modo significativo sulla base delle nostre proposte. Possiamo dire che lo abbiamo migliorato e che abbiamo neutralizzato le cose peggiori, a cominciare dai rischi di separazione e di contrapposizione fra le diverse aree e regioni del Paese. Anche se il provvedimento è parziale perché si concretizzerà con la seconda fase, quella dei decreti delegati, ed è tutt'ora mancante della parte che riguarda il riordino delle funzioni istituzionali e la riforma del Parlamenti con l'istituzione del Senato delle Regioni e delle autonomie. Quindi si tratta di una riforma monca che però ha il merito di non creare troppi danni. E non è poco di questi tempi.
Basta pensare all'annunciato decreto sul cosiddetto Piano Casa che non dà la casa a nessuno che ne sia senza e che ne ha bisogno, ma consente a chi chi ce l'ha già di ampliarla al di fuori di ogni regola. E ancor più grave è la possibilità di fare cambiamenti d'uso degli edifici a piacimento, così che tutti gli annessi rurali possono diventare palazzine o villette a dispetto di ogni ragione sulla tutela del paesaggio. E non finisce qui, ma per ora mi fermo in attesa di vedere il testo definitivo che sarà varato dal Consiglio dei Ministri. Invece mi preme tornare sul tema del federalismo per sollecitare opinioni; nel merito o anche solo per segnalare la percezione di questo problema fra i cittadini toscani sulla base delle informazioni che si leggono sui giornali o si ascoltano in tv.
Infine due comunicazioni. La prima è che lo scrittore pisano Marco Malvaldi è finalista al premio Bancarella con il libro edito da Sellerio "Il gioco delle tre carte". Non siamo proprio nel tema che abbiamo commentato con identica definizione negli ultimi taccuini però…….Comunque il libro è simpatico anche se mi era piaciuto di più il primo, "La briscola in cinque", che era una vera scoperta.
La seconda comunicazione riguarda due incontri che ho promosso per discutere e approfondire alcune grandi questioni del nostro tempo con un taglio politico e culturale. Si tratta di due conversazioni con l'economista Marcello De Cecco e con Laura Pennacchi per parlare della crisi economica e dello stato sociale. Le date sono quelle del 26 marzo e del 3 aprile alle ore 21 presso la sala convegni di S.Croce in Fossabanda. Siete tutti invitati.
3 Commenti
Caro Paolo, visto che la avrete studiata voi onorevoli per preparare gli emendamenti etc, avresti tempo per darci una breve versione in pillole di questo federalismo? Confesso che ho una certa difficolta` a leggere gli articoli di legge e soprattutto a capire dove vanno a parare; quindi ho piacere quando qualcuno mi spiega di che si tratta.
Per esempio, con il federalismo si ha il diritto di non recepire una legge nazionale, tipo quella sull’edilizia o quella sul fine vita su cui si sta ancora discutendo ?.
Grazie .
E ottimo il programma di incontri sui temi piu` scottanti di questo periodo.
Complimenti per l’attività politica e per aver promosso due incontri con persone di primo piano.
Economia e welfar due cose che non possono essere scisse in una democrazia degna della sua missione che è ” il governo dei molti”.
Purtroppo Democrazia, Welfar e libero mercato sono istituzioni umane e quindi soggette alla famosa fallibilità.
Quindi:
– “Quanto deve essere libero un mercato libero?” Deve rimanere libero ma non deve essere un Totem, la libertà del mercato è necessaria per far emergere i migliori e deve essere funzionale al progresso sociale.
– ”I diritti sociali, bisogni fondamentali o variabili di bilancio?” Diritti Democratici e non benevolenza del benestante.Ma questo è un compito delicato che spetta alla politica che deve trovare il giusto equilibrio. Le imprese devono competere e quindi non devono avere troppi lacci…..ma gli esseri umani che stanno nei luoghi di produzione cooperano attivamente al perseguimento dello sviluppo economico che di fatto deve aumentare il benessere sociale. Mi pare ovvio che chi coopera attivamente non può essere il solo a pagarne le spese qundo il mercato fallisce qualunque nesia il motivo. L’unico antidoto a questo inconveniente è un welfar di tipo universalistico.
UNA DOMANDA
A Manifutura lei ha partecipato a un dibattito dal titolo “Etica e responsabilità sociale”, Vorrei sapere cosa ne pensa del fatto che in questi giorni si è dato molto risalto allo scioglimento di AN, e al fatto che fanno propria ” l’economia sociale di mercato”. Il tema dell’economia sociale di mercato è un tema che viene affrontato anche da noi visto che a Manifutura (il giorno prima)un rapresentante delle cooperative ne parlava e alla festa Nazionale del PD di Firenze è stato fatto un Forum con con lo stesso titolo dove era pressente L’On.Morando.
La domanda è provocatoria ma è chi invade il campo altrui?
se non c’è invasione di campo ( perchè si gioca tutti al centro) quali differenze fra noi e loro?
Di nuovo complimenti,avrei voluto esserci,ma purtroppo due impegni con il Circolo di Bientina per organizzare un dibattito pubblico sulla crisi con la Dott.sa M.Grazia Gatti e altri operatori del mondo imprenditoriale e sindacale mi impediscono di venire.
Oggi il Governo ha rimediato una brutta figura sull’annunciato decreto legge abusivamente chiamato “Piano Casa” e che lo stesso Berlusconi, nelle dichiarazioni di ieri, aveva ridefinito come piano per le ville o villette a schiera. Un delirio “di chiarezza e di coerenza” visto che si è arrivati a dire che non c’era nessun testo di decreto, dopo che la Presidenza del Consiglio aveva già trasmesso ufficialmente la proposta alle Regioni e alle Associazioni degli Enti locali. Dunque il Governo ha fatto marcia indietro mascherando la manovra con l’esigenza di aprire un tavolo di confronto con le Regioni. Vedremo dove porterà. Resta, però, il problema di come gli italiani si facciano convincere da tanta disinvoltura propagandistica.
Invece ieri, come sapete, è stato approvata alla Camera la legge delega sul federalismo fiscale che ora tornerà al Senato. Il Pd si è astenuto dopo aver contribuito a cambiare in modo determinante il testo e a renderlo coerente con la carta costituzionale. E’ un buon risultato anche se la legge contiene alcune cose confuse e improprie ed è monco, poiché manca ancora il riordino delle autonomie locali e il federalismo istituzionale. Si tratta comunque di un testo complesso che indica soprattutto le linee con cui riorganizzare il sistema fiscale in funzione degli obbiettivi dell’articolo 119 della costituzione. Obbiettivi che prevedono, in un contesto di sviluppo dell’autonomia delle Regioni, delle Province , dei Comuni e delle città metropolitane, la necessità di garantire i servizi essenziali (istruzione, sanità, assistenza) su tutto il territorio nazionale assicurando ovunque gli livelli di qualità e quantità. Per questo si prevede la perequazione fra le Regioni più ricche e quelle più povere. La legge prevede che queste cose, qui semplificate in modo molto sbrigativo, siano attuate attraverso specifici decreti delega del Governo. Grazie alla nostra iniziativa tali decreti saranno sottoposti al controllo e al contributo del Parlamento attraverso la costituzione di una apposita commissione bicamerale. Come dire…. la battaglia continua.
Invece venendo alle domande di Francesca, questa legge c’entra poco, nel senso che le leggi nazionali come quella sul fine vita le fa il Parlamento . Diverso è il caso del decreto sulla casa o sull’edilizia perché è invasivo delle competenze che sono già delle Regioni e dei Comuni. Per questo è giusta l’obiezione di incostituzionalità e forse è per questo che il Governo ha fatto un dietrofront così precipitoso.