Alcune considerazioni domenicali. Nei giornali di stamani domina la notizia sulle nomine nelle principali aziende controllate dallo Stato. In tutti i commenti viene messa in evidenza la gestione politica sulla scelta dei manager. E dal racconto, anche ricostruito in modi diversi, emerge l’influenza di Matteo Renzi, anche se non è più Presidente del Consiglio e, come dice lui, allo stato attuale è solo un candidato alla segreteria del PD. Ovviamente nel merito delle scelte ci sono opinioni diverse: a chi piacciono e a chi no.
La prima cosa che mi viene in mente è la vergognosa ipocrisia di chi talvolta, nel PD, ha pensato di usare le parole di Enrico Berlinguer in funzione di un discorso sul cambiamento della politica e dei partiti. Berlinguer denunciava con decisione la degenerazione politica che si manifestava con l’occupazione del potere e dei posti di comando negli enti e nelle aziende pubbliche da parte dei partiti di governo. La denunciava come una malattia corrosiva del sistema politico e della democrazia. Vedere che oggi quella malattia è diventata un tratto di identità del principale partito di centrosinistra fa una certa impressione. Ma almeno lasciate in pace Enrico Berlinguer.
In libreria, dove sono andato per comprate il libro appena uscito di Enrico Letta, ho incontrato un amico, convinto sostenitore di Renzi, che non si spiegava la giravolta sui voucher e chiedeva a me “perché avete rinunciato a riformare lo strumenti anziché abolirlo?”. Ho risposto che non è una scelta maturata in Parlamento ma che si tratta di una decisione del Governo per evitare la consultazione referendaria sui questi proposti dalla Cgil. Evidentemente il PD temeva una campagna politica in cui si discuteva delle politiche del lavoro e si valutavano le cose fatte finora. Comunque con questa scelta la Cgil porta a casa un risultato straordinario e può rilanciare l’iniziativa sul tema della dignità del lavoro e del lavori, mi auguro insieme agli altri sindacati. Soprattutto per i giovani. C’è n’è bisogno.
Tornando a Letta, del quale segnalo l’intervista di ieri a La Nazione, mi tornano in mente le tante pressioni di cui fu oggetto, alle quali oppose una chiara e coerente resistenza, in occasione della applicazione della “legge Severino” per la decadenza da senatore di Berlusconi. Era a capo di un Governo che si reggeva anche sui voti del centro destra. Visto come sono andate le cose adesso, con un pezzo importante del PD che per salvare Minzolini contraddice una legge voluta per dare un segnale di attenzione alla questione morale, chissà come sarebbe finita allora se a Palazzo Chigi ci fosse stato qualcun altro…
Ieri c’è stata l’inaugurazione del PisaMover. Un’opera importante, realizzata in tempi rapidi e senza lievitazione di costi. Importante per il collegamento dell’aeroporto con la stazione ferroviaria e anche per il decongestionamento del traffico e dei parcheggi in città. La sorpresa è arrivata dall’assenza voluta e proclamata di Toscana Aeroporti. Non si sa perché. Almeno pubblicamente. Comunque ciò la dice lunga sulla scelta di consegnare al privato il controllo totale del sistema aeroportuale. Ma non voglio apparire come colui che ritorna sempre, in modo polemico, su scelte che non ho condiviso e segnalano una certa debolezza della politica. Ora mi preme di più dare una mano all’iniziativa volta a impedire che nella piana di Firenze si realizzi un’opera costosa, dannosa e poco utile. Spero che in settimana il governo risponda alla interrogazione che abbiamo presentato sulla questione della valutazione d’impatto ambientale (VIA).
Infine voglio commentare la bella mostra di Alessandro Tofanelli organizzata al Palazzo della Fondazione a Lucca. Il tema è quello del Martin pescatore con il titolo “Nel volo del colore. Il re pescatore”. Ci sono i dipinti e le immagini filmate di questo piccolo e colorato uccello, abile tuffatore e predatore in acque dolci, frutto di un lungo lavoro di osservazione nel Parco di San Rossore. Immagini che raccontano molto della natura, e potrebbero essere un veicolo di accostamento alle tematiche ambientali molto efficace, se collocate per esempio in un Parco, in una sala finalizzata alla conoscenza e alla didattica naturalistica. E allora mi chiedo che cosa si sta facendo al Parco Migliarino-San Rossore. Mi pare che da un po’ di tempo il dibattito e l’iniziativa sui temi del Parco, intesi come ruolo di salvaguardia e di fruizione ambientale e culturale di un territorio straordinario, siano scomparsi dal radar. Leggo sui giornali di polemiche di ritorno sull’adesione di alcuni comuni al Parco. Il Sindaco di Viareggio minaccia di uscire se il suo Comune non ha una rappresentanza negli organi del Parco. La Regione, proprietaria della Tenuta di San Rossore sembra totalmente assente. E le cose intanto si degradano, così dicono, soprattutto sul piano della gestione del territorio. Certamente io sono poco aggiornato, ma penso che il problema ci sia, e allora se è così va affrontato. La sede principale per dare le risposte non può che essere la Comunità del Parco, composta dai Sindaci dei Comuni aderenti, che ha la funzione e la responsabilità di indicare gli indirizzi e le scelte di fondo per l’attività del Parco e la gestione del territorio. Le polemiche attuali segnalano una fragilità e una debolezza politica che in passato non c’è stata. Evidentemente ciò è frutto anche di un’invadenza impropria di logiche di partito in un campo che dovrebbe essere di totale competenza degli amministratori. Mi auguro che a questi problemi si metta rimedio al più presto.
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