I primi giorni dell'anno nuovo non ci hanno portato notizie confortanti. Anzi poche altre volte mi è capitato di passare un periodo così difficile durante le feste. Non sul piano personale ma su quello politico. Il morale, si direbbe dal punto di vista sportivo, è assai basso. Pesa innanzitutto il dramma di Gaza, cui siamo costretti ad assistere con sentimenti misti di preoccupazione e rabbia: la preoccupazione per una spirale di violenza e di morte voluta e cercata come unica soluzione dalle componenti più estreme che purtroppo sembrano avere il consenso maggioritario in entrambi i popoli; la rabbia per l'impotenza della politica e delle istituzioni internazionali di fronte ad un massacro che colpisce vittime innocenti , incapaci di giungere anche all'obiettivo minimo di una tregua a fronte di una evidente e grave emergenza umanitaria.
Resto dell'idea che in Palestina non sarà possibile alcun serio negoziato senza una presenza di garanzia internazionale, una presenza che abbia anche il potere di impedire alterazioni e forzature arbitrarie sull'utilizzo degli spazi territoriali. Per queste e per altre ragioni mi sono ritrovato nell'articolo di Mina pubblicato da La Stampa di ieri ,intitolato "Che fatica dirci Buon Anno" .
A queste considerazioni si aggiungono quelle che riguardano la situazione del Pd, che non è cambiata dalle cose che abbiamo detto dopo la direzione del 19 dicembre. Anche se alcune vicende giudiziarie, nella loro evoluzione, hanno dimostrato l'esigenza di una seria e fondata riflessione e su questo torneremo a discutere nei prossimi giorni.
Poi ci sono le questioni che riguardano la crisi economica e i principali problemi del Paese. Qualche domanda sul comportamento degli italiani dovremmo farcela: se è o no consapevole della portata della crisi e in che misura. E anche sul modo attraverso cui vengono percepiti i problemi o le soluzioni. Pensiamo al caso Alitalia. Ormai è appurato che l'operazione "salvataggio" è costata allo Stato, cioè a noi tutti, almeno 4 miliardi di euro, che vengono sottratti ,di fatto, alle politiche di sostegno e di sviluppo anticrisi. Intanto continua nella maggioranza di governo un balletto indecente fra i sostenitori di Malpensa o Fiumicino e conseguentemente su quale sia il partner internazionale migliore. Nonostante ciò l'opinione pubblica in grande maggioranza continua a pensare che sia stato un fatto positivo -e un merito di questo governo- "salvare"in questo l'Alitalia. Per ora mi fermo qui, a questi spunti di riflessione, che certamente non inducono all'ottimismo ma che mi auguro servano almeno a tenere viva la discussione.
3 Commenti
Sulla questione di Alitalia, qualcuno dei nostri. esperto e pacato (per esempio Bersani), dovrebbe fare un bell’articolo sul Corriere e/o su Repubblica, confrontando le soluzioni di un anno fa (Airfrance disposta a comprare in blocco, debiti compresi) con quelle attuali, con i relativi costi e benefici pagati da chi e riscossi da chi. Con qualche difficolta` si potrebbe poi ridurre il tutto ad un volantino da distribuire negli aeroporti e nelle stazioni. Ti pare?
Riguardo alla Palestina condivido in pieno la tua angoscia. So che non si fa la storia con i se, ma se quando Hamas ha vinto regolarissime elezioni, l’Europa avesse detto: “riconosciamo la legittimita` di Hamas a governare la Palestina e chiediamo di trattare sulle condizioni nei territori.” senza porre il problema del riconoscimento di Israele, forse le cose sarebbero andate diversamente.
E` meglio una sicurezza basata sulla trattativa anche senza riconoscimento formale, o la forma e` cosi’ sostanziale?
Non commento sul PD.
Caro Paolo, ti capisco e come sulla difficoltà a darsi “Buon Anno” con tutto ciò che accade. Naturalmente ciò che più colpisce è la guerra in Palestina e comprendo benissimo anche l’ironia amara di Mina. Quante volte abbiamo dovuto assistere a queste scene! Un contabile delle delibere ONU ci ha detto recentemente che dal 1947 ad oggi sono state fatte oltre 600 delibere sul problema di Israele e terre limitrofe: i risultati sono riportati dalle televisioni in questi giorni; e ci viene anche detto di non lasciarci prendere dallo sdegno morale perchè è inutile. Vero, certamente vero, ma rimane che 1 muore da una parte e 1000 dall’altra! Comunque la tua idea di garanzia internazionale credo che dovrebbe avere la partecipazione convinta di tutti quelli che hanno una sensibilità politica delle cose. Per il PD parliamone; credo ce ne sia bisogno.
Il PD che non ci rappesenta e che non vogliamo.Nervi tesi nel Pd, Fassino contro Mantini: «Cretino, mi hai proprio rotto i co…» http://partitodemocraticobientina.wordpress.com/