Il commento di Cristiana è, da parte mia, abbastanza condivisibile. Non esauriente ma tuttavia non aggiungo considerazioni. Semmai tornerò sulla questione delle primarie, non solo quelle di Firenze, nei prossimi giorni anche alla luce di esperienze che sono in corso in altre zone d'Italia.
Invece voglio commentare in questo taccuino alcune posizioni e vicende pisane di questi giorni. La prima è la risposta che Carlo Scaramuzzino ha dato con una lettera al Tirreno alle valutazioni critiche che avevo fatto, anche qui, in ordine al voto contrario espresso in consiglio comunale sulla questione caserme. Carlo definisce "retoriche" le mie domande e………non risponde. O meglio dice che lui non è contro il trasferimento delle caserme dal centro storico a Ospedaletto e che, anzi, lo aveva proposto proprio nel 1989 nel preliminare del Prg, che "purtroppo"-dice ora-non trovò il sostegno del PCI. Ebbene questa affermazione che vorrebbe essere polemica mi permette invece di rivendicare con chiarezza la scelta antispeculativa e di tutela del territorio che allora fece il PCI anche scontando il prezzo di una crisi politica che portò al commissariamento del comune. Ma il problema non erano le caserme o gli indirizzi generali del piano Astengo. Il problema era rappresentato dall'esigenza di bloccare un disegno di sviluppo edificatorio intensivo nella zona nord della città. Tra l'altro si parlava di terreni già opzionati prima della definitiva destinazione. Quella scelta avrebbe portato ad una piena continuità abitativa tra Porta a Lucca e I Passi. Avrebbe unificato i quartieri moltiplicando la rendita di terreni ben individuati. E la scelta del PCI nacque proprio da questa ipotesi che circolava insistentemente, dai movimenti e dalle incertezze che vi ruotavano intorno. Voglio ricordarlo perché la memoria è importante e con il tempo si possono anche cambiare le idee, ma non si possono cambiare i fatti. Comunque per tornare al punto di partenza della discussione ribadisco le domande già fatte che non hanno trovato risposta e non credo che si possa definire una nuova porta d'ingresso del turismo, fatta di servizi e di parcheggi, un'area priva di funzione pubblica.
La seconda questione è relativa alla notizia, pubblicata dai giornali, del piano di riorganizzazione della macchina comunale. Per quello che ho letto mi sembra una buona cosa, del tutto coerente con il programma proposto agli elettori pisani dal sindaco Filippeschi. Mi sembra un approccio al problema dell'efficacia e dell'efficienza, in un contesto di contenimento della spesa, molto più serio -da ogni punto di vista- della demagogia devastante del ministro Brunetta, che purtroppo trova seguaci proprio perché questi problemi non sono stati affrontati per tempo e nel modo giusto. Il mio auspicio è che il piano vada avanti, cobas o non cobas.
Il terzo commento appunto riguarda un aspetto del fenomeno immigrazione. Anche qui bisogna combattere la logica allarmistica e discriminatoria delle destre, non solo con la difesa dei valori solidaristici che bisogna fare con spirito maggioritario e non con forme restrittive e minoritarie, ma anche con la capacità di argomentare e far emergere la debolezza e le contraddizioni delle loro posizioni (e della loro "presa"demagogica). L'aspetto che voglio evidenziare è quello delle badanti. Il Sole 24ore di ieri parlava di oltre 200mila badanti che lavorano in Italia in clandestinità. Cioè sono in quella condizione che viene spesso usata e agitata per impaurire l'opinione pubblica. Ebbene il giornale calcolava che la regolarizzazione di queste badanti porterebbe all'INPS un incasso di 264 milioni di euro in contributi e il fisco guadagnerebbe sull'IRPEF almeno 88 milioni di euro. Ecco bisognerebbe parlare di più di queste cose concrete che tra l'altro incontrano i bisogni e le necessità di tante famiglie. Invece si produce tanta immagine su scelte come quella dell'esercito per le strade delle città al fine di garantire la sicurezza -così viene detto- e poi si scopre che il ministro La Russa, a detta del COISP (coordinamento per l' indipendenza sindacale delle forze di polizia), ha dichiarato che ogni pattuglia dell'Esercito è seguita a distanza ravvicinata da una macchina della polizia di Stato. Non vi sembra di essere in una commedia dell'assurdo?
1 Commento
Mi auguro che per quanto riguarda le caserme sia ancora possibile discutere sulle destinazioni d’uso, come del resto spero parta al più presto un dibattito pubblico sul’utilizzo delle aree ferroviarie, sia a sud che a nord dei binari.
Intanto ci sono pratiche di urbanistica partecipata che vanno avanti e ottengono incredibile successo:
http://www.youtube.com/watch?v=ynrK9XVaQA8
http://www.youtube.com/watch?v=vN9VXmcx3UI
Un saluto da Rebeldia