Le notizie che sono arrivate in questi giorni dalla Libia, del trattamento inumano a cui vengono sottoposti i rifugiati e i migranti, del ritorno di pratiche simili allo schiavismo, fanno rabbrividire. E inevitabilmente ritornano interrogativi che molti hanno posto circa le conseguenza dell’accordo fatto i libici per fermare o ridurre le partenze verso l’Italia. Che fine fanno gli uomini, le donne e i bambini che non riescono a imbarcarsi e restano in balia delle forze libiche mentre in Italia si festeggiano i dati che segnalano la diminuzione degli arrivi? Ieri pomeriggio alla Camera il gruppo di Articolo Uno-Mdp ha posto il problema con una interrogazione urgente. Il Ministro Minniti ha risposto difendendo le scelte del Governo e chiamando in causa l’Onu, ma senza chiarire il punto sul comportamento dei libici. Per questo Arturo Scotto ha chiesto al Governo di sospendere l’accordo e porre alla Libia il problema dell’adesione alla convenzione di Ginevra sui diritti umani. Sulla risposta vedremo. Intanto un’occasione di confronto su uno dei temi centrali arriverà, se non la boicottano, in Aula la prossima settimana. Si tratta della proposta di Mdp di reintrodurre una forma di tutela del lavoro simile all’articolo 18, abolito con il Jobs Act. Ecco un test per misurare seriamente la volontà del PD di riflettere e rivedere le politiche di questi anni, che hanno che hanno di fatto svalutato e indebolito il diritto del lavoro. Perché ogni ipotesi di ricostruzione di un rapporto unitario a sinistra non può prescindere dai contenuti delle politiche che si vogliono portare avanti, in primo luogo sul lavoro e sulla lotta alle diseguaglianze. Anche qui, vedremo.
Nel frattempo, per venire alla situazione locale, sono curioso di assistere al ciclo di incontri “Pensieri e Persone Per Pisa” che comincia oggi, giovedì 16 novembre, con il programma allegato. Spero che il proposito di riattivare canali di dibattito e di partecipazione sui problemi della città si concretizzi con successo. C’è bisogno di una discussione che esca dal recinto di un confronto limitato ai partiti e che finora ha dato pochi segni di novità. Viviamo indubbiamente una fase difficile, incerta, per il ruolo e la funzione dei governi locali. Basta leggere sui giornali di stamani della rottura che si è generata fra i Sindaci sul problema della gestione dei rifiuti nella dimensione dell’Ato della Costa Toscana. Una vicenda evidentemente gestita male, che mette in evidenza una forte debolezza di guida politica sui grandi processi di riorganizzazione dei servizi fondamentali. E non è il solo problema. Io forse ho la fissa, ma ritorno anche sulla questione aeroportuale. Tre giorni fa ho posto il problema del Galilei. Stamani il vicepresidente di Toscana Aeroporti mi risponde sul Tirreno ribadendo con una certa supponenza le intenzioni dell’Azienda, ignorando le richieste di chiarimento sulle esternalizzazioni, sul PisaMover e sugli investimenti previsti per l’ampliamento della struttura del Galilei. Su quest’ultimo punto in realtà il vicepresidente Naldi dice che i lavori di ristrutturazione del terminal inizieranno entro la fine del 2018. Però nel 2014 aveva affermato che sarebbero iniziati “nella prossima estate e dureranno circa due anni”. Così si legge sui quotidiani locali del 12 dicembre di quell’anno. Una spiegazione di questo significativo ritardo non è stata data, anzi in un intervento di qualche mese fa Toscana Aeroporti legava impropriamente questi investimenti, programmati da tempo, all’avvio dei lavori per la nuova pista di Peretola. Comunque quelle affermazioni il vicepresidente Naldi le aveva fatte in una riunione del Consiglio Comunale di Pisa. Invece adesso sembra che Toscana Aeroporti non gradisca molto gli inviti a confrontarsi con le istituzioni, come è avvenuto con la commissione consiliare che aveva chiesto una audizione sulla vicenda delle esternalizzazioni che investe centinaia di lavoratori. In ogni caso, al di là delle battute polemiche con la società’ privata che lasciano il tempo che trovano, credo che le istituzioni locali debbano agire per tutelare al meglio il territorio ed evitare che costi imprevisti di scarichino sui cittadini residenti.
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