L'avvio della riflessione e del dibattito sull'esito delle elezioni politiche è lento e anche troppo nervoso. Certamente i ballottaggi hanno tenuto in sospeso la partenza e poi la sconfitta di Roma ha agito come fattore di precipitazione degli umori. Tuttavia bisogna evitare ogni rimozione così come è necessario sfuggire alle tentazioni recriminatorie o distruttive. Bisogna prenderla con calma.
Ci aspettano cinque anni di opposizione; sono d'accordo con le considerazioni e gli interrogativi di Martino, Paola e Flavia (vedi commenti al mio penultimo taccuino "Fra bisogna e "paura" di cambiamento). Bisogna porli bene partendo dalla costruzione di un partito radicato sul territorio, valorizzando e promuovendo nuove energie legate alla capacità di proposta e d'iniziativa politica, e non solo alla rappresentanza e ai legami personali, introducendo se possibile la valutazione del merito anche nell'elezione dei gruppi dirigenti. Anche in politica il merito sono i risultati e non le cordate o le amicizie.
Purtroppo i primi passi del dibatitto a livello nazionale sembrano ancora troppo ancorati a logiche di schieramento interno. Logiche fanno solo la felicità dei giornalisti.
Mi auguro che si imposti presto una discussione più serena e approfondita.
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