E’ da ieri sera che sto pensando a cosa scrivere nel blog. Fino a due giorni fa avevo diverse idee in testa, prendendo spunto anche da alcuni temi sui quali avevo lavorato la scorsa settimana come il federalismo piuttosto che la riforma del sistema delle autonomie e quella della Pubblica Amministrazione.
Ma la notizia della tragedia di Simone Parola, la decisione di togliere la vita ai figli oltre alla sua, ha sconvolto tutti. Mi viene difficile pensare ad altro ed avrei una gran voglia di silenzio. Ieri ho sfogliato i giornali evitando di leggere la cronaca e i commenti su questa terribile storia. Ma il pensiero, inevitabilmente, andava sempre lì perché è accaduto “nella tua città”, sull’argine dell’Arno, il fiume che è parte essenziale della nostra identità.
Con non poche difficoltà ho cercato, comunque, di articolare qualche riflessione. Il commento di Antonio all’ultimo taccuino chiedeva alcune risposte. Penso che negli interventi di Veltroni a Sinalunga e poi nell’intervista di ieri al Corriere (la trovate in allegato) vi siano considerazioni giuste e pienamente condivisibili sul tema paura e immigrazione, che correggono o puntualizzano talune interpretazioni della linea del Pd.
L’ispirazione me l’ha data, invece, l’inaugurazione del palazzo comunale di San Miniato, di nuovo agibile dopo l’intervento di ristrutturazione e restauro,cui ho partecipato sabato pomeriggio. In uno degli affreschi della vecchia sala consiliare si rappresentano le sette virtù, evidentemente considerate necessarie al buon governo. Insieme alla fede, la carità e la speranza ci sono la giustizia, la prudenza, la fortezza e la temperanza. Ebbene mi sembra un mix tuttora valido. Anzi è di alcuni di questi riferimenti che oggi dovremmo fare un buon uso, in un contesto, come quello della politica italiana contrassegnato dalla faziosità. Soprattutto della temperanza penso che ce ne sia un grande bisogno. Per ora mi fermo qui.
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La scorsa domenica a Viareggio ho avuto modo di ascoltare il ministro Calderoli, invitato ad un dibattito sulla sanità pubblica, il titolo della manifestazione, interessante e ben organizzata in tutte le sue giornate, era festival della salute. Ovviamente, non sono andato per sentire il ministro leghista ma gli altri relatori, la piazza era gremita di persone, molti ma non tutti chiaramente di sinistra: come me lì per ascoltare i nostri politici, arrivato in largo anticipo rispetto all’inizio del dibattito ho potuto respirare l’insofferenza, non latente, di coloro che si riconoscono più o meno nei miei valori ed ideali. Sintetizzo la prima considerazione: Abbiamo più che mai bisogno di riempire quel vuoto che si è creato tra politica e partecipazione (condivido a riguardo quanto scritto su questo blog da antonio). Per farlo anzi come farlo correttamente? Ritengo, sia opportuno intervenire su piani distinti. Mi spiego meglio, prima dell’estate ci eravamo lasciati con buoni propositi sulla nascita di una associazione (o simili), vedo ad oggi l’urgenza di riprendere quel cammino, implementarlo, farne un volano propulsivo delle pratiche e delle idee riformiste, a livello locale. Non sarà facile ma è un impegno che dobbiamo prenderci, non nel nostro interesse ma per quello della nostra comunità, stabiliamo un agenda di attività, il tempo perso può essere recuperato come la sfiducia di molti. Invito, quindi, paolo ad uno sforzo in tal senso.
L’altra cosa è legata proprio ai nostri politici, alla loro presenza sul territorio, elemento indispensabile per costruire una opposizione di “massa”. Per quanto infatti, Calderoli durante il suo intervento abbia parlato non da ministro dell’attuale governo ma da politico d’opposizione, critico nei confronti dei suoi alleati e dell’indirizzo del suo governo, non mi è parso molto credibile, io tuttavia manifesto certi anticorpi, il problema è che per taluni è stato credibile (ovvero più volte applaudito dagli stessi che pochi minuti prima tributavano onori a nichi vendola), ed anzi avrebbe riscosso un largo successo se non fosse stato subito dopo incalzato e “superato” da d’alema.
Ricordo a tutti che a Viareggio recentemente il centro destra ha vinto le elezioni amministrative, scelte inadeguate, voto di protesta o meno, abbiamo perso in una dei luoghi simbolo della provincia di lucca.
Allora concludo, mi scuso per essere stato un po’ farraginoso, abbiamo leader in grado di contrastare il populismo ruffiano delle destre, sfruttiamolo a partire dalle piazze, portiamo i nostri leader in mezzo alla gente a spiegare che siamo l’alternativa al disastro, o forse no?
A proposito di temperanza, ecco quanto mi scrive con tono cospirativo il segretario generale della CGIL Università di Pisa Daniela Fabbrini(testuale, è un copia incolla) :
“Sarete certamente a conoscenza della voce che sta girando da alcuni giorni sulla venuta del ministro Gelmini a Pisa.
Da indiscrezioni che mi sono arrivate pare che sia presente alle ore 14,30 il giorno 9 in Piazza San Silvestro per la inaugurazione di un nuovo stabile della Scuola Normale.
Bisogna tenerci pronti e attivi per organizzare una manifestazione.
Appena sono sicura vi invio indicazioni ”
Dal momento che non siamo carbonari e non viviamo in clandestinità, se un Ministro di un governo democraticamente eletto viene a Pisa, prima di tutto lo si accoglie e lo si lascia parlare, e poi, dopo, lo si critica esprimendo il proprio parere.
Non è di questo avviso Fabbrini.
C’entra qualcosa con la prudenza giustizia temperanza di cui tu parli? Ho l’impressione di no. Meglio tornare al medioevo, che dà più soddisfazioni.
cara cristiana,
Non vorrei essere pedante, anche perché trovo i tuoi interventi sempre molto illuminati e franchi, ma sono costretto a correggerti, la stanza delle 7 virtù, che prende il nome da un bellissimo affresco del 300, dove è riprodotta la madonna con bambino circondata da altre sette donne(due per ciascun lato e tre in cielo), tra cui la pazienza e non la temperanza; comunque, quelle virtù già allora ed ancor di più oggi sono qualità “minime” richieste ai vari amministratori-politici (sia di destra che di sinistra) e, aggiungo, non ai sindacalisti, i quali dovrebbero pensare a fare meglio il loro mestiere di garanti del lavoratore, elemento consuetudinario della democrazia del nostro secolo e non certo del medioevo …… affrontiamo un momento di notevole confusione mentale a cui anche alcuni sindacalisti, che non brillano certo per iniziativa, sono affetti, troviamo la cura prima che il morbo si propaghi ad altri …. La fabbrini mi pare già seriamente compromessa …. scherzo