Di seguito trovate riportati due post che ho pubblicato sul mio profilo Facebook, contestualmente al dibattito sugli aeroporti toscani. Il primo è il più recente, datato 2 novembre, l’altro invece risale a domenica 30 ottobre.
“Come previsto, dopo la notizia sull’esclusione dell’aeroporto di Pisa dall’elenco degli scali considerati strategici dall’Enac, sono arrivate le dichiarazioni rassicuranti di Giani, del sindaco Conti e del presidente di Enac Pierluigi Di Palma. Le argomentazioni sono alquanto differenziate e talvolta ridicole, ma stupisce che nessuno dei tre se la sia sentita di dire con franchezza la vera ragione della scelta che privilegia Firenze. Va ricordato che nel precedente piano la classificazioni di scalo strategico teneva unite Pisa e Firenze sotto la definizione di sistema integrato. Che cosa in realtà è cambiato ? Non certo il fatto, come dice Giani, che l’identificazione del termine strategico è connessa al fatto che Firenze è il capoluogo della regione. A meno che Giani non pensi che Bergamo, Varese o Catania siano capoluoghi di regione. Ma nemmeno il fatto, come sembra pensare Conti, che si tratti di un errore materiale. Oppure, come dice Di Palma, perché Firenze ha una vocazione continentale e sarà sede di Enac, ma tuttavia Pisa, ci rassicura, resta lo scalo intercontinentale della Toscana. C’è però il problema che dal Galilei non ci sono voli intercontinentali che attraversano gli oceani, ma soprattutto voli continentali o poco più. Chiacchiere. La vera ragione di quella scelta, ovvero solo Peretola è definito strategico, è perché in questo modo si trova la motivazione per finanziare direttamente come Enac la nuova pista, che è un’opera a tutto vantaggio del gestore privato ma giustificata come necessaria per le strategie nazionali. Questa è la verità, e forse l’unico che l’ha ammessa in qualche modo è il sindaco di Firenze. Tutto ciò attraverso un fiume di parole che vengono spese in nome di una migliore gestione delle problematiche ambientali. Viene proprio da ridere in un contesto in cui tra i fattori più pesanti di inquinamento che contribuiscono alla crisi climatica c’è sicuramente anche quello del traffico aereo, e non è un caso che nelle elaborazioni europee si propende a ridurre la realizzazione di nuovi aeroporti e lo sviluppo dei voli continentali attraverso la la crescita e il potenziamento della mobilità su ferro con l’alta velocità. Ed è evidente che nel caso di una nuova pista a Peretola, oltre a sprecare una consistente quantità di risorse finanziarie, si distrugge un pezzo di territorio che ha un significativo valore ambientale. In proposito: proprio stamani sul Tirreno trovano spazio studi e previsioni sugli effetti del surriscaldamento globale sulla costa della Toscana che, si argomenta, sarà in gran parte sommersa nell’arco di 80 anni. Ma se non si arresta il processo evolutivo in atto i tempi possono anche accelerarsi. Però stupisce che si discuta di grandi opere, come ad esempio quelle che riguardano i porti, senza tenere minimamente di conto di queste previsioni”.
Così avevo scritto nel precedente post: “Eccoci, siamo arrivati ai dubbi dalle preoccupazione che in molti avevamo a suo tempo sollevato sull’operazione di privatizzazione degli aeroporti toscani. Era evidente che il progetto di realizzare una nuova pista a Peretola era finalizzato a cambiare l’equilibrio fra i due scali e oggi con la scelta di dichiarare Peretola “scalo strategico” e non Pisa, che in precedenza era stata utilizzata in virtù del suo traffico di passeggeri superiore a quello di Firenze per sostenere che il valore strategico unitario del sistema toscano, apre la porta ad un assetto diverso che privilegia decisamente lo scalo fiorentino. Innanzitutto per gli investimenti. Ovvero le risorse disponibili, realizzare anche con l’attività del Galilei, andranno su Peretola. E se la nuova pista si farà anche le compagnie come Ryanair spingeranno per essere presenti nel capoluogo e il declassamento del Galilei sarà realtà. Eppure quando furono esposti questi rischi sia la maggioranza privata che gestisce i due scali che la Regione, e ovviamente il Comune di Firenze, seguendo le linee dettate da Renzi e Carrai, si spesero in propositi d’impegno e dichiarazioni sul fatto che Pisa restava centrale, che il perno del sistema toscano. Parole e impegni già dimenticati e traditi, ma nonostante ciò notiamo purtroppo nelle posizioni delle istituzioni pisane (Comune, Provincia e Camera di Commercio) un atteggiamento remissivo e compiacente con le scelte che vengono fatte a Firenze. Ora, magari sull’onda delle polemiche, diranno che gli investimenti al Galilei, indispensabili per gestire l’incremento dei flussi sviluppato in questi anni, sono programmati e avviati, ma dimenticano di dire che gli investimenti annunciati adesso erano già previsti e finanziati nel piano di crescita della Sat del 2015 dovevano essere realizzati da un bel po’ di tempo. Evidentemente in questo lungo periodo sono serviti a sostenere i conti della nuova società di Toscana Aeroporti. Ma state certi che per il Sindaco di Pisa questi investimenti rappresentano una “conquista”, in attesa delle dichiarazioni rassicuranti dell’Ad di Toscana Aeroporti Spa e dell’immancabile Presidente della Regione Toscana”.
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