Con il passare dei giorni crescono e si evidenziano differenze e contraddizioni nella attuale maggioranza di Governo. E soprattutto comincia a farsi luce la distanza tra le promesse contenute nel patto fra Lega e M5S e la realtà dei fatti. Il duo Salvini-Di Maio cerca di occupare ogni spazio possibile nella comunicazione, anche con una certa concorrenzialità, e chi più ne guadagna è la Lega. Si parla di “crepe” nella maggioranza. Vedremo con l’ormai prossima manovra di bilancio, ma la sensazione è che il quadro politico attuale reggerà sicuramente fino alle elezioni europee. Comunque il tempo della propaganda si va restringendo e prima o poi arriverà quello della verifica sulle cose reali, sulle condizioni di vita, di lavoro e di reddito dei cittadini e delle famiglie. Il problema è se a quel punto in campo ci sarà una alternativa credibile. Per ora le cose sembrano molto confuse. Nel PD, principale forza di opposizione, stenta a venire fuori un ragionamento critico sugli errori degli ultimi anni e permane la condizionante cappa d’influenza di Matteo Renzi. Anche l’ipotesi della candidatura alla segreteria di Zingaretti appare assai debole se non assume i caratteri di una vera discontinuità politica. E tuttavia il tema del recupero di credibilità per il PD è assai più serio di quello che appare. Anche a sinistra le cose non vanno molto bene. Il progetto di Liberi e Uguali stenta a decollare e si avvicina la “prova del nove”: o entro la fine dell’anno nasce il nuovo soggetto politico (partito) o la via di una ricomposizione di una parte larga della sinistra si sfalda di nuovo. Io mi auguro di no, anche perché giudico quello che ci accreditano ancora i sondaggi (tra il 2.4 e il 3.4) quasi sorprendente, data la totale invisibilità della nostra presenza in tutti questi mesi. Si tratta cioè di una base seria su cui si può lavorare per le prossime elezioni europee. Ma bisogna uscire dalla fase di incertezza attuale senza esitazioni e senza richiami della foresta, in ogni senso.
LeU può rappresentare un nuovo e significativo punto di aggregazione a sinistra se definisce una piattaforma politica chiara, basata sulla lotta alle diseguaglianze e ancorata ai valori costituzionali, e se promuove un gruppo dirigente rinnovato, favorendo un salto generazionale. Certo per battere la destra è necessario costruire, come si diceva una volta, una politica delle alleanze, lavorando anche sulle contraddizioni altrui, e in questa fase su quelle del M5S. Ma per farlo ci vuole un soggetto politico nuovo e credibile, portatore insieme di uno spirito alternativo e unitario. Non credo invece che sia utile e nemmeno vincente stare sulla linea del “fronte democratico o repubblicano” contro la destra e il populismo. In primo luogo perché una simile coalizione avrebbe comunque un sapore troppo centrista e sarebbe indistinta sul piano dei contenuti. Nel senso che non sarebbe in grado di indicare una politica e una rappresentanza di interessi diversa da quella fatta nell’epoca del neoliberismo. In secondo luogo perché il processo politico apparirebbe privo di novità e di cambiamento, dando la sensazione di un progetto di pura difesa e salvaguardia dell’establishment.
Comunque la cosa più positiva da fare adesso è quella di cercare di riannodare i fili di una discussione sul ruolo e la funzione della sinistra attraverso la più larga partecipazione possibile. Per questo penso che sua una buona occasione l’iniziativa promossa a Pisa da ArticoloUNO-Mdp con l’organizzazione di tre giornate di politica. Il titolo è emblematico e si spera efficacemente provocatorio: “SINISTRA: CI SEI?“. Il programma è ricco di ospiti e mi auguro che questa iniziativa serva a mettere in moto una maggiore volontà di reazione nell’area della sinistra e nel mondo progressista pisano.
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