Oggi in I° commissione abbiamo discusso e votato il decreto legge sulle disposizioni per lo svolgimento delle elezioni europee. Il testo introduce la soglia di sbarramento del 4% e al Senato è stato emendato con la previsione di far partecipare ai rimborsi delle spese elettorali anche le liste che raggiungono il 2%, andando incontro non tanto ad una idea di frammentazione della rappresentanza quanto all'esigenza di tutelare il diritto di partecipazione.
Ora il centrodestra, che ha votato a favore al Senato, alla Camera ha fatto passare un emendamento abrogativo della norma così che anche l'accesso ai contributi è appannaggio solo di chi raggiunge il 4%. Qualcuno dirà che è giusto così perché altrimenti si incentivano i finanziamenti ai piccoli partiti. Ma non è vero perché il fondo delle risorse destinate ai rimborsi è fisso e se il numero delle liste ammesse è inferiore vuol dire che incasseranno di più i partiti che superano la soglia. Lo dico perché il centrodestra non mancherà di usare l'argomento del risparmio per sostenere una posizione assai discutibile, magari cavalcando l'onda dell'antipolitica che tanto piace a molti commentatori. Però il centrodestra non dirà che è uno spreco decidere, come stanno facendo, di non accorpare il referendum sulla legge elettorale con le elezioni europee e amministrative. Non lo dirà perché non vogliono che la gente vada a votare per il referendum e scelgono la via dell'appello all'assenteismo. Così che a giugno ci saranno tre domeniche con i seggi elettorali aperti con un costo che è superiore ai 400 milioni di euro. Noi invece queste cose le dobbiamo dire per smascherare le ipocrisie e le falsità e anche per non dimenticare mai di ricordare, indipendentemente da ciò che si pensa sui quesiti referendari, che l'attuale legge elettorale è pessima, espropria i cittadini di ogni possibilità di scelta sui candidati e indebolisce il rapporto fra gli eletti e il territorio, e va cambiata.
1 Commento
“l’onda dell’antipolitica che tanto piace a molti commentatori. “
Commentatori in generale o del blog?
Per quanto mi riguarda credo di averlo già scritto anche qui e sempre se non ricordo male lo detto anche in un incontro pubblico del PD a Bientina.
Quando si parla di regole democratiche dovrebbe vigere il metodo di “ Gianfranco Pasquini” che è quello di rifarsi ai greci, oer verificare ciò che è antropologicamente Democratico da ciò che non lo è ( e quindi è “anti”….in opposizione).
E’ stato Pericle circa 450 anni AC.a introdurre il gettone di presenza per far partecipare gli Ateinesi aventi diritto all’Agorà, perché c’era una parte di loro meno facoltosa e che stava fuori Atene che non poteva permettersi di perdere delle giornate di lavoro.
Quindi è democratico ciò che consente la più ampia partecipazione alle decisioni della POLIS.
Infatti in democrazia non dovrebbe mai essere usato il termine populista,qualunquista o anti-politico almeno di non specificare cosa si intende………..perché è tesoro dell’emancipazione democratica il movimento anti che stando dentro alle regole democratiche manifesta il proprio punto di vista. Fermo restando che in Democrazia si conta per la consistenza elettorale che si riesce a raggiungere. Spesso i movimenti si sono col tempo trasformati in partiti o sono stati inglobati e cio che era esterno è di pochi è diventato bagaglio culturale dei molti.
Mi fermo visto che cerco di rispettare la regola dei trenta righi. Ma invito a riflettere anche sul concetto di generazione di Karl Mannheim:
“A partire dal secolo scorso la successione generazionale non è più un processo di sostituzione “dello stesso con lo stesso” ma diventa un rimpiazzare “qualcosa con qualcosa d’altro”: la distanza che separa i gruppi di età non è più una distanza meramente anagrafica ma una distanza culturale e politica”.
Per approfondimenti:
http://partitodemocraticobientina.wordpress.com/2008/10/30/le-generazioni/
Ieri Maurizio Martina è uscito con un Articolo su Repubblica ( li trovate entrambi sul sito del Pd di Bentina), leggetelo insieme a quello di Bersani c’è molta assonanza che si sia sulla buona strada per un Noi comune al fine di passare da movimento a partito frutto di una generazione politica?