La settimana che si è chiusa oggi ha visto, dal mio punto di vista, cose positive e negative. "Una calda e una fredda"- come si dice- con una certa continuità. Sul piano politico come su quello sportivo. Oggi ero all'Arena Garibaldi e lo 0-3 del Pisa è stato gelido, molto. Stasera invece gli "altri nerazzurri" hanno battuto la Juve e la serata è stata più lieta.
Così è andata anche la politica: mentre stavano arrivando segnali di evidente miglioramento dai sondaggi è esploso il caso Villari. Ne ha parlato Francesca nel suo commento, ma eravamo solo all'inizio. Nei giorni seguenti la vicenda ha assunto caratteri grotteschi. E come non sono mancati errori di valutazione e di conduzione non sono mancate ingenuità, furberie e vere e proprie malefatte. Il senatore Villari ne esce mostrando tutta la sua miseria. Ma purtroppo non è il solo ad avere evidenziato comportamenti discutibili, come ad esempio il senatore La Torre. Resta il fatto che questa storia ha prodotto un danno assai serio sul piano della credibilità e della trasparenza della politica. Molto di più della mancata funzionalità della commissione di vigilanza Rai. Speriamo che nei prossimi giorni si trovi una qualche soluzione che ci faccia almeno smettere di parlare di questa sconfortante vicenda. La cosa che però trovo inconcepibile è che non si sia perso un attimo nel far ripartire polemiche e contrapposizioni nel Pd, che comunque è l'obbiettivo di tutto questo imbroglio e invece finisce quasi per passare come l'artefice. E' evidente che ci sono molte cose da chiarire nel dibattito e nella costruzione del Pd. Basta guardare anche all'andamento delle primarie in alcune città, prima fra tutte Firenze. Su questo punto è bene discutere e già Domenico lo ha richiamato in uno dei sui ultimi interventi. Penso di approfondire questo tema nel prossimo taccuino. Intanto se ci sono idee e commenti sono benvenuti.
Un altro tema di riflessione ce lo dà La Repubblica di oggi che pubblica il rapporto Demos da cui emerge il cambiamento netto, rispetto ad un anno fa, degli umori e delle paure degli italiani sulla criminalità. Non è più in cima alle preoccupazioni dei cittadini come al tempo delle elezioni. Oggi le angosce si manifestano su altri problemi, primo fra tutti quello dell'economia. Leggete la pagina di Repubblica; è istruttiva.
Infine una battuta scherzosa su una serie di dichiarazioni fatte da autorevoli esponenti del governo nei giorni scorsi: Berlusconi dice"Il mio governo segue politiche decisamente di sinistra", la Gelmini assicura che lei "fa cose di sinistra", Tremonti cita Marx -senza dirlo- e rivendica l'antimercatismo, Brunetta ci ricorda che era socialista ed è rimasto di sinistra. Non vi viene il dubbio che siano tutti fannulloni ?
4 Commenti
il Pd è la vittima, certo; ma la vittima delle proprie guerre intestine, a Roma come a Firenze come a Pontedera come….come da tante parti. Scelte ambigue e altalenanti, una forte autoreferenzialità e chiusura allonantano giovani (Tinagli) e non giovani. ci vorrebbero i miracoli del tuo libro… proviamo
Riflettendo sulla possibilità intelligente di discutere
intelligentemente del successo di obama in america mi è tornato alla
memoria il nome di arnaldo testi (docente di storia degli stati uniti
d’america presso l’università di pisa). Ricordavo vagamente un libro
che aveva curato con una sua ottima introduzione, grazie ad una breve
ricerca ho riportato alla luce quel volumetto: Plunkitt di Tammany
Hall. Il libro raccoglie una serie di interviste rilasciate da un
“imprenditore” discutibile della politica all’inizio del ‘900, proprio
il “buon” Plunkitt anzi Washington George Plunkitt, ex senatore, ex
deputato esponente di spicco del partito democratico newyorkese. Il
Signor Plunkitt non è solo un self made man (come qualcuno in questi
anni ci ripete…) è il frutto di una elucubrazione, è l’esaltazione di
operazioni mentali di una politica degenerata a tal punto che
rivendica, de facto, la propria istituzionalizzazione nel sistema.
Plunkitt, infatti, è l’antitesi (di obama) della figura dell’uomo
migliore nel giusto momento, è l’incarnazione del politico costruito
inequivocabilmente sulla percezione diffusa, è l’uomo capace di
teorizzare la giustezza della concussione, bollandola come onesta
(ehmmm ….. evito il commento sarebbe banale). Plunkitt è l’ostacolo
primo alla politica riformista, alla moralizzazione ed alla modernità:
è l’uomo del mantenimento dello status quo, è la palude della civiltà.
Plunkitt rappresenta l’incapacità della politica di comprendere e
sintetizzare aspetti primari per una migliore società; è l’inizio
della politica non partecipata, siamo agli albori del declino delle
istituzioni partitiche americane, dell’introduzione della mancata
necessità di un elettorato di popolare, dell’emarginazione politica di
interi gruppi sociali; Plunkitt è lo stereotipo di un sistema che ha
investito e condizionato per anni l’America. Per farvi capire il
personaggio vi allieto con alcune citazioni: “per esempio ecco come
recluto i giovani. Mi dicono che un tizio è orgoglioso della sua bella
voce, pensa di saper cantare. Gli chiedo di venire a Washington Hall e
di entrare nella nostra società corale. Viene e canta, e diventa un
seguace di Plunkitt per il resto dei suoi giorni”. Anche in questo
caso un parallelismo con il caso Abruzzese del candidato di centro
destra implicherebbe deduzioni scontate e quindi sorvolerò (mi auguro
però che la magistratura non faccia lo stesso ….). Cito ancora una
piccola parte: “fatevi un seguito, anche solo di un uomo, ed andate
dal leader della circoscrizione … il capo non riderà per il vostro
seguito di un solo uomo. Vi stringerà la mano con calore, vi proporrà
di iscrivervi al suo club, vi porterà al bar all’angolo … e vi
proporrà di farvi rivedere. Ma provate ad andare da lui dicendo. Ho
preso il primo premio all’università su Aristotele so …….
Probabilmente dirà: che non è tutta colpa tua per le disgrazie che ti
sono capitate, ma qui non sappiamo cosa farcene di te”. Il perché ho
scelto queste due parti è semplice, mi hanno fatto tornare alla
memoria le primarie, parlo di quelle con una enorme affluenza poi non
rispettata nel voto elettorale (elettorato non maturo? candidati non
idonei?Boh). Ad esempio Viareggio, Massa ma anche Pisa marginalmente.
Purtroppo, lo strumento delle primarie è divenuto chiaramente
strumentalizzato quindi inutile anzi dannoso, in passato e forse in
futuro, penso a Bologna, Firenze etc. ammetto di apprezzare il sistema
delle primarie ma non il nostro modello e le dinamiche che
l’impongono o meno. Mi piacerebbe vedere esponenti del pd e del pdl
consapevoli del proprio ruolo sociale e politico, dell’importanza del
partito e della democrazia e non volgari ras dediti solo al
controllo clientelare di un proprio bacino di voto da poter
“scambiare” e sventolare. Arginiamo oggi questa deriva o finiremo
domani a chiederci perchè gli uomini e le donne migliori non entrano
in politica? Il modello Plunkitt, indistintamente abusato da
democratici o repubblicani, è finalmente finito anche in USA perché da
noi continuano i rigurgiti? Infine, come vorrei sentir dire per una
volta che la mia generazione è finalmente pronta per le proprie
responsabilità, invece ci tocca la solita zolfa con morale: non
sappiamo cosa farcene di voi, precari fannulloni….
@ henry 25/11/2008 21.51.20
Grande intervento il tuo henry, e se me lo permetti visto che ieri c’è stata la riunione del pd lnazionale per aggiustare il motore della macchina che per ora sta difettando (mi vengono in mente le fitte riunioni di Prodi con il governo dell’unione) lo vorrei riportare sul sito del Pd di Bentina per dire che forse quello che tu hai scritto è quello che si attendono milioni di elettori del Pd.
Le primarie sono nate male perchè c’è un vizio di forma antidemocratico a favore delle oligarchie interne al partito.
Insomma c’è un esercito che per anni è stato buono facendo tutta la trafila tradizionale interna al partito, apsttando il proprio turno. MA ORA CON LE PRIMARIECOSA CAMBIA? cambia il fatto che si devono mettere in gioco giovani e meno giovani se voglio emergere politicamente devono accettare le regole del merito. Il merito non è solo quello partitico fatto di sola amminitrazione pubblica che se c’è ed è stata fatta bene è sicuramente un merito, ma come è un merito il fatto che si conosca Aristotele ( nel senso di avere cultura) e come è un merito avere esercitato una attività imprenditoriale senza alienare nessuno rispettando i valori che condividi. E’ chiaro che questa nuova veduta del merito apre scenari inespolarati per la politica Italiana che è di fatto abituata a gestire le cose fra compgni di scuola ( giusto per citare un saggio di A.Romano un giovane storico simpatizzante dei Ds e ora del PD). Purtroppo per essere riformisti ci vuole una piccola dose di coraggio che Veltroni non a mai avuto ( non è una colpa è probabilmente nella sua natura) io se ero al posto di Veltroni buttavo fuori dal PD La Torre per il pizzino che è un atto indegno che ha gettato nel ridicolo tutto il PD (quanto sto affermando lo scritto su un post del PD di Bientina assumendomene la responsabilità personale).E guarda caso la cosidetta corrente Dalemiana è sempre in mezzo a cose poco chiare, oggi i pizzini e ieri i furbetti del Quartierino e di Unipol.SEmbra lontano l’ultimo congresso dei DS di Firenze dove A.Finocchiaro diceva ” Compagni dobbiamo fare il PD perchè è da anni che non troviamo più le parole per parlare alla gente. Abbiamo fame di parole”. Cosa è cambiato da allora, per caso Dalema e compagni hanno trovato le parole?. Se Dalema pensa di essere Cesare e si sta preparando a fare il suo partito che lo faccia raccolga i suoi legionari e combatta la sua battaglia, i DS erano il partito del 17% e sarebbero andati in estizione ( la Toscana è un caso a parte) propio perchè ci sono politici che concepiscono la politica come lui. Se invece vuole stare nel PD allora rispetti il partito e accetti il nuovo compreso il aftto che le primarie devono essere vere e libere dove gli unici che possono decidere se sei degno di merito è la base del PD stesso.
FAREBBE BENE A TUTTI RILEGGERE ALUNE COSE PER RICORDARSI DA DOVE VENIAMO: «I partiti sono diventati macchine di potere» «I partiti non fanno più politica»,«I partiti hanno degenerato e questa è l’origine dei malanni d’Italia».Lei mi ha detto poco fa che la degenerazione dei partiti è il punto essenziale della crisi italiana. È quello che io penso. Per chi è interessato l’articolo lo può leggere qui:http://www.metaforum.it/berlinguer/questionemorale.htm
Caro domenico,
ti ringrazio e ti dico che sono molto onorato del fatto che vuoi inserire il mio post nel vs sito, mi auguro che prima di inserirlo ripulirai talune sviste, sia grammaticali che chimiche (zolfa -ti compresi), dovute al fatto che è stato scritto un po’ di getto …. E di pelle. Il rischio, ne ero consapevole, è che qualcuno pensasse che avessi scritto il solito commento “qualunquista”, così avrebbe avuto la scusa di non rispondere, grazie per avermi dimostrato il contrario. Per quanto concerne il deputato latorre ammetto che con una certa periodicità ci regala delle perle da blob, poco ammirevoli e giustificabili; la tua richiesta mi pare tuttavia eccessiva, sono convinto che una serie nocchini sarebbe più che sufficiente.
Volevo inoltre, fare due precisazioni, la prima che il libello di cui parlo è la prima lettura consigliata in America a chi si avvia alla carriera politica, quasi un monito di ciò che li aspetterà, una sorta di prima lezione per le matricole di anatomia patologica ….. Il diario di Plunkitt è una “bibbia” per tutte le stagioni politiche, talmente esaustivo e frastagliato che vi si possono riconoscere affinità con parte della nostra classe politica sia di destra che di sinistra (ora si che sono “qualunquista” ). In verità ti devo dire che il sottoscritto quando scriveva pensava ad altri personaggi rispetto a quello che tu criticavi, anzi io partivo proprio dall’elaborazione teorica di quel punto di vista (nessuno dice che debba per forza essere quella esatta ma, a me piace vedere la storia come dominio delle idee ed in D’alema riconosco uno strumento di conoscenza indispensabile alla catarsi della cultura riformista del nuovo millennio: “tutti sono d’alemiani, un po’, inconsapevolmente” avrebbe detto qualcuno ….). Lungi da me cercare ti farti cambiare idea, in un vero partito riformista l’arbitrarietà è fondamento. “Siamo noi riformisti? Esistono i riformisti?” avrebbe chiesto qualcuno …