In questa quarta puntata si entra nel 1990. L’anno inizia male per la città di Pisa. Il 6 gennaio fu annunciata in una nota trasmissione Rai la chiusura della Torre. Dal giorno dopo niente più visite sul celebre Campanile. Una decisione che seguiva l’allarme suonato con il crollo della Torre Civica di Pavia e che portò alla nomina di una nuova commissione internazionale a cui fu affidato il compito di curare e mettere in sicurezza la Torre. Grande era la preoccupazione per gli effetti che questa notizia potevano determinare sul richiamo turistico di Pisa. Meno male, nei mesi che seguirono, ci pensò il Pisa calcio a far tornare il buon umore in città con una cavalcata verso la promozione in serie A, alimentata dai gol di Lamberto Piovanelli.
Intanto la politica pisana si stava preparando alla scadenza delle elezioni comunali e regionali previste per il mese di maggio. Ma per il PCI c’era un sovraccarico in più: si entrava nella fase congressuale che doveva decidere sul cambiamento del nome. La discussione era molto accesa in tutte le sezioni. Inoltre la Federazione pisana del PCI promosse un confronto aperto, pubblico, mirato a coinvolgere una parte più larga della sinistra. Per metà gennaio fu organizzato un affollato dibattito al palazzo dei congressi con D’Alema, Magri e Cazzaniga, sostenitori delle tre mozioni congressuali. Subito dopo cominciarono i congressi nelle sezioni che si concludevano con il voto sulle mozioni. La mozione 1, presentata dal segretario Occhetto ottenne 3.364 voti (55,7%), la 2 presentata da Ingrao 2.422 voti (40,1%) e la 3 presentata da Cossutta 205 voti (3,3%).
Il Congresso provinciale fu convocato dal 15 al 18 febbraio, e proprio alla vigilia dell’evento si aprì una nuova crisi nell’Amministrazione Comunale. La rottura nella maggioranza avvenne sui provvedimenti di chiusura del traffico nel centro storico, che per il PCI dovevano essere messi in atto dando seguito agli esiti del referendum votato dai cittadini un anno prima. Invece il PSI si oppose votando insieme alla DC, al PLI, al PRI e al MSI, in Consiglio Comunale. Tornavano al pettine i nodi di fondo di un rapporto difficile tra i comunisti e i socialisti pisani che si erano già manifestati mesi prima, in particolare sulle questioni che riguardavano il governo del territorio e l’attenzione alle problematiche ambientali. Tanto che i giornali locali titolarono che “il vero scoglio è il PRG”. Fu così che nella discussione si intrecciarono i temi nazionali con quelli locali. Nel congresso, in un cinema Odeon strapieno, i contenuti delle tre mozioni furono introdotti da D’Alema, Ingrao e Cazzaniga e nella discussione si confermarono le motivazioni che avevano animato la partecipazione ai congressi della base. Un problema oggetto di molte riflessioni fu la questione giovanile.
Proprio in quei giorni molte facoltà era occupate sulla base di rivendicazioni legate alla condizione studentesca e l’agitazione durò diversi giorni. Ad una assemblea a matematica intervenne Francesco Guccini. Le questioni locali, a partire dalla crisi amministrativa, trovarono molto spazio negli interventi di saluto dei Sindaco Granchi e dei partiti invitati, di maggioranza e di minoranza. L’accento fu messo sugli effetti negativi che avrebbe determinato l’eventuale commissariamento del Comune, e per questo il confronto fra il PCI e il PSI, nel tentativo di ritrovare un’intesa, si prolungò fino alla metà di marzo. Ma ormai la competizione elettorale era dietro l’angolo. (Continua)
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