La politica, e soprattutto il governo, lo raccolgano: l'esecutivo permetta un reale confronto in Parlamento
Oggi, mentre la Camera dei Deputati è bloccata dal voto di fiducia sul decreto Gelmini e sta dibattendo (a senso unico perché parla solo l'opposizione nell'indifferenza generale della maggioranza) gli ordini del giorno e le raccomandazioni sul tema della scuola, la politica nazionale si è concentrata, inevitabilmente, sulla crisi finanziaria. Le notizie che arrivano di ora in ora sono sempre più preoccupanti ed è stupefacente che il Governo non abbia sentito il dovere di riferire in Parlamento. Forse lo farà domattina.
Il Pd ha invece tenuto una riunione straordinaria del "governo ombra" e ha poi presentato alcune proposte che intendono raccogliere le grandi e diffuse preoccupazioni sugli effetti che la crisi finanziaria può provocare sull'economia e sulla vita dei cittadini, delle famiglie, e delle piccole imprese italiane. Con senso di responsabilità e di collaborazione il Pd propone un piano che preveda una riduzione delle imposte sui redditi da lavoro e da pensione per salvaguardare le fasce sociali più deboli e per rilanciare i consumi; l'istituzione di un fondo per aiutare le piccole e medie imprese; il rafforzamento delle misure di salvaguardia per i risparmiatori; l'introduzione di misure antispeculazione. Un piano che si fonda su un governo chiaro e trasparente della crisi con il coinvolgimento delle categorie economiche e sociali e del Parlamento.
E' un fatto singolare -e positivo- che nello stesso momento in cui seguivo l'informazione su queste vicende mi è arrivata la notizia della bella manifestazione in Piazza dei Cavalieri. E non nascondo la sensazione di una grande distanza -e di una seria preoccupazione- che emerge tra un governo che impedisce con arroganza un reale confronto in sede parlamentare e una partecipazione così ampia ad iniziative che contestano le scelte del governo. Ciò significa che nel Paese c'è la volontà di reagire e soprattutto la determinazione a non subire passivamente una situazione di progressivo svuotamento delle regole e dei processi con cui vive la democrazia. Le " anomalie" richiamate da Veltroni, che hanno fatto inalberare i soliti commentatori il cui unico argomento è l’ormai abituale "guai a parlare di regime",si rivelano sempre più vere. Basta pensare alla questione dei decreti a ripetizione che ha messo in difficoltà anche il Presidente della Repubblica. E' un tema da sviluppare proprio perchè non credo che sia giusto dire -prendo a pretesto una affermazione di Domenico- "che loro fanno quello che hanno fatto tutti in Italia una volta arrivati al governo".
3 Commenti
In questo momento c’e` una tendenza di alcuni membri dell’Universita` ( sia docenti che studenti) a sostenere che la crisi dell’Universita` e` cosa antica e che anche i governi di centrosinistra hanno tagliato (nella finanziaria 2007 i camionisti hanno avuto una fetta di risorse che doveva andare al finanziamento della ricerca pubblica). Io vorrei che fosse chiaro che qui non si sta parlando di tagli e di risanamento del bilancio dello Stato. La legge 133 attacca frontalmente tutto il comparto della Pubblica Istruzione dalla Scuola elementare all’Universita` , senza alcun disegno educativo alternativo che non sia quello di RIDURRE il numero dei diplomati e dei laureati (gia` di molto inferiori alla media europea) e di condurre tutta la ricerca sotto il controllo di finanziatori privati. Io ci vedo anche un desiderio di vendetta contro gli unici luoghi del pensiero critico. Non e` tempo di flagellarsi sulle nostre colpe, e` tempo di capire che stiamo bruciando il futuro dell’Italia.
La manifestazione in piazza dei Cavalieri a Pisa è il malessere degli studenti per una riforma della scuola che di fatto premierà chi se la può pagare ( la scuola è una istituzione sociale democratica con tendenze eugualitarie che deve dare una formazione adeguata affinche ognuno possa giocarsi le proprie opportunità facendo partire tutti dalla solita riga di partenza indipendentemente dal ceto di apparteneza).
Ma come sostenevo all’incontro di Bientina a M.Baldacci responsabile scuola del PD, se le elementari Italiane sono una istituzione di eccellenza, ma man mano che si sale la scuola perde e la dispersione scolastica ci porta al 39 posto fra i paesi OCSE, E’ CHIARO CHE ANCHE LA SCUOLA COSI COME E’ NON FUNZIONA SE VIENE VISTA COME CICLO SCOLASTICO FORMATIVO.
CERTO UNA DEMOCRAZIA SERIA E CON TENDENZE EUGUALITARIE NON E’ SULLA SCUOLA CHE DEVE FARE RISPARMI, MA E’ DOBBLIGO ELIMINARE GLI SPRECHI PER RINVESTIRLI NELLA SCUOLA STESSA ( Dal libro sulla scuola del ministero emerge che le scuole superiori primaria e secondaria in Toscana sono le meno informatizate come dotazione di computer per studente e questo nel 2008).
Visto che Lancisi sul Tirreno di due giorni fà ripropone il tema della Casta Regionale Toscana mi viene di istinto una riflessione:
Se guardiamo alla Toscana come unico salvadenaio, forse se la Casta Risparmiava e non sprecava quei denari si potevano spendere per informatizzare le scuole……..
La Globalizzazione e i suoi effetti che fino ad ieri quando parlavi che così non poteva andare ti tacciavano da statalista cresciuto all’ombra del protezionismo di stato. L’ultima volta un noto esponente del PD piasno mi rispose con l’esempio che i Cinesi sono più bravi di noi perchè le torri le fanno tutte diritte da 3 mila anni e noi invece le facciamo storte.
Non solo quando dicevi che dovevamo fare attenzione perchè se chiudono le fabbriche che lavorano per le grandi firme del made in Italy, un settore ad alto valore aggiunto il problema è grave, anche qui noti sindacalisti rispondevano che cucire sanno cucire tutti e che per esserci bisogna controllare la filiera.
Io faccio l’imprenditore da 25 anni, avessi capito cosa volevano dire sarei ma sopratutto se intravedevo una risposta alla soluzione del problema sarei stato contento quasi come aver fatto un 5+1.
Ci volev la crisi per ricordarsi delle famiglie, e delle PMI che in Italia sono il 95% del tessuto produttivo e che ocupano 85% della forsa lavoro ( può non piacere ma questa è la materia prima Italiana), ma che anno una media di 2,7 dipendenti per impresa.
Questo fa anche capire che al Nord gli operai votano Lega non perchè fino ad ieri votavano DC (affermazione non mia, ma fatta durante le nalisi di voto dopo le elezioni) e quindi non c’era da meravigliarsi o preoccuparsi più di tanto.
C’è uno stretto legame fra PMI e Mondo operaio diverso da quello che c’è fra mondo operaio e grande industria, nelle PMI la forza lavoro è più a contatto con i problemi dell’azienda e ne è influenzata se l’azienda è in difficoltà è a rischio il posto di lvoro con tutte le conseguenze del caso, dato che lgli operai delle PMI spesso non godono dello stesso tattamento e sostentamento che deriva dagli ammortizzatori sociali.
Occorre una riflessione profonda e seria e con qualche mia culpa ( come ha fatto L’amministratore delegato di Unicredit) perchè basta aprire il giornale di oggi per capire che anche la Toscana c’è dentro fino al collo la Lucchini di pimbino taglia posti di lavoro, la Eton di Massa Chiude insomma siamo a quota settantamila, e la GIg straorinaria è aumentata del 17%.
Questi eventi non nascono dal nulla. perché sono la conseguenza di un percorso intenzionale che al massimo porta a risultati inintenzionali (per non essere malizioso).
Dispiace dire che fino a ieri quando parlavi di Globalizzazione e di mancanza di una politica economica adeguata e coordinata in merito, molti leader ti prendevano in giro sorridendo a 32 denti ben in vista…………
La politica economica è quella scienza interdisciplinare che coniuga economia, sociologia e scienza della finanza ( F.Caffè – Lezioni di politica economica).