Io sono contento di come sono andate le cose ieri all'assemblea nazionale del Pd. Sono contento per il clima che si è sentito fra i delegati perché si è passati da una forte incertezza, presente in apertura dei lavori, ad una aspettativa più serena e speranzosa nella fase conclusiva. Sicuramente hanno inciso le riflessioni delle ultime ore, il senso di responsabilità e le argomentazioni che sono state esposte a sostegno delle diverse opzioni (elezioni del segretario subito oppure primarie). Poi ha contato anche il discorso di Dario Franceschini che ha dato alcune importanti risposte sia su alcuni nodi politici e sia sul rinnovamento del partito. Credo che ci siano le basi per ridimensionare i personalismi che hanno "bloccato" il Pd, rimettere al centro la politica e preparare un congresso vero, veramente fondativo, per il prossimo autunno. Nel frattempo dovremo fronteggiare al meglio le scadenze assai difficili delle elezioni europee e amministrative del 6 e 7 giugno. Ma dopo ieri ci sarà sicuramente uno spirito unitario maggiore. Per essere più sicuri però dovremmo tutti, a cominciare dai vertici del partito, essere più autonomi e lontani dalla pessima influenza dei mezzi di comunicazione. Basta leggere anche i commenti di oggi sui principali quotidiani: c'è la delusione per il mancato scontro, si dice "Il Pd ha scelto l'autoconservazione". E cosa doveva fare il Pd ? Decidere l'autodistruzione ? Si tratta di un modo di ragionare e di scrivere che è del tutto avulso dalla realtà e che spesso non ne azzecca una. Non è facile capire come tutto ciò sia coerente con il mestiere di "fare informazione", ma tant'è….Un esempio ? Provate a leggere l'articolo di Curzio Maltese su Repubblica: è un concentrato di luoghi comuni e di affermazioni costruite su notizie inventate. E non è il solo perché cose analoghe ci sono in tutti i giornali. Se però pensiamo che Repubblica sia di gran lunga il giornale più letto dagli elettori del Pd si capisce meglio anche la difficoltà di far passare i messaggi di una politica alternativa. Comunque è già un passo avanti non aver eletto a segretario del Pd il signor "un nome nuovo" candidato dal sondaggio di Repubblica.
Mi piacerebbe continuare a sentire la sul Pd, il nuovo segretario, le attese e le delusioni, e altro: discutere fa sempre bene. Io ho apprezzato le cose che ha detto Franceschini anche sull'esigenza di azzerare gli organismi e gli incarichi nominati e di puntare alla valorizzazione di energie nuove, al centro come in periferia. E per questo gli ho fatto sapere subito, insieme agli auguri per il duro compito, che il mio ruolo di responsabile degli Enti Locali è a sua disposizione senza problemi. Credo che sia giusto lasciare piena autonomia e tranquillità al segretario nel fare le scelte che ritiene più giuste e utili al partito. Ora però, visto che anch'io sono un assiduo lettore di Repubblica, fatemi rimediare un po' dicendo che oggi mi è piaciuta molto "L'amaca" di Michele Serra. Leggetela (in allegato).
17 Commenti
Pero` il piu` autorevole opinionista di Repubblica che e` Eugenio Scalfari e` dalla nostra parte. Anche io sono piu` fiduciosa dopo il discorso di Franceschini. Basta sentire le opinioni stizzite della maggioranza.
Ora bisogna fare politica e conquistare iscrizioni e poi fare un congresso vero che riveda anche le regole da rivedere.
Colgo con estremo piacere quanto da te affermato. Davanti al disfattismo, che definirei esasperato, trasudante dai commenti giornalistici (anche di alcuni nostri rappresentanti istituzionali!) seguiti sia alle recenti primarie che alle dimissioni di Veltroni, si avverte la necessità di tornare ad essere un partito, quello che in tutti questi mesi si è fatto solo a fasi alterne. La necessità di dare nuova energia a questo partito nasce dal vuoto lasciato da noi stessi, vuoto che è stato riempito da altre politiche, le solite, incapaci di essere rappresentative delle idee e delle speranze di molte persone. Anche se per luogo comune il nostro è per definizione un paese di “centro” più che di “sinistra”, io credo si debba arrivare ad una sintesi complessiva dove tutte le sensibilità, che abbiano la volontà di costruire un progetto comune, collaborino in maniera seria e progressista. I proclami trionfalistici gridati sulla stampa dai neo eletti alle primarie se da un lato denotano la voglia di fare e di cambiare dall’altro sono il tangibile segno del non partito, anzi sono l’anti partito figlio del personalismo più spietato: questo non è ammissibile perché fa solo male a noi stessi, e più che altro fa male alla nostra politica, altera il senso della stessa e cioè, questo è bene ricordarlo, la partecipazione di tutti i cittadini al governo dei territori in un ottica di democrazia condivisa in ogni suo aspetto. Guidare un paese vuol dire condividere il futuro e non solo il presente, vuol dire essere presenti, ascoltare, elaborare scelte alternative a quello del governo e soprattutto decidere per il bene comune con senso di responsabilità. Il PD può essere veramente il futuro dell’Italia, basta volerlo tutti insieme.
Premesso che la mia espressione politica in qualità di membro del circolo del PD di Bientina è stata quella di andare sulla per la soluzione adottata di una reggenza di Dario Franceschini fino a dopo le Europee, e sono stato anche favorevole all’ azeramento di quasi tutto l’organigramma del PD e lasciando libero il nuovo segretario di essere affiancato da nuovi soggetti, ( in sostanza era la posizione espressa anche dal nostro Presidente della Regione). E questo per un motivo ovvio, se c’è stato un fallimento nel perseguire il progetto ( ma io non lo credo, credo che il progetto sia ambizioso e complesso)la colpa non può ricadere solo sul segretario ( Veltroni).
Quindi andiamo avanti e vediamo cosa ne esce fuori.
Faccio notare solo una cosa che c’è un popolo Tuareg nel Pd che nessuno ascolta, e che è in fase di in camminamento perché non è rappresentato, e questo accade anche quando manifesta il suo pensiero, è il popolo della rete.
E’ un vizio di forma, già con L’Unione era accaduto che questa par te di popolo fosse di serie B, per i leader di turno, basta pensare che durante l’indulto in circa tre ore oltre 400 interventi furono fatti sul sito dell’Unione per manifestare contro la scelta che stavano prendendo i leader. Come andò a finire lo sapete, e sapete anche dei mal di pancia successivi degli stessi leader che confessavano di avere sbagliato a votare l’indulto.
Ma quello che forse non sapete e che quel popolo orfano di padri fu messo alla porta, già in quella famosa giornata il sito dell’ Unione fu chiuso con questa scritta “Sito temporaneamente non disponibile. Ci scusiamo per l’inconveniente, il sito è attualmente in manutenzione” . In testa al sito c’è scritto “IO PARTECIPO, IO SCELGO, IO GOVERNO” (clicca qui per vedere il sito dell’Unione).
Oggi è ancora parte di quel popolo, quel che è rimasto, in molti sono andati con Di Pietro, o peggio ancora non esercitano più neanche il loro diritto dovere come cittadini elettori di poter scegliere la classe dirigente che deve governare; che grida ancora contro chi non arricchisce la politica ma la impoverisce.
Basta andare su due siti di esponenti o simpatizzanti del PD per capire cosa pensano dell’assemblea Nazionale del PD.
Siti, da cui si possono leggere i commenti sull’assemblea.
Blog del Deputato del PD Gianni Cuperlo
Wittgenstein il blog del giornalista che collabora con Il Foglio di Giuliano Ferrara e molte altre importanti testate italiane aggiorna quotidianamente il suo seguitissimo blog … Wittgenstein.it
LInk sito dell’Unione – http://www.unioneweb.it/
PS:
Il commento precedente è l’estratto di un post pubblicato sul sito del circolo di Bientina, ecco perché si spiega cosa è Wittgenstein .
Qui non sarebbe necessario visto che il sito a fra i suoi preferiti i Link menzionati.
Mi scuso ma nella fretta ho riletto con furia il post di ieri per adattarlo come commento.
Cambiando argomento:
Ieri L’On.Matteoli è esordito sulla stampa locale dicendo ” e ora prendiamoci Livorno, Marco Taradash sarà come Guazzaloca a Bologna”.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa in merito alla situazione Livornese lei Onorevole alla luce di questi fatti:
– Livorno sta soffrendo una crisi sempre più evidente, non solo chiudono le fabbriche come da altre parti, ma anche il porto è in calo,
– Cosimi viene candidato dal PD ma di fatto senza le primarie ( nessuno si è presentato, lamentando l’impossibilità di raccogliere 100 firme fra i componenti del congresso provinciale) e senza che per ora ci sia stato un giudizio sul suo operato (il riscontro sul quanto a realizzato del suo programma),
– in questi 5 anni si è assistito a mezzo stampa e non solo, alla diatriba fra Cosimi e il sindaco uscente Lamberti ( ex PCI, PDS, DS), entrambi si accusano il primo dice che ha trovato una situazione disperata ( ma era nella giunta Lamberti da oltre 10 anni ed è stato segretario provinciale dei DS), il secondo accusa il primo di frignare per nascondere la sua incapacità ad amministrare ( ma anche qui Cosimi era stato designato come suo degno successore da Lamberti a suo tempo)
– Lamberti ha fatto una lista civica, quanto voti toglierà al PD? (Lamberti è sempre stato il punto di collegamento trasversale per quell’aria di centro sinistra che sta sulla linea di confine fra centro-S e centro -D. una volta avremmo detto che tranquillizzava i ceti medio borghesi)
– Quale alleanze sceglierà Lamberti se i due candidati di maggiore spicco dovessero andare al secondo turno?
– Che influenza avrà la posizione presa da alcune istituzioni sui Bacini dell’ex cantiere Orlando? ( Lo studio della CCIAA evidenzia una compatibilità dei bacini con il nuovo progetto immobiliare di Anzimut e immobiliare di Lega COOP, da qui la posizione del presidente della CCIAA e del presidente dell’Autorità Portuale che sembra lasciare a Cosimi il cerino in mano)
– Quale sarà il giudizio dell’elettorato su alcuni dati di fatto non controvertibili?, La giunta Cosimi si è limitata alla gestione ordinaria anche se porta motivi politici a questo fatto, in questi mesi i riparatori navali sono dovuti emigrare a Napaoli per svolgere il loro lavoro perdendo 14 milioni di euro di commesse a causa della non disponibilità dei bacini in parte dovuto al fatto che Anzimut non li rende disponibili, e in parte pare che Anzimut non abbia fatto la dovuta manutenzione rendendo di fatto non utilizzabili alcuni bacini ( almeno questo è ciò che emerge dalla stampa).
– Cosa non di poco conto per Livorno, sulla questine cantiere Rifondazione Comunista a preso una chiara posizione a favore delle ragioni dei riparatori navali, come influenzerà l’elettorato Livornese del quale non andrebbe mai dimenticato la sua particolare sensibilità ai temi del lavoro e dei lavoratori, elettorato che è stato in questi anni quello anche più egemone verso il partito ( e questa è una circostanza di fatto storica a favore di Cosimi).
– Se Cosimi non dovesse avere un buon risultato politico, sarebbe corretto mettere in discussione l’organico del PD locale come è stato fatto con Veltroni?
Visto che si parla di giornali segnalo tre articoli di cui:
due sul Corriere di Oggi a pag.23.
Il Primo ” I giornali e la politica a porte chiuse” di Pierluigi Battista.
Il secondo ” E’ finito il tempo del ma anche” di Pietro Ichino.
Il terzo invece è un Report sul precariato di Repubblica a pag.24. Che parla di un ragazzo di 33 anni Palermo precario in un call center wind che guadagna 4.381 euro l’anno e lavora otto ore, è sposato con due figlie e la moglie sembrerebbe disoccupata o perlomeno si occupa delle bambine piccole.
Non si lamenta e dice che c’è chi sta peggio ( c’è molta dignità nel suo pensiero). Il suo sogno è quello di passare con un contratto a tempo indeterminato così potrà guadagnare i soliti soldi ma lavorando solo 4 ore al giorno, dice che questo gli consentirebbe di trovare un lavoro al nero e cosi potrà avere uno stipendio completo.
So di essere un rompiscatole, ma visto che in questi giorni molti pensionati si sono visti togliere buona parte della pensione a causa di una inadempienza di comunicazione entrata in vigore con la legge finanziaria 2008 (Legge 24 Dicembre 2007, n. 244), mi domando come chiameremo questo precario che fa il secondo lavoro secondo i nostri schemi EVASORE………
Napoleone Colajanni nel suo ultimo saggio ” Capitalismi” uscito postumo nel 2006 sosteneva ” nel mio partito ci sono troppi leader che dicono di avere letto Marx, ma da quello che dicono e fanno non sembrerebbe”.
E pensare che Marx con il comunismo ( se non ricordo male sono residui di memoria di gioventù) nella seconda fase sognava la società senza stato ( insomma lo stato era per Marx un intruso nei rapporti sociali).
Ora noi visto che molti risultati negativi vengono ora possiamo anche dare la colpa a Berlusconi…….ma dovremmo essere obbiettivi e dire che se gli elettori sono distanti è perchè abbiamo perso la lente con cui guardare le cose sociali anzi L’Unione la gettata proprio quella lente…… MA MI DITE CHE COSA C’ENTRA IL SEQUESTRO DELL’AUTO SE GUIDI SOPRA I LIMITI DI ALCOOL CONSENTITO…… IN QUESTO CASO SI DOVREBBE TOGLIERE LA PATENTE CHE E’ UNA CONCESSIONE ABILITATIVA CHE LO STATO TI FA A DEROGA TEMPORALE VISTO GLI ESAMI CHE PERIODICAMENTE DEVI SOSTENERE.
Uno infrange la legge e lo stato ti punisce per quella infrazione mettendoti in condizione ( almeno formali) di non nuocere ulteriormente ( dopo si spera che la sanzione sia anche educativa e non solo repressiva).
Toccare la proprietà e un brutto segno in uno stato democratico. Non solo rompe principi inviolabili il diritto della mia proprietà che deve essere tutelato salvo perderlo per ripianare un danno economico causato per mia colpa ad altri. MA LA COSA ANCORA PEGGIORE E CHE MI DOMANDO QUANDO QUESTA COME AGISCE SU QUELLE FAMIGLIE CHE SI SONO SACRIFICATE FACENDO UN MUTUO PER PAGARE L’AUTO AL FIGLIO, E SE LA VEDONO TOGLIERE PER UNA LEGGEREZZA DEL FIGLIO STESSO…….QUALI RISENTIMENTI CI SARANNO VERSO CHI QUELLA LEGGE LA FATTA…….QUALI RISENTIMENTI CI SARANNO ORA DA PARTE DEI PENSIONATI SEMPRE VERSO GLI AUTORI DELLA LEGGE……NON DIMENTICHIAMO CHE IL 49% DEGLI ISCRITTI AI SINDACATI SONO PENSIONATI.
TUTTE LE COLPE PERCHE’ NON SFONDIAMO COME PARTITO SONO DI VELTRONI????????
Domenico, t’invito a fare un piccolo sforzo di sintesi e contenere i tuoi interventi in venti-trenta righe ai fini di una maggiore leggibilità e fruibilità di questo spazio da parte di tutti.
Grazie
Francesco Paletti
gestore del sito
X Francesco. ricevuto.
O.T.
Per Henry l’intervista mi è stata passata oggi. Lo pubblicata sul sito del circolo.
Fede, è uno dei capitoli più interessanti del libro L’audacia della speranza, autore come ben sapete è Barack Obama. È interessante rileggere quelle pagine alla luce della discussione in atto sul testamento biologico. Il contesto del dialogo di Obama è incentrato su altre rilevanti tematiche quali l’aborto e i matrimoni tra persone dello stesso sesso, la posizione favorevole non è similare nei due casi ma questo è poco influente ai nostri fini. Quello che da lettore ho percepito è la grande passione politica di un futuro presidente di una nazione, l’autorevolezza delle proprie responsabilità di fronte a Dio ma soprattutto a milioni di persone. Obama dimostra, con naturalezza, come non occorre sempre e quantunque, mediare una soluzione tra politica e religione, fondamenti e morale. Il principio cardine della sua idea di democrazia è proteggere la libertà del popolo. La sua fede, penso, è indissolubile, il rispetto per la sua tradizione, cultura anche. Ora il problema che mi pongo è perché alcuni democratici nostrani non riescono o non vogliono arrivare a questa sintesi, Obama scrive “combatterò l’estremismo ideologico di destra che vuole impedire ad una donna di fare le proprie scelte”, non firmare la proposta Finocchiaro è dare spazio alla destra, serve?
ps per domenico grazie spero ti sia piaciuta
Ho seguito l’Assemblea nazionale di sabato su YouDem. Sono rimasta davanti al computer per molto tempo con una certa preoccupazione, ma cercando, al tempo stesso, di controllare, quasi di azzerare lo stato emotivo al fine dare una lettura dell’evento il più possibile obiettiva. Ebbene devo dire, e in ciò mi ritrovo con quanto afferma Paolo che peraltro era presente ed ha seguito direttamente e interamente i lavori, che l’ indeterminatezza iniziale si è gradualmente dissipata per lasciare il posto al delinearsi di una volontà e di un impegno comuni tesi alla realizzazione di un effettivo rinnovamento del partito. Da qualche parte si fa notare la scarsa partecipazione all’Assemblea, ma non dimentichiamo, da un lato, che organismi di tale portata subiscono fin da subito un calo fisiologico e, dall’altro, che questa ulteriore sconfitta elettorale può aver determinato una forma di disorientamento o addirittura di disaffezione in una parte dei membri della Assemblea stessa.
Ho apprezzato l’intervento di Franceschini ed ho condiviso la sua decisione di procedere immediatamente a costituire una nuova Segreteria a cento giorni dalla tornata elettorale di giugno, scadenza rispetto alla quale occorre lavorare intensamente con grande concentrazione, ma anche, lasciatemelo dire, senza crearci grandi aspettative in ordine all’esito. Il tempo è tiranno in questo caso e non so in quale misura sarà possibile recuperare credibilità presso l’elettorato. Come ho fatto presente giorni fa sul blog, il lavoro che ci aspetta è articolato e complesso, investe molteplici ambiti e non è di breve e nemmeno di media durata.
Rispetto a tale lavoro io credo ( lo dico con umiltà) che occorra muoversi secondo due direttrici: il metodo ed il merito.
Il metodo concerne , a mio avviso, l’assetto organizzativo, strutturale che si intende conferire al PD: il suo impianto, la sua articolazione che deve garantire un feedback costante tra organi centrali e territoriali.
Per quanto attiene al merito, io credo che l’Assemblea del 21 febbraio possa costituire un terminus ( scusatemi per queste citazioni, che non vogliono essere una vezzosità, un’ ostentazione, ma sono una deformazione derivante dal mio percorso di studi), cioè una demarcazione: dietro di essa, risalendo fino al 13 aprile dello scorso anno, ci sono dieci mesi analizzando i quali si possono raccogliere elementi utili per comprendere i limiti e le inadeguatezze e tracciare quindi la nuova rotta; di fronte a questa demarcazione si aprono il presente ed il futuro e cioè tutti i grandi temi su cui costruire progetti convergenti nelle aree dell’ economia, della cultura, dell’istruzione, della sanità, del welfare, delle pari opportunità, degli esteri, dell’ambiente e quant’altro. Ed in quella delicatissima della laicità. Un’ultima considerazione con la quale vengo a condividere l’opinione di molti: ad oggi manca un’ analisi approfondita sulle reiterate sconfitte del PD e sulle reiterate vittorie di Berlusconi, questo pifferaio magico che la maggioranza degli elettori segue, ignara di quella che sarà la loro sorte ( lungi da me l’idea di paragonare gli elettori di Berlusconi ai topi).
Paola
X henry L’intervista è interessante e non capisco neanche il fatto che non vi sia stata una pubblicazione a suo tempo sui vari siti del PD. Inoltre se pur con le dovute distinzioni è anche un documento politico che mette in evidenza le difficoltà della sinistra ad affermarsi anche in contesti disomogenei per situazioni sociopolitiche diverse.
Auguri per il lavoro che svolgi in quei territori, credo che occorra capacità,passione,volontà e coraggio per farlo.
Non capisco però perché sei precario, se la Regione Toscana decide di avere un suo ufficio istituzionale anche se di cooperazione volontaria dovrebbe in qualche modo garantire a chi si occupa dell’organizzazione un sostentamento economico. In fondo spesso leggiamo che si spendono milioni di euro per consulenze fantomatiche o per organigrammi di società municipalizzate o partecipate di dubbio interesse collettivo, e non capisco perché invece non si debba garantire tranquillità economica a chi gestisce una organizzazione umanitaria che mette in atto una volontà politica.
Ciao Domenico
X paola 25/02/2009 1.34.43
E’ con piacere che per la seconda volta condivido e potrei sottoscrivere quanto da te scritto.
Nutro solo alcune perplessità sul fatto che alla fine ci sia la dovuta obbiettività se falliamo alle Europee come dice quel detto ” le vittorie hanno cento padri, le sconfitte uno solo”.
In Politica che spesso è più partitica nell’ interesse “dei pochi e non dei molti” dove altrettanto spesso la professionalizzazione esasperata porta a dimenticare che “gli uomini sono la città, non le mura ne le navi vuote di uomini”.
D’Alema vuole vivere in un “Paese Normale” e secondo lui l’Italiano è quello descritto da Leopardi in un momento di depressione. Ma anche qualora L’Italiano fosse quello di Leopardi o di Labini ( il tuo riferimento ai topi) dovremmo capire che questo è ed è con questa materia prima che dobbiamo fare i conti, forse non vivremo in un paese normale ma potremmo ambire a vivere in un “Paese che funziona” che di fatto potrebbe aprire le porte all’unico concetto che condivido di D’Alema ( perché unisce e non divide) quando afferma che ” Socialista è colui che pone attenzione alle cose sociali”. Se socialista è questo concetto non c’entra niente con l’economia sociale di mercato quanto affermato anche in un Forum del PD nazionale che solo le COOP attuano questo concetto. Questo concetto lo fa attua in silenzio anche il più umile degli artigiani che in questa crisi devastante decide di puntare sul pareggio di bilancio per non mettere a casa nessuno e si batte perché le risorse che sono le imposte che ognuno di noi paga siano spese e ridistribuite equamente con particolare attenzione al Welfare che è rivolto agli uomini che compongono la città e per i quali si attua la polis).
Di nuovo complimenti Domenico
Leggo con un certo interesse l’articolo sul tirreno di oggi a pag.7 dal titolo ” E i fallimenti sono raddoppiati” dove si mette in evidenza la situazione in Toscana. Lo segnalo perché in questi giorni anche nel congresso del Pd qualcuno ha affermato ” non si fa politica con i blog”. Certo la politica si fa sul territorio e l’informazione e lo scabio di opinioni politiche anche con i blog. Perlomeno questa è sempre stata la mia ambizione come gestore del sito del PD di Bientina cercare di fare informazione sintetica con il post e poi chi vuole può approfondire con i link correlati.
Allora capirete il mio stupore nel leggere un articolo che è stato oggetto di un post specifico per noi nel il 28 di Gennaio.
http://partitodemocraticobientina.wordpress.com/2009/01/28/pisa-%E2%80%9Ci-miracoli%E2%80%9D-del-territorio-comunale-e-la-crisi-della-provincia/
Ecco a cosa servono i blog, a fare informazione politica e formazione politica, per evitare che qualcuno ripeta l’errore di dire ad un pensionato ” Non domandarti cosa può fare il tuo paese per tè, ma domandati tu cosa puoi fare per il tuo paese”. Purtroppo parafrasare Kennedy in maniera anche decontestualizzata non porta voti, perché il pensionato sa bene cosa ha a fatto per il suo paese come minimo ha lavorato e pagato i contributi per oltre 35 anni. Vi pare poco?
Bersani: «Riportiamo il PD in fabbrica»
Articolo del sole24ore del25/02/2009.
Molto Interessante, ma è un’altra musica rispetto a quella suonata con l’orchestra dell?unione. Invito a leggere e meditare sul significato di lavoro e lavoratori.
Forse certe analisi fatte anche in qualche commissione lavoro del PD a cui ho partecipato, premettendo che ero l’altra faccia del PD andrebbero riviste da alcuni.
Interessante anche l’articolo sulla situazione di prato ( non disponibile in rete) sempre sul sole 24 ore, e quello che chiedono le imprese del tesile che è labbatimento dell’IRAP in tempi di crisi ( non mi giunge nuova e forse è più chiaro la mia affermzione su sindaci Bepponi, era simpatica come era simpatico Beppone. Ma earno altri tempi).
Mentre inviterei a riflettere su quanto riportato dal tirreno sulla situazione delle imprese della provincia di Pisa non c’è giorno che non ci sia un annuncio di chiusura.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/02/pd-fabbrica.shtml?uuid=2dc305d6-031e-11de-8374-2dd16f080e59&DocRulesView=Libero
Una ronda non fa primavera
Con troppa lentezza, a sinistra, si prende atto che le trasformazioni di vario genere e complessità hanno profondamente modificato negli ultimi venti anni il volto delle città italiane, producendo una confusa sovrapposizione di funzioni e uno scadimento interno dell’immagine della città stessa. Nelle nostre città si è verificato un processo globalizzante di polarizzazione tra la disgregazione sociale e il degrado urbano. Per arginare questa criticità è necessario invertire i processi di percezione della paura e della sicurezza, a fronte di una tematica, la sicurezza, manipolata troppo spesso per fini propagandistici. Occorre quindi, definire un percorso di progettazione partecipata che consenta di individuare e porre in atto soluzioni condivise, a partire da una migliore utilizzazione dello spazio pubblico per giungere a sviluppare nuovi approcci di relazioni, introdurre concrete misure preventive indotte dalla cooperazione ed elaborazione tra cittadini e amministrazione pubblica. Questo in sintesi il modello ideale riformista, basato su semplici principi di democrazia partecipata.
Invece, ancora una volta la destra impone un arbitrio alla comunità, introducendo le regole per un progetto sbagliato, sia per la tempistica che per i contenuti metodologici, parlo delle ronde di quartiere. Se si pensa di demandare la lotta al crimine alle ronde si commette un doppio tragico errore: si liberalizza in maniera indiscriminata la sicurezza, creando un mercato privato che delegittima quello pubblico; si perde con la scusa di maggiore sicurezza altre libertà, privasi per incominciare.
Esistono, purtroppo solo a livello internazionale dove sono diffuse capillarmente ed apprezzate per il notevole contributo alla lotta al crimine, alternative di coinvolgimento della popolazione nelle strategie di ordine pubblico, mi piace ricordarne due: i gruppi di supporto alle vittime del crimine e il neighbourhood watch (le sentinelle di quartiere) in realtà una rete, di cui ciascuno nella comunità è parte , funzionale all’azione delle forze di polizia preposte. Non possiamo introdurle e così mostrare l’inutilità e dannosità delle ronde, insomma vogliamo sperimentare buone pratiche di prevenzione al crimine in linea con il pensiero riformista o dobbiamo rincorrere la destra bendati?
La promessa fatta all’Assemblea é quella di azzerare il coordinamento, il governo ombra, e mettere “in piedi nuove forme di collegialità con aperture al territorio, ai sindaci, ai segretari regionali”. Ma, avverte Dario, “non farò trattative con nessuno, sceglierò io. Sceglierò io e chi batte le mani adesso non venga domani a chiedere di nominare qualcuno. Sentirò gli uomini del partito ma senza coinvolgerle nella gestione del partito”. Oltre alla segreteria la cabina di regia include vari responsabili, la squadra c’è titola l’unità, e cito la rosa in campo
bersani già ministro all’ombra di veltroni, letta idem, fioroni idem, fassino idem
realacci vedi sopra, melandri come sopra e come segue, lanzillotta, minniti (anche se l unità scrive minnini … povero lothar), in verità ci sono nomi nuovi e sono 4 su 12 ovvero miotto, mongiello, pinotti e tenaglia.
Allora prima di tutto esprimo un in bocca al lupo ai ragazzi ….. si fa per dire, per questa nuova esperienza. Secondo esprimo un piccolo risentimento o disappunto, non sono contrario ai nomi fatti, anzi questa potrebbe essere un ottima compagine di governo, ma non mi piace sentirmi preso in giro, anche io sabato scorso ho seguito l’assemblea con un certa “sensibilità” e se si dice partiamo da zero si parte da zero o no, questa squadra c’era già, non era meglio dire questa è la nostra rosa con loro dobbiamo vincere? Quello che chiedo è il rispetto verso la base, mi piacerebbe (qualcuno ho visto l ha fatto) ricordare a Veltroni quando disse “finisco il mandato da sindaco e vado in africa”, e ieri franceschini che dice “il mio lavoro finisce ad ottobre”, vedremo ….